28|Quella non era più Hogwarts.

0 0 0
                                    

Piton come suo solito era rintanato in biblioteca, impegnato a leggere e finire il compito di Cura delle Creature Magiche, quando d'improvviso un ragazzo gli si sedette affianco, silenzioso come una biscia.
<Regulus?> chiese Piton stranito <Ehm, stai..bene?>
<Finalmente posso stringerti la mano Severus.>
<Tom!?> esordì Piton stranamente sorpreso.
<Ssh. Abbassa la voce razza di idiota. Sei stato bravo, hai portato a termine il tuo compito in maniera eccellente. Ora tu hai acquisito la mia piena fiducia e beh io ho finalmente di nuovo un corpo.> disse Tom con voce piena di soddisfazione.
<Tom, ci ho pensato. Non voglio questo marchio, toglimelo.>
Tom rise.
<Non ridere, sono serio.>
<Caro Severus, non posso farlo. Tu ora appartieni al Lato Oscuro. Ora sei asservito a me.>
<Avevi detto che mi avrebbe protetto, non che mi avrebbe portato a diventare cattivo.>
<Non ti ho mentito Severus. Quel marchio ti proteggerà davvero, solo che in cambio tu dovrai eseguire degli ordini quando ti verranno richiesti. Il marchio non ti fa diventare "cattivo" come dici stupidamente tu.>
<Quello che voglio dire è che non voglio più fare cose di questo genere.>
<Di che genere di cose stai parlando esattamente?>
<Sto parlando con il corpo di Regulus Black ma con la mente del Signore Oscuro, tu che dici?>
Tom tappò la bocca di Piton. <Se ora non taci, con un incantesimo ti faccio sparire la lingua.> e Piton si ammutolì immediatamente.
<Vedi Severus, hai fatto la tua scelta ormai è troppo tardi per tornare indietro. Ora devi continuare ad aiutarmi per portare a termine il mio piano, come da programma. Non voglio sentire una parola.> Tom si alzò lasciando Piton solo.
Piton, rimasto abbandonato, cominciò a fare mille pensieri ognuno dei quali non aveva niente di buono. Cercava di auto convincersi del fatto che lui fosse una brava persona, un ragazzo normale ma finiva sempre col constatare che avesse portato l'anima di Voldemort, in qualche modo, all'interno della scuola. Questo non poteva portare di certo a conseguenze positive. Regulus, anzi, Tom gli aveva anticipato il suo intento: uccidere Silente. Il continuo pensiero di una possibile morte del preside di Hogwarts aveva lasciato in Piton uno stato di malessere e angoscia talmente forte che mentre stava tornando in sala comune Serpeverde svenne di colpo.
Piton aprì gli occhi. Aveva freddo e percepiva un'aria umida che gli sporcava la pelle. Il braccio gli pulsava, il marchio bruciava.
Piton non capiva cosa stesse accadendo, quella non era più Hogwarts. Si tirò su da terrra, era tutto scuro e spento. C'era un'atmosfera macabra e un sottofondo di lamenti sofferenti.
<Dove diamine mi hai portato!> urlò Piton osservandosi il braccio. Piton è sempre stato un ragazzo molto intelligente e sapeva benissimo che in tutto quello c'era lo zampino di Tom.
Cominciò a camminare e guardarsi intorno per capire dove si trovasse ma vedeva solo buio.
Poi, mentre camminava, iniziò a percepire intorno a sè che non stava camminando in corridoi chiusi da mura ma c'erano delle celle.
Celle vuote che urlavano ognuna qualcosa: lamenti di dolore, risate psicotiche , preghiere di speranza.
<Tutti questi rumori appartengono alle persone che sono detenute qui?> pensò tra sè e sè Piton.
<Perchè mi hai portato in una prigione!?> domandò retoricamente.
A quella domanda una cella precisa si illuminò davanti a lui, era aperta.
Piton si avvicinò a leggere la targhetta del nome:
Fenrir Greyback.
E li Piton capì.
<Non mi hai portato in una prigione qualunque. Questa è Azkaban.>

The Marauders' Birth  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora