Peter e Lupin si stavano avviando verso l'ala del castello per la lezione di Divinazione a passo tranquillo.
<Remus, pensi che ce la farò?> chiese di punto in bianco Peter.
<A fare che?>
<A scoprire il mio Animale..> sussurrò.
<Oh, ma si, certo amico.>
<Ma io non sono come James e Sirius..>
<Intendi dire che non sei un idiota saccente?> rise Lupin.
<No, intendo dire che non ho tutto il loro potenziale..>
<Ti stai dando dello sfigato da solo?>
<No, è che dai, guardami.> Peter si fermò nel corridoio e si indicò.
<Ti guardo.> rispose Lupin <E cosa dovrei vedere?>
<Io non sono, cioè, loro sono l'emblema del "Ragazzo Ideale".>
<Bene, con questo mi stai dicendo che sono anche io uno sfigato.> sorrise Lupin.
<No no, non volevo dire questo! Cavolo scusa Remus, mi sono espresso male.>
<Sta' tranquillo Peter, ho capito cosa intendi. Si certo, James e Sirius saranno affascinanti e molto perspicaci, ma hanno anche i loro difetti e tu non ti devi paragonare a loro. Tu sei tu e come tutti hai delle qualità. La tua timidezza per esempio non deve essere per forza un limite ma anzi puo' diventare la tua forza, ricordatelo.>
<Grazie Remus, sei molto saggio per avere solo 15 anni.>
<Lo so, per questo non me la sono presa quando mi hai dato velatamente dello sfigato.> fece un occhiolino.
<Ma non volevo dire quello!> gridò Peter imbarazzato.
Nel frattempo arrivarono in aula che era vuota, anche l'insegnante mancava ancora.
Mentre Lupin e Peter stavano già seduti comodamente ai propri banchi aspettando che cominciassero ad arrivare il resto degli altri studenti, Sirius dalla parte opposta del castello stava correndo per i corridoi sperando di non arrivare in ritardo per l'ennesima volta. Voltò l'angolo e si scontrò con una ragazza, facendole cadere tutti i libri che aveva in mano.
<Ahio!> esclamò la ragazza.
<Accidenti, scusa.> urlò Sirius senza nemmeno fermarsi, poi si girò e correndo all'indietro gridò sorridendo <Comunque sono Sirius.> e la lasciò lì a raccogliere i libri da sola.Sirius arrivò in tempo alla lezione, che fù di una noia mortale, come al solito. Divinazione era per lui, come per il resto dei suoi amici, la materia più noiosa, ridicola e inutile che potessero frequentare. Passarono tutta la lezione ad osservare dentro una palla di cristallo per vedere cosa il futuro gli riservasse ma ovviamente nessuno vide niente, così finirono tutti per inventarsi delle squallide "finte previsioni" solo per far contenta la professoressa o almeno per far credere che si stessero impegnando.
Finito il pranzo James, Sirius, Peter e Lupin stavano camminando verso il cortile quando Sirius si fermò, fece un cenno ai suoi amici e disse <Andate a prendere posto fuori, arrivo subito.>
I tre amici si guardarono con aria perplessa ma non fecero domande e si allontanarono.<Ehi!>
<Oh ciao, tu sei il pazzo che mi ha travolto e poi lasciata lì dolorante a raccogliere i libri.>
<Si esatto, sono io, sono Sirius.> allungò la mano per presentarsi ma la ragazza non mosse un muscolo.
<Non sei stato molto educato.> alzò gli occhi al cielo la ragazza mora.
<Ero in ritardo.>
<E a me cosa importa? Potevi anche darmi una mano.>
<Avrei perso tempo. Però dato che mi sentivo in colpa, sono venuto a scusarmi.>
<E' stato solo un caso.> rispose schietta la ragazza.
<No, non è vero.> esclamò Sirius.
<Quindi mi vuoi dire che se non fossi stata qui adesso, mi saresti venuto a cercare per tutto il castello solo per scusarti?>
<Ok, hai ragione, ho colto l'occasione ma ehi, l'importante è che mi sia scusato no?> la ragazza lo scrutò e fece una smorfia infastidita.
<Si beh, io ora vado. Non è stato un piacere conoscerti Simus.> sorrise la ragazza.
<Sono Sirius.> la corresse. <Ma scusa, non mi dici nemmeno il tuo nome?> gridò per farsi sentire.
<No, non mi va. Se sei tanto curioso dovrai scoprirlo tu Simon.>
<Sirius.> bisbigliò tra sè e sè, mentre appoggiando la schiena ad una colonna osservava i lunghi capelli lisci della ragazza senza nome allontanarsi nel corridoio.
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The Marauders' Birth
FantastikQuattro ragazzini sconosciuti si incontrano per la prima volta sull'Hogwarts Express, non sapendo che sarebbe stato il primo di tanti giorni che avrebbero passato assieme.