Capitolo 7

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I raggi del sole attraversano il vetro della finestra e riscaldano il mio viso. Oggi è una bellissima giornata qui al 4. E' una giornata calda, ma c'è sempre quella brezza piacevole fresca e pulita. Dovrei andare in ospedale per fare dei controlli, ma oggi è davvero stupendo fuori, e sarebbe un peccato passare tutto il giorno in un luogo chiuso, pieno di tristezza e di persone malate. Così decido di passare tutta la giornata in spiaggia. Prima decido di andare a prendere qualcosa da mangiare per il pranzo, poi avviso Annie che starò tutto il giorno al mare, per non farla preoccupare. Quando arrivo in spiaggia stendo una coperta sulla sabbia e mi ci siedo sopra. Resto li per molto tempo. Osservo il mare tranquillo mentre il sole mi riscalda. Verso l'ora di pranzo decido di magiare un pò e dopo decido di dormire. Quando mi sveglio, il sole sta già tramontando. Per colcludere la giorata faccio un bagno. Mentre nuoto mi ricordo di tutte le volte che andavo con mio padre al lago. Dei tuffi che facevamo. Di quando raccoglievamo l'erba saetta, la mia erba saetta, a cui mio padre aveva dato il mio nome. A volte, vorrei tornare bambina, e rivivere quei momenti giorno dopo giorno, solo per stare con mio padre, solo per godermelo un altro pò. Ad un certo punto ho una forte fitta alla pancia. Decido di non pensarci e continuo a nuotare, ma la fitta si fa più forte. Così decido di stare un pò a mollo nell'acqua sperando che il dolore passi. Ma non passa. E' sempre più forte. Esco subito dall'acqua. Cerco di prendere la coperta per asciugarmi ma cado a terra, e inizio a vomitare. Inizio a tremare e ad avere paura. Quello che ho sulle mani è sangue. Devo correre in ospedale. Con le poce forze che mi rimangono, prendo la mia roba e corro. Ma dove corro? Non so dov'è l'ospedale. Potrei andare da Annie, ma li ci sarebbe il bambino e farei spaventare tutti. Così decido di andare in città per cercare aiuto. Corro sempre più veloce, ma il dolore si fa ancora più forte e così sono costretta a camminare. Di questo passo però non riuscirò a mai a raggiungere la città. Così ricomincio a correre, cercando di non pensare alle fitte. Il dolore aumenta sempre di più. Non posso farcela. Così cado a terra. Forse qualcuno mi vedrà e mi aiuterà. Ma è tutto buio ed è ora di cena. Non c'è nessuno per strada. "Aiuto" cerco di gridare con tutte le mie forze. Ma quelle parole le ho solo sussurrate. Il dolore sta aumentando. Nessuno può aiutarmi. O forse si? In lontananza vedo delle ombre. Cerco di alzarmi per andare verso quelle persone. Ma il dolore è troppo forte e appena mi alzo, ricado a terra e dopo poco svengo.

Il dente di leone che fiorisce a primaveraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora