capitolo 2

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Capitolo 2

Presente

Robin aveva passato l'intera nottata in bianco, seduta su una sedia di plastica molto scomoda, ad osservare la sua bambina distesa su quel letto immobile.

La cosa che le faceva più male di tutto, ancora di più della schiena, in quel momento, era non essere riuscita a reagire in tempo.

《Non è stata colpa tua》 le sussurrò il marito, proprio nell'istante in cui una lacrima le rigava il viso per cadere sulla manina della piccola che stringeva la sua.

La donna si voltò e, con l'altra mano cercò quella del marito che la strinse prontamente e la baciò.

《Andrà tutto bene, vedrai. Lo so che odi questa frase perché la dicono sempre e ogni volta non va mai bene, ma dobbiamo essere ottimisti. Lei vorrebbe che lo fossimo...》 disse l'uomo, sedendosi sul letto, osservando la sua bambina.
《 Inoltre ne ha già passate di tutti i colori e ne è sempre uscita intatta. È una bambina forte, proprio come sua madre》terminò Maurice, spostando lo sguardo dalla piccola alla moglie e appoggiando la fronte alla sua.

《Ti amo》 sussurrò Robin.

《Ti amo anch'io amore mio》 rispose lui 《Ora va. James ti aspetta in macchina per andare a scuola. Ci penso io a stare con Gloria.》

La donna prese la sua borsa ed il giaccone e, dopo aver lanciato un'ultimo sguardo alla piccola dalla vetrata, uscì dall'edificio e raggiunse James.

Il padre, nel frattempo, senza mai mollare la mano della figlia, si sedette, prese dal comodino il libro che la moglie aveva appoggiato la notte prima e, dopo essersi schiarito la voce, iniziò a leggerlo ad alta voce:

"C'era una volta, in una grande città di mare, un mercante ricchissimo..."

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Passato

" -Tu sei riuscita a vincere un maleficio che mi condannava a restare in questo castello, sotto forma di essere mostruoso, fino a che una fanciulla buona avesse acconsentito a sposarmi. Ora sarai regina del mio regno e mia sposa amatissima.-

Celebrarono subito le nozze e vi parteciparono anche il padre ed i fratelli di Belle. Le sorelle, invece, sparirono e nessuno le vide mai più."

Terminò di leggere la madre, sospirando.
《Non vuoi proprio saperne di dormire tu, piccola peste, vero?》chiese, mentre guardava la neonata sulla culla.

A vederla così aveva un volto quasi angelico..eppure erano notti che Belle non dormiva più, a causa sua. La svegliava in piena notte piangendo perché voleva il latte o aveva fatto i bisogni e, se non era la piccola a svegliarla, era lei a non chiudere occhio per le troppe preoccupazioni ed i mille pensieri.

《Ancora nulla?》 chiese una voce roca dal sonno alle sue spalle.

《No caro..mi dispiace, ti ho svegliato? Ormai sono mesi che va avanti così, non so più che fare..》

《Non preoccuparti, cara. In ogni caso non riuscivo a dormire. Il lavoro...

Vedrai che starà bene, aspettiamo ancora un po' e vediamo cosa fare.》

Fu in quell'istante che alla rossa venne un'idea. 《Stavo pensando..invece di andare dal medico potremmo provare a chiedere al sindaco, Regina..corre voce che abbia adottato un bambino nato da poco anche lei e magari sa dirci qualcosa di più riguardo ai neonati》

L'uomo non era molto contento di questa scelta; lui e Regina avevano un legame di amore-odio, se così si può definire. Ma avrebbe fatto di tutto per sua figlia, proprio come lo stava tutt'ora facendo per suo figlio.

E fu per questo che lasciò perdere ed acconsentì. Ma ad una condizione. Sarebbe stata la madre a parlarle. Belle ci sapeva fare con la gente in generale, mentre lui...diciamo che non era proprio il genere di persona amata da tutti. Più che altro lo temevano. Ed a lui non dispiaceva essere visto così. Fino ad allora.

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Stavo ancora camminando nel bosco, quando, all'improvviso, qualcuno che andava di fretta mi urtò la spalla, superandomi e facendomi cadere di faccia per terra.

《EI!!》 urlai, rialzandomi ed inseguendo la figura.

《Fermati! Mamma non ti ha insegnato le buone maniere!?! Si chiede scusa!!》 urlai, sempre inseguendola.

La figura si bloccò alle mie parole e, lentamente, si voltò.

Era una ragazza molto giovane, vestita da forestiera, con dei pantaloni da ragazzo ed una pelliccia con un cappuccio che le copriva il viso. Nonostante ciò riuscivo a vedere che aveva la pelle bianca come la neve, gli occhi quasi neri come la pece, così come i capelli lunghi che le ricadevano sulle spalle.
《Mia mamma è morta prima di potermi insegnare a farlo. E poi non ti devo proprio nulla, eri tu che eri in mezzo》 rispose la ragazza, in tono acido, in contrasto con la raffinatezza dei suoi tratti.

Ad un tratto ebbi un' iiluminazione: occhi neri come la pece, pelle bianca come la neve, madre morta quando era giovane...mi veniva in mente solo una persona con quella caratteristiche ed il luogo fiabesco aiutava a credere fosse lei.

《Aspetta ma te sei Bianca-》feci per chiedere, prima di essere bruscamente interrotta.

《NON dire il mio nome. Lei potrebbe sentirti. E credimi, è meglio per entrambe se non lo sa. Io me la potrei cavare, ma tu..》ordinò, guardandomi scettica.
《EII! Non sottovalutarmi, so difendermi da sola e farmi valere. Sarò anche piccola ma non ho paura della Regina Cattiva》 affermai con tono più sicuro possibile.

《Fantastico, mi mancava la bambina che attirasse da me Regina..》disse la mora tra sé e sé 《Seguimi prima che arrivi, ti porto al mio rifugio》 affermò la ragazza in tono autoritario.

Vedendo che non avevo intenzione di spostarmi mi afferrò il braccio e iniziò a correre. Controvoglia, la seguii, finché non arrivammo ad una capanna nascosta nel bosco.

Una volta dentro accese il fuoco, si tolse la pelliccia e iniziò a fare da mangiare. Le pentole, i mobili e tutto lì dentro mi ricordavano le case di una volta e quelle che c'erano disegnate sui libri di fiabe che leggevo da piccola.
《C'è mancato poco lì fuori. Volevi che la mia matrigna mi uccidesse vero?! Scommetto che ti ha mandata lei come una dei suoi scagnozzi! Si può sapere come diavolo ti chiami almeno? E come diamine sei vestita?》

Sbottò la mora porgendomi un piatto con una zuppa bollente dentro.

Iniziai a mangiare e, cercando di mantenere la calma, risposi

《Primo, no, non so nemmeno chi sia la tua matrigna, dato che non so nemmeno chi sei tu, secondo io sono Gloria, sono nuova qui e vengo da un mondo che è molto lontano da qui, anzi vorrei proprio tornarci. E per ultimo, sono vestita proprio come ero vestita quando sono caduta da cavallo prima di venire qui, nel mio mondo》

La mora rifletté qualche secondo sulle mie parole, poi si calmò e si sedette su uno sgabello mangiando anche lei

《Va bene, allora, siamo partite col piede sbagliato. Perdonami per prima, stavo scappando dalla Regina, nonché mia matrigna, sono Biancaneve e scappo da lei perché mi vuole morta siccome dice che io le ho rovinato la vita e, prima che tu lo chieda, sì, in un certo senso, l'ho fatto. Ti aiuterò a trovare casa tua, ma sappi che non ce la faremo da sole e che, se starai con me, saremo sempre in fuga e dovrai raccontarmi la tua storia per filo e per segno》

Nonostante le maniere brusche ed il modo di fare non proprio amichevole iniziale, quella ragazza mi ispirava fiducia, ed il fatto che fosse Biancaneve, mi rendeva più facile fidarmi di lei.

《Va bene...però anche io devo conoscere la tua di storia, sono curiosa e voglio aiutare》ribattei io, prendendo il suo piatto ed andando a posarli.

《Affare fatto. Dunque, qual'è l'ultima cosa che ricordi?》

La ragazza che crede nelle favole volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora