Il mantello svolazzava qua e là mentre i quattro ragazzi correvano giù per la collina per arrivare il prima possibile al grande Platano Picchiatore, ancora illuminato dal roseo color del cielo al tramonto.
<Okay ragazzi, vi ricordate che cosa vi ho detto dell'albero?> intervenne Lupin col fiatone.
<Si, ci hai detto di stare attenti e di non avvicinarci troppo.> rispose James.
<Esattamente. Quindi fermiamoci qui.>
<Peter, cerca un bel bastone.> ordinò Sirius.
<Mma così ddovrei uscire allo scscoperto..>
<E chi se ne frega? Dai non fare storie.> rispose Sirius dando un leggero spintone a Peter, che uscì da sotto il mantello. Un po' incerto sul da farsi, Peter si allontanò piano dagli amici per cercare un bastone adatto. Più camminava, più l'albero iniziava a sentire la sua presenza e a muoversi sempre di più, cosa che Peter notò con grande paura. Appena riuscì a trovare un bastone abbastanza lungo, tornò correndo dagli amici, continuando a controllare dietro di sè se l'albero lo stesse per schiacciare.
<Questo va bbene?> chiese con voce tremante.
<Si bravo, ora dammi qua. Wingardium Leviosa.>
<La pprossima volta ttocca a qualcun altro però.> si lamentò Peter.
Il bastone lievitò, sorpassò la testa di Peter e andò a posizionarsi vicino alla base dell'albero proprio come l'ultima volta che ci avevano provato da soli Sirius e Lupin.
<Okay, si e placato. Ora possiamo entrare.>
Uno alla volta i ragazzi si avvicinarono alla base dell'albero: per primo Lupin, a seguire Sirius, Peter e a chiudere la fila James. Iniziarono a scivolare per tutto il passaggio sotterraneo, scontrandosi a volte l'uno contro l'altro.
<Peter, mi stai mettendo i piedi in testa!> urlò Sirius.
<Sscusa!>
Piombarono tutti e quattro davanti alla porta di legno vecchia e storta della Stamberga.
Lupin la aprì <Eccoci.>
<Iniziamo a sistemare.>
<Allora, come ci organiziamo?>
<Quanto manca? Come ti senti Remus?> chiese Sirius un po' preoccupato.
<Per ora mi prudono solo le mani, state tranquilli. Vi dico io quando dovete nascondervi.>
<Ti dobbiamo legare?> chiese James incerto.
<Si. E' meglio così.>
Iniziarono a legare le corde tra i tubi che uscivano dal soffitto, facendole passare attorno al letto a baldacchino in ferro battuto e infine immobilizzarono mani e piedi di Lupin.
<Ti fanno male?> domandò James.
<Non importa, spero tengano.>
Intanto era scesa la sera, il buio e il silenzio circondavano la catapecchia, si sentivano solamente dei leggeri rumori provenienti dalla città di Hogsmeade.
<E' ora ragazzi. Mettetevi sotto il mantello e allontanatevi il più possibile da me.>
<Buona fortuna amico!>
Sirius, James e Peter lasciarono la stanza sotto il mantello e salirono le scale apparentemente instabili, raggiungendo il secondo piano. La Stamberga era ridotta male, ma era una casa molto grande. Aveva due piani e un terzo che faceva da soffita. I ragazzi entrarono in una stanza che doveva essere una sala da pranzo. Al centro della stanza c'era un grande tappeto impolverato e sopra si trovava un lungo tavolo di legno scuro circondato da una decina di sedie alcune delle quali erano rotte.
<Mettiamoci lì.> suggerì James indicando un divano verde spento, sistemato vicino ad un camino in pietra fuori uso.
Guardarono fuori dalla sporca finestra la luna piena che splendeva e illuminava la stanza e intanto accesero delle candele per vedere meglio.
<Sentite niente?> chiese Sirius, passandosi le mani tra i capelli.
<Sspero sstia bene.> piagnucolò Peter.
<Se la caverà, non è mica la prima volta.>
<Si ma io credo che lui fosse più preoccupato per noi, non per se stesso..> disse James <Forse non dovevamo venire..>
<Se non volete più farlo la prossima volta va bene, ma io verrò comunque.> informò Sirius sicuro.
D'un tratto un forte colpo si sentì dal di fuorì della stanza, i ragazzi sussultarono all'unisono. Da quel momento iniziarono a preoccuparsi. Dal piano inferiore si udivano latrati insieme a urla e lamenti. Il pavimento si muoveva in alcuni momenti e il silenzio che circondava la casa fu interrotto da rumori spaventosi.
Peter tremava, James e Sirius si guardavano con occhi spalancati, cercando di rimanere tranquilli.
Dopo due ore di colpi, lamenti di dolore e piccole scosse, calò un silezio assordante.
<Io non ce la faccio. Devo vedere come sta.> disse James.
<Sei matto? Ci ha detto di stare lontani.>
<Vado a dare solo un' occhiata. Scendo col mantello, voi rimanete qui.> insistì James e senza aspettare un secondo scomparve e uscì dalla stanza.
<No! James torna indietro!> urlò Sirius.
James scese le scale, assicurandosi di non avere nessuno dietro che lo stesse seguendo. Appena arrivò davanti alla porta della stanza dove avevano lasciato Lupin legato, si fermò indeciso se entrare o se tornare indietro. Sospirò e spinse piano la porta. Il letto a baldacchino che due ore prima era intatto adesso era completamente distrutto e le corde erano spezzate, nessuna traccia di Lupin. La stanza era completamente vuota. James si guardò attorno, Lupin non c'era, aveva spaccato qualsiasi cosa lo circondasse, le corde erano sfilacciate come se avesse sciolto i nodi con i denti, o meglio, con le zanne. All'improvviso un forte grido riempì la stanza, arrivava dal piano di sopra.
James sobbalzò <Oh no, Sirius e Peter!>
Corse più velocemente possibile le scale e si precipitò nella sala da pranzo, spalancò la porta e si trovò davanti ad una scena spaventosa.
Sirius e Peter accucciati sul divano che urlavano e tremavano, davanti a loro una figura nera, pelosa, in piedi sulle zampe posteriori che ringhiava, sbavava e digrignava i denti e le loro bacchette a terra dall'altra parte della stanza.
<REMUS! REMUS SIAMO NOI FERMATI!> urlava Sirius.
James non sapeva cosa fare, era immobile dietro a quella bestia. Fece un passo e il pavimento scricchiolò, distogliendo l'attenzione dell'animale, facendolo voltare.
<JAMES ATTENTO!>
Gli occhi gialli del lupo cercavano da dove provenisse il rumore. James, da sotto il mantello tirò fuori la bacchetta, la puntò e scandì le parole <Pietrificus Totalis!>
L'animale si stava scaraventando nel vuoto verso James ma si bloccò di colpo, immobilizzandosi e cadendo a terra di faccia. James uscì da sotto il mantello e con la manica si asciugò il sudore sul viso.
<Bella mossa James!> esclamò Sirius, Peter era ancora ammutolito.
Recuperarono le loro bacchette e legarono nuovamente il lupo che stava ancora fermo a terra.Si erano fatte ormai quasi le 5, Peter, James e Sirius erano esausti e stanchi, nascosti sotto al mantello a osservare la sagoma nera a terra e ogni tanto ripetendo l'incantesimo per farlo continuare a stare fermo pietrificato.
<Quando tornerà normale, non gli diremo che ci ha quasi attaccato, altrimenti non ci farà più venire con lui le prossime volte.> disse Sirius e i due amici annuironono.Le prime luci dell'alba scintillavano da dietro la finestra e pian piano il corpo peloso del lupo ritornava al suo stato originale, ovvero quello di un bambino castano e magro.
<Ehi, gguardate.> Peter indicò per terra.
Lupin giaceva rannicchiato e pieno di graffi sul viso. Sirius lanciò un controincantesimo e Lupin inizò a muoversi con molta calma. Alzò la testa dal pavimento e si sedette a gambe incrociate, si stropicciò gli occhi ed esordì <Questa non è la stanza dove mi avevate lasciato..> disse confuso <Cos'è successo?>
<Niente, tranquillo Remus. E' andato tutto bene.> sorrise Sirius rassicurandolo.
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The Marauders' Birth
FantasiQuattro ragazzini sconosciuti si incontrano per la prima volta sull'Hogwarts Express, non sapendo che sarebbe stato il primo di tanti giorni che avrebbero passato assieme.