Capitolo 25

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Non ero mai andata di notte nel bosco. E' ancora più bello e rilassante. Mi fa calmare ed è come se cancellasse tutti i pensieri negativi che ho in testa. Sono appoggiata al tronco di un albero ed osservo la luna. Sembra di essere nell'arena dei miei primi Hunger Games. Il solo pensiero mi fa rabbrividire, così chiudo gli occhi, e dopo due minuti mi addormento. Mi sveglio di soprassalto per colpa di un incubo. Nel sogno ero tornata nell'arena e dovevo uccidere tutte le persone a me care per sopravvivere. Penso sia stato uno dei miei incubi peggiori. Non c'è niente di più spaventoso, che perdere qualcuno a cui tieni, ed io ne so qualcosa. Mi alzo e mi dirigo verso casa. Mentre cammino però vedo un gruppo di lavoratori che sta ricostruendo uno dei tanti palazzi distrutti. Mi fermo ad osservarli, però vengo distratta da una voce. "Potresti darci una mano?" chiede uno dei lavoratori. "Em...certo!" dico. L'uomo mi dice cosa fare ed io eseguo il mio lavoro. Pensavo fosse più semplice, invece è un lavoro davvero tosto. Dopo poco mi fermo. Ricordo a me stessa di essere incinta, così saluto i lavoratori, che mi ringraziano per il lavoro svolto, e vado via. Non vedo Peeta da quasi un giorno, ed il modo migliore per chiarire non è di certo scappare via, anche se io l'ho appena fatto. Così torno a casa, ma appena arrivo non trovo nessuno. Decido di guardare un pò di televisione per far passare il tempo. Dopo poco sento un rumore, così spengo la TV e mi dirigo verso l'ingresso. Peeta è accanto alla porta, ed ha la fronte bagnata di sudore e gli occhi pieni di terrore. "O mio dio Katniss mi hai fatto preoccupare" dice abbracciandomi "Ti ho cercata dappertutto". "Ero nei boschi" dico. "Non fa niente, l'importante è che ora ti ho trovata" dice. "Okay" rispondo. "Katniss scusami tanto. Sono stato uno stupido. Ti prometto che d'ora in poi non ci saranno più bugie. Ho fatto un gravissimo errore. Non so cosa mi è passato per la testa, non ho pensato alle conseguenze. Non prenderò mai più quelle pillole. Sono un cretino. Perdonami, ti prego" dice mettendosi in ginocchio. "Alzati" dico. "No! Devi perdonarmi" dico. "Peeta, alzati" dico di nuovo. Lui si alza lentamente. Io gli getto le braccia al collo e successivamente lo bacio. Sono ancora arrabbiata con lui, ma in fondo, quello che sto passando ora, l'ha passato lui quando non gli ho detto dell'intervento. "Allora mi perdoni?" chiede. "Certo. Ed ora sul serio, non dobbiamo più dirci bugie" dico. "Lo giuro" dice mettendosi la mano sul cuore. "Lo giuro" dico a mia volta, mettendomi anch'io la mano sul cuore. Cerco di andare in salone, ma lui mi attira a se e mi bacia. "Allora hai provato gli abiti?" chiede quando si stacca. "Si, ed è stato orribile!" dico. "Perchè?" domanda. "Erano tutti troppo appariscenti e poi tu sai che  odio la moda e tutte quelle cose la" dico. "Si, e allora cosa indosserai? Il pigiama?" dice ridendo. "Be, sarebbe un'idea. Ma, purtroppo, ho detto ad Effie che poteva far sistemare uno dei tanti abiti, quindi dovrò indossare quello" dico. "Mmm...capisco" dice "Ma per me, abito o non abito, rimani sempre perfetta".

 

Il dente di leone che fiorisce a primaveraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora