Capitolo 32

661 44 9
                                    

"Ti ha toccata?" chiede Peeta mentre si inginocchia accanto a me. "Si...ma non ha fatto nulla" rispondo "sta tranquillo". La guardia gli toglie le manette e lui mi stringe in un caldo abbraccio. "Non posso restare tranquillo...ci stanno torturando! E tu hai una persona in più da proteggere" dice indicando la mia pancia. "Lo so Peeta. Ed ho paura. Non voglio più  soffrire. Non voglio che altra gente muoia per me. Sono stanca. Non ne posso più. Pensavo che fosse tutto finito, ma in realtà non è così. Non finirà mai!" dico mentre piango. "Calmati ti prego. Devi solo restare forte. Appena scopriranno tutto verranno a prenderci...e saremo salvi" dice. Gli poggio il pollice sul labbro, dove ha una cicatrice. "Che ti stanno facendo?" chiedo. "Credo le stesse cose che stanno facendo a te. Ma non devi preoccuparti, io sto bene, ho già subito queste torure" dice facendo un sorriso triste. "Scusate se m'intrometto" dice la guardia "ma devo urgentemente parlarvi". Lo guardo confusa e gli faccio un cenno con la testa, per dirgli di iniziare a parlare. "Mi chiamo Thomas, e sono una guardia in incognito del distretto 13. Sono arrivato qui ieri appena ho saputo del vostro rapimento. Sono qui per aiutarvi!" dice. "Quindi ora ci porterai via?" chiedo. "Mi dispiace, ma non è così semplice. Domani, mentre voi sarete in diretta nazionale, contatterò la presidente Paylor. Sarà un'operazione molto complicata, perchè qui controllano tutto. Mi servirà almeno mezz'ora per svolgere l'intera operazione, quindi ho bisogno del vostro aiuto. Dovrete prendere tempo, dilungarvi con il vostro discorso. Solo così potrò portarvi in salvo" dice. "Ma non puoi direttamente farci uscire da questo schifosissimo edificio?" domanda Peeta. "Non posso. Siamo solo io e altri due colleghi, ed abbiamo soltanto un'arma ciascuno. Perciò abbiamo bisogno di altri soldati. Qui ci sono 25 guardie tutte ben armate. Da soli non riusciremmo a fare nemmeno mezzo mentro" dice. "Daccordo, domani ti aiuteremo. Possiamo fare qualcos'altro?" chiedo. "Potete soltanto cercare di resistere. Ho scoperto, che il veleno che vi iniettano è molto potente, più potente di quello degli aghi inseguitori. E da quello che ho sentito, vogliono di nuovo depistarti" dice mentre guarda Peeta. "COSA?! No...non...loro...non possono farlo!" urla. "Peeta" dico mentre gli prendo le mani "calmati. Ce la farai. Ne sono sicura. Non ti inganneranno di nuovo". "Già, Katniss ha ragione. Quando vi iniettano quella roba, voi dovete pensare che sia tutto finto,  e cercare di combattere contro le allucinazioni. Io cercherò di aiutarvi. Cercherò di far diminuire le torture e la dose di veleno. Più di questo non posso fare" dice Thomas. "Grazie...davvero!" dico. Lui fa un cenno con la testa e poi mette di nuovo le manette a  Peeta. "Scusa se ti metto queste, ma se non lo faccio si insospettiranno" dice. "Non preoccuparti" risponde Peeta. "Daccordo. Ora dobbiamo davvero andare" dice la guardia. "Aspetta! Hai sentito quell'uomo che ha detto prima? Che tornerà per fare del male a Katniss" dice Peeta. "Ci penserò io, sta tranquillo" risponde Thomas. Do un bacio al mio ragazzo del pane e poi lo lascio uscire dalla mia cella. Mi raggomitolo nel mio angolino e chiudo gli occhi, sperando di riuscire a dormire serenamente. 

Il dente di leone che fiorisce a primaveraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora