25|R.A.B.

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<Cosa stai facendo qui in silenzio?>
<Shhh, guarda!>
Sirius si affacciò dalla colonna dove era nascosto suo fratello Regulus e notò subito Piton che gesticolava all'aria.
<Ma quello è Pivellus. Ma parla da solo?>
<Si. Stavo tornando dalla Sala Grande quando l'ho visto li a parlare al muro, per questo mi sono fermato ad osservarlo, volevo origliare per capire cosa stesse facendo ma non sento! Tu riesci a sentire qualcosa?>
<Ma fratellino che problema c'è? PIVELLUS!> urlò Sirius sbucando fuori dalla colonna avvicinandosi a Piton e avvoggendogli un braccio attorno alle spalle. <La parete è la tua nuova amica?> chiese beffardo, Regulus dietro di lui a seguirlo imbarazzato.
<Lasciami in pace Sirius.> fece, togliendosi bruscamente il braccio di Sirius di dosso.
<Non capisco, tu puoi farti gli affaracci miei e dei miei amici e io non posso farmi i tuoi? E' una bella ingiustizia questa, non trovi?>
<Io non mi faccio gli affari di nessuno.>
<E come no. E' 5 anni che ci studi, ci origli, fissi. Allora le cose sono due, o sei innamorato di me, perchè sono sicuramente il più carismatico dei quattro, oppure sei un ficcanaso.>
<Ah ah ah, sei simpatico sai?> rispose Piton ironico.
<Questo lo so già ma dimmi qualcosa che non so, ad esempio cosa ci fai qui a parlare da solo.>
<Non sto parlando da solo..> smentì Piton.
<Si che lo fai, mio fratello ti ha visto.> e si spostò indicando Regulus al suo fianco.
<Lui è tuo fratello?> chiese Piton rivolto verso Regulus. Piton conosceva Regulus di vista, essendo entrambi della Casa Serpeverde lo incontrava spesso in sala comune, Regulus è un anno più indietro, per questo non partecipano alle stesse lezioni e Piton non ha mai avuto occasione di sapere come facesse di cognome ma se avesse saputo che era un Black sicuramente ci sarebbe arrivato subito che fossero imparentati.
<Si, sono suo fratello e quindi?> confermò secco Sirius.
Piton non rispose, girò le spalle e si incamminò verso la Sala comune Serpeverde.
<E' tutta colpa tua se adesso Voldemort può tornare, sappilo.> gli urla dietro Sirius. Piton si voltò, fissò i due fratelli per qualche secondo poi ritornò sui suoi passi scomparendo girando il corridoio.
<Certo che quello è tutto strano.> ammise Regulus grattandosi la testa.
<Stagli alla larga, fammi sto favore.>

Era ormai arrvata l'ora di rincasare e i due fratelli si divisero ognuno diretto alla propria sala comune. Mentre Sirius camminava col suo solito passo sicuro, si ritrovò Jade davanti a sè.
<O'Brien dobbiamo smetterla di beccarci così.> disse con fare beffardo.
<Black, è sempre un piacere vederti.>
Sirius le sorrise ma questa volta fù involontario.
<Stai sorridendo. Perchè sorridi?> chiese Jade, notando un'espressione in Sirius che non aveva mai visto, sembrava quasi un bambino.
<E' vero, sto sorridendo.> realizzò Sirius. <Non lo so, sei tu che mi fai sorridere immagino.> disse ma non con il suo solito fare ironico, questa volta le sue parole erano limpide, senza secondi fini.
<Quante personalità hai dentro di te Sirius Black? Ogni volta che ti incontro conosco un ragazzo sempre diverso. Mi incuriosisci devo ammetterlo.> sorrise Jade.
<Meglio così. Magari smettiamola di incontrarci a caso nei corridoi e iniziamo a vederci seriamente, per conoscerci meglio, che dici? Anche tu mi incuriosisci parecchio Jade O'Brien dall' Irlanda.>
<Per me va bene.>
<Venerdì c'è la festa dei Gargoyle a Hogsmead, nel pomeriggio non abbiamo lezioni, burrobirra ai tre manici di scopa e qualche chiacchera ti attira come idea?> chiese Sirius in modo persuasivo.
<Andata Black.> acconsentì Jade sorridendo.
<E' un appuntamento.> sorrise di rimando Sirius con espressione maliziosa.
<Come? No cioè, si. Lo è? Dimmelo tu.> rise imbarazzata Jade.
<Facciamo che lo è.> fece l'occhiolino Sirius.
<Va bene, ora vado. Sempre se non ci becchiamo ancora per i corridoi altrimenti a Venerdì.> salutò Jade prima di andarsene e scoccò un veloce bacio sulla guancia a Sirius, con molta naturalezza.

<Ragazzi, venerdì esco con Jade.> informò Sirius trionfante ai suoi amici mentre si toglieva la divisa e si infilava i pantaloni del pigiama.
<Grande! Che fate?>
<Hogsmead, nulla di particolarmente entusiasmante.>
<Ah si, c'è la festa vero?> chiese James. <Magari posso portarci Lily io.>
<Senti Potter, va bene tutto, amici si ma io le uscite a quattro non le faccio.>
<Ma chi ha detto che intendevo con te e Jade.>

<Penso di aver trovato il ragazzo.>
Piton era seduto alla scrivania della sua stanza, solo e immerso nel buio, la luce fioca della candela ormai quasi spenta sul comodino gli illuminava il volto facendo risaltare ancora di più i suoi capelli neri e il suo naso adunco.
<Ah si? Dimmi dimmi.> intervenì Tom nella sua testa.
<Regulus Black, Serpeverde.>
<Un Serpeverde è uno di famiglia, sangue puro. Bravo Severus.>
<E ora?>
<Ora devi attirarlo a me.>
<Cioè?> Piton non capiva.
<Il libro Severus. Il libro dal quale mi hai liberato. Faglielo trovare, fai in modo che lui lo apra e io potrò aggirarmi nuovamente tra i corridoi di questa stupida scuola.>

Era ormai tardi, tutte le luci erano spente nella scuola di Hogwarts. I personaggi dei quadri erano già scomparsi dalle proprie tele, anche fantasmi e elfi domestici erano andati a dormire e non c'era un rumore in tutto l'intero castello.
Si sentivano solo i trascinati passi di Piton che aveva deciso di agire proprio in quel momento, quando non fosse sotto gli occhi di nessuno. Sgattaiolò in biblioteca a riprendere il libro che aveva trovato, in lui una sensazione di paura e adrenalina lo assaliva dalla testa ai piedi. L'intera biblioteca era un cimitero di libri, non volava una mosca e non si vedeva assolutamente nulla.
<Lumos> sussurrò Piton e dalla sua bacchetta fuoriuscì un piccolo spiraglio di luce che riuscì a permettergli di aggirarsi nelle varie corsie fino ad arrivare in quella dei libri proibiti dove ritrovò il libro custode dell'anima di Tom.
<Eccolo Severus, è quello prendilo.> ordinò la voce di Tom.
Appena Severus prese in mano il libro si sentì leggero, come se si fosse tolto un enorme peso di dosso.
<Tom ora che faccio?> bisbigliò Piton.
<Tom ci sei?> ma Tom non rispondeva più e Piton capì immediatamente che il peso che si era appena tolto era proprio Tom.

Uscì veloce dalla biblioteca e si diresse all'entrata della sala Grande. Affianco alla porta c'è una gigantesca bacheca sul quale sono trascritti tutti gli orari personali di tutti gli alunni.
<Regulus Black> sussurrò Piton e un nome si illuminò mostrando che l'indomani la prima lezione che avrebbe affrontato Regulus sarebbe stata trasfigurazione, nell'aula dei sotterranei.
Stanco e stravolto Piton si diresse come ultima tappa verso quell'aula, con la sua bacchetta sempre accesa per farsi luce nell'immensità di quella scuola.
Aperta la porta dell'aula si trovò davanti a 14 banchi, ognuno già contrassegnato con le sigle dei rispettivi alunni che avrebbero iniziato la lezione il mattino seguente.
Piton li guardò uno ad uno almeno una ventina di volte ma non trovò un banco con le iniziali di Regulus.
<Alohomora.> sussurrò puntando la bacchetta in direzione del cassetto della cattedra della professoressa, e trovò la pergamena dei nomi degli alunni.
<Fortunatamente sono in ordine di cognome.> pensò Piton, perciò non dovette sfogliare molte pagine per arrivare alla B.
<Ecco! Regulus Acturus Black!>
Detto quel nome, la sigla di un banco si illuminò.

R.A.B.

Vi lasciò il libro sopra e si volatilizzò ritornando sfinito nella sua stanza e facendola franca.

The Marauders' Birth  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora