Era passata più di una settimana.
E con lei anche il mese di giugno. Can e Demet avevano deciso di darsi del tempo per metabolizzare ogni vicenda avvenuta. Lei arrivava alla villa quando lui era già partito per il lavoro. Viceversa, lui tornava a casa quando lei aveva finito il suo turno. Deniz osservava silenzioso questa situazione ma non chiedeva a nessuno dei due cosa fosse successo. Nel frattempo, Demet continuava a vedere Özgür. Uscirono tutti i giorni e lei spinse la sedia a rotelle di lui in tutti i luoghi più significativi della coppia. Özgür indicava i posti con enfasi e ne osservò ogni particolare. Dopo quattro anni nel buio, lui sembrò guardare tutto come se fosse la sua prima volta.
Qui è dove ti ho chiesto di fidanzarci, questa frase, rimbombò nella testa di Demet per giorni.
Ed oggi era il compleanno della ragazza. Aveva dormito male e si svegliò male. Ma Nilüfer riuscì a farle tornare il sorriso con la colazione che aveva preparato. Le portò il vassoio a letto e insieme mangiarono e chiacchierando animatamente.
<Che facciamo oggi?> cinguettò Nilüfer, addentando un biscotto. Demet alzò le spalle, non aveva molta voglia di festeggiare. Sentiva un peso gravare sul suo petto, come se da un momento all'altro potesse accadere qualcosa.
<Non essere musona. Non prendere impegni per stasera, dobbiamo divertirci> disse l'amica, facendole l'occhiolino. In realtà Nilüfer era complice di Özgür. L'aveva chiamata tre giorni fa, dicendole che stava organizzando una festa di compleanno intima ma speciale per Demet. Nilüfer era imbarazzata da quella conversazione, dopotutto sapeva che Demet stava affrontando un momento difficile, divisa fra Can e Özgür, però la voce dolce ed eccitata di lui era riuscita a convincere la ragazza. Nilüfer non avrebbe rivelato nulla alla sua amica e l'avrebbe portata al locale prenotato da Özgür.
<Devo andare a lavoro> asserì Demet. Si alzò dal letto e si preparò con calma. Quando arrivò alla villa, il silenzio regnava su di essa. Entrò in soggiorno e si spaventò molto quando sentì uno scoppio e centinaia di coriandoli colorati spruzzarono in aria, confondendola.
Demet alzò lo sguardo e osservò Can e Deniz. Erano divertiti dalla faccia preoccupata di Demet.
Il piccolo corse verso di lei e l'abbracciò forte, lasciandole un tenero bacio sulla guancia.
<Buon compleanno!> trillò felice Deniz. Anche Can si avvicinò e lei si irrigidì.
Si guardarono a lungo: era la prima volta dopo tanto tempo che s'incontravano. Demet ammise che gli era mancato, aveva pensato a lui giorno e notte e quando rimembrava il bacio che c'era stato fra di loro, brividi di piacere attraversavano tutto il suo corpo.
<Felice compleanno, Demet> disse Can con un sorriso sincero, poi annullò ogni distanza e le lasciò un tenero bacio sulla guancia. Quando lui si staccò, Demet sentì andare la sua guancia a fuoco. Ringraziò con un sorriso imbarazzato.
I due erano così concentrati su di loro che non si accorsero che Deniz aveva in mano un pacco.
<Devi scartare il regalo!> il piccolo, eccitato, mise la scatola sul divano e condusse Demet ad aprirla. Dentro c'erano diversi barattoli di tinte dalle colorazioni particolari.
<Sono stupende! Grazie, non dovevate> sussurrò lei, imbarazzata. Can scosse la testa. Lei si meritava questo ed altro.
Can dovette andare a lavoro e Demet l'osservò andare via, finché non sparì dal suo campo visivo.
<Allora Deniz, che cosa vuoi fare?>
Lui sembrò pensarci su, il suo volto era furbo e si massaggiava il mento con due dita paffute. Poi, quando l'idea gli balenò in mente, sorrise.
<Possiamo tingerti i capelli?!>La sera era calata da poco e Demet era chiusa nella sua stanza. L'accappatoio avvolgeva il suo corpo umido e l'asciugamano raccoglieva i suoi lunghi capelli in un turbante. Asciugò i capelli e infine gli diede movimento con la piastra. Si truccò poco, indossando un ombretto color mattone e un lucidalabbra. Scelse alcuni accessori poi indossò l'abito. Era lungo e svolazzante di un blu elettrico. Le braccia erano coperte da un tessuto trasparente in pizzo e alcuni cristalli luccicavano sul corpetto. Il vestito era un regalo di Nilüfer ed era splendido. Quando indossò l'abito e i tacchi, si guardò allo specchio e rimase senza fiato. Era bella e il suo viso era raggiante come non mai dopo giorni di tristezza. Anche Nilüfer, quando la guardò uscire dalla sua camera, la trovò più luminosa.
<Demet, sei bellissima!> trillò eccitata l'amica, battendo energicamente le mani. Demet face una giravolta su sé stessa e osservò Nilüfer. Anche lei era splendida nel suo vestito rosso.
<Anche tu sei favolosa!>
<Forza! Andiamo o faremo tardi> disse Nilüfer, osservando il cellulare. Özgür era già al locale e stava intrettanendo gli ospiti.
Presero un taxi e Nilüfer diede le indicazioni al tassista.
<Insomma, vuoi dirmi dove mi stai portando?> chiese Demet, agitata. Controllò il cellulare: Özgür non le rispondeva da ieri e oggi non le aveva mandato gli auguri.
I pensieri di Demet furono spazzati via dall'arresto del taxi. Uscì insieme a Nilüfer ed osservò il locale di fronte a sé.
Demet entrò, seguita da Nilüfer, ed osservò il ragazzo con le stampelle.
Özgür era bellissimo nella sua camicia bianca, aveva tagliato i capelli e il suo sorriso luccicava verso Demet.
<Demet!> esclamò Özgür, avvicinandosi alla ragazza. <Buon compleanno!>
<Özgür è stupendo, non dovevi fare tutto questo!>
<Non fare la vergognosa, forza, tutti i nostri amici ti stanno aspettando>
Demet impuntò i suoi piedi al pavimento, sotto lo sguardo indagatore di Özgür.
<I nostri amici?> sibilò lei, sperando di non aver capito bene. Osservò dietro il ragazzo, dove alcuni ragazzi osservavano incuriositi la scena. Quelle persone che, avvenuto l'incidente, avrvano voltato le spalle ad entrambi.
<Cosa ci fanno qui loro?> gridò lei guardando il volto confuso di Özgür.
<Özgür intrattieni gli ospiti, noi arriviamo fra poco> disse Nilüfer, appoggiò la mano sulla schiena dell'amica e la trascinò in bagno.
<Tu sapevi che aveva invitato quelle persone?> gridò Demet, accusando l'amica e sbattendo la mano sul lavello. Nilüfer osservò il volto dell'amica dallo specchio.
<Non sapevo nulla delle persone invitate, ha pensato tutto Ozgur> borbottò ferita.
Demet sospirò e cercò di calmarsi: non poteva prendersela con l'amica.
<Scusa>
Nilüfer le sorrise e l'abbracciò. Aveva vissuto il crollo di Demet dopo l'incidente e potuto vedere lei stessa tutte le persone che le avevano voltato le spalle. Solo Nilüfer era rimasta al suo fianco, dopotutto si conoscevano dall'infanzia, da quando avevano il pannolino.
<Come ha potuto!>
<Forza, nascondi questo broncio in un sorriso e ritorniamo alla festa. È il tuo compleanno dopotutto>
Demet annuì e si stampò sul volto un sorriso, o meglio una smorfia tirata. Andò da Özgür e gli baciò la guancia.
<Grazie!> disse, cercando di nascondere il tono provocatorio e gelido. Lui sorrise imbarazzato poi le prese la mano e la condusse dagli altri.
Facce valse e ipocrite erano davanti a Demet e la squadravano dalla testa ai piedi. Lei rivolse a tutti uno sguardo intimidatorio e ascoltò i loro insulsi complimenti e gli auguri.
La festa iniziò e lei si separò da quel gruppo che tanto non sopportava. Prese un bicchiere d'acqua con limone e osservò da lontano gli invitati. Al suo fianco era rimasta solo Nilüfer. Gli altri erano alle prese con i discorsi divertenti di Özgür e l'alcool.
Nilüfer le diede una gomitata e Demet smise di osservare in cagnesco tutte le persone al tavolo poco lontano dal loro.
<Demet, guarda!> trillò l'amica, indicando l'entrata del locale. Lei si voltò e incontrò gli occhi di Can. La guardava con desiderio e un sorriso sincero gli spuntò in volto. Anche Demet si ritrovò a sorridere.
<Buonasera, scusate il ritardo> lui si avvicinò al tavolo e si tolse la giacca. La camicia fletteva ai suoi miscoli e Demet si ritrovò ad osservare ogni movimento.
<Scusate, mi stanno chiamando> mentì Nilüfer, allontanandosi frettolosamente. Demet rimase in silenzio, non capendo il perché lui fosse alla sua festa.
<Özgür. È stato lui ad invitarmi> rispose Can, capendo lo sguardo perso di lei. Demet si voltò e annuì. L'aveva intuito.
<Questo è un piccolo pensiero per te. Spero ti piaccia>
Can poggiò un pacco sul tavolo. La scatolina era di un rosa cipria infiocchettato con del nastro argento. Demet aprì il regalo trattenendo il respiro e osservò la collana delicata che conteneva all'interno. Era d'argento con intrecci di oro rosa. Al centro, a fare da ciondolo, c'era una splendida perla lucente.
<Mi ricordava il mare ed ho pensato al posto in cui ci siamo incontrati> rispose Can, osservando il volto sorpreso della ragazza. Demet accarezzò la collana con il pollice, poi si voltò verso Can.
<Non so cosa dire, è splendida!>
<Tu sei splendida, auguri> sussurrò Can all'orecchio, lasciandole un dolce bacio sulla guancia di Demet. Özgür osservò da lontano Demet è uno spruzzo di gelosia balenò nei suoi occhi. Catturò l'attenzione di tutti i presenti poi prese la mano di Demet e la condusse al centro del locale. Gli occhi erano tutti puntati su di loro.
<Amici, grazie di essere qui. Stasera festeggiamo Demet. Ma anche me e la mia convalescenza e, insieme, il nostro amore> disse Özgür osservando Demet. Lei non riuscì ad afferrare il discorso.
<Sono grato per questa nuova opportunità di vita, come se fossi rinato un'altra volta. Grato di avere al mio fianco una persona come te. Ti amo, Demet, e ti amerò per sempre>
Lei sorrise, imbarazzata, lo sguardo confuso era rivolto a Nilüfer ma lei alzò le spalle, ignara di tutto.
Improvvisamente Özgür lasciò da parte le stampelle e a fatica si inginocchiò di fronte a Demet. Tirò fuori una scatolina e lei chiuse gli occhi, sperando che tutto questo fosse un brutto sogno. Quando l'anello luccicante si mostrò ai suoi occhi, lei sembrò rimanere senza fiato.
<Mentre ero in coma facevo un sogno ricorrente. Eravamo nella nostra casa, sposati e con due bellissimi bambini. Demet, io voglio che tutto questo diventi realtà, perciò, vuoi sposarmi?>
Demet ebbe un capogiro. Si voltò di scatto verso Nilüfer. Anche lei era sconvolta. Nessuno si immaginava una proposta di matrimonio. La mente di Demet pensò a Can e lei si voltò ad osservarlo. Aveva la mascella contratta e gli occhi carichi di risentimento. I loro sguardi s'incrociarono poi lui si voltò ed uscì dal locale.
<Che stai facendo?> sbottò Demet, stizzita. <Alzati!>
Özgür si alzò. La folla intorno a loro iniziava a mormorare. Nilüfer era in disparte, pronta ad intervenire qualora scoppiasse una bomba.
<Cosa succede?>
<Come ti sei permesso?> disse Demet, digrignando i denti.
<Noi ci amiamo, abbiamo sempre sognato un futuro insieme>
Demet si ricordò quando, anni fa, parlarono del futuro. Erano piccoli, innamorati e ubriachi. Erano accaduti tanti avvenimenti da allora e tutto era cambiato, Demet era cambiata.
<No no, è tutto sbagliato> sussurrò la ragazza, spingendo via la mano di Özgür con l'anello. Si alzò il vestito e corse fuori il locale. I suoi pensieri erano diretti verso Can e nemmeno l'aria gelida riuscì a riportarla alla realtà. Si guardò intorno ma lui era già andato via.
<Demet!> era Nilüfer e l'aveva raggiunta con la sua borsa e il cellulare. Demet trattenne le lacrime fino all'arrivo del taxi poi, una volta sistemata al caldo e lontana dagli sguardi della folla creatasi, pianse accoccolata alla sua migliore amica. Era stato il suo peggior compleanno.
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HOLIDAY canto d'amore [Can Yaman e Demet Özdemir ]
Fiksi Penggemar[STORIA COMPLETA] È una calda giornata di luglio e Demet si è da poco diplomata. La sua migliore amica le regala un soggiorno in un piccolo hotel sulla spiaggia di Istanbul. Il destino, però, ha in serbo piani differenti e per un'errore commesso da...