Ed eccomi di nuovo lì, nella stanza d'ospedale, dopo anni. Di nuovo.
Sbuffai, mi guardai intorno e notai dalle persone che ero ancora nella cittadina del Maine.
Mi grattai la tempia cercando di ricordare l'accaduto e notai che non avevo nessuna flebo, solo un bicchiere con dell'acqua e dello zucchero sul comodino e del ghiaccio.
Notai che mi faceva male la fronte e vidi che avevo un ematoma. Stavo per alzarmi quando qualcuno entrò sbattendo la porta dalla fretta, costringendomi a stendermi di nuovo e voltarmi.
La prima persona che vidi fu il ragazzino, seguito da una donna, coi capelli corti neri, gli occhi verdi, la carnagione bianca latte e con ancora dei libri di scuola in mano.
《Stai bene, grazie al cielo!》 esordì il ragazzo, venendomi in contro, preoccupatissimo.
La donna, mortificata, si avvicinò, scusandosi
《Lo perdoni, la prego. Ha insistito per venire a vedere come stava, nonostante stesse seguendo la mia lezione, appena ha saputo dell'incidente》mi spiegò la donna.
Spostai il mio sguardo sul ragazzino e gli lanciai un'occhiata di rimprovero.
《Salti scuola per venire in ospedale a trovare una completa estranea?!》 lo punzecchiai.
Lui non sorrise e si fece di colpo serio, il libro di favole (che doveva aver recuperato dalla mia macchina) stretto tra le mani
《Non sei un'estranea, sei mia-》《Zia..sì, me l'hai già detto》risposi, ormai rassegnata, scambiando con la donna uno sguardo d'intesa. Quest'ultima annuì e parlò ad Henry
《Piccolo, la signorina è stanca, ha avuto un incidente brutto, che ne dici di aspettare fuori finché ci parlo io? Ti prometto che appena so qualcosa in più te lo dico》 disse la donna, col tono più gentile possibile.
Con quella voce amichevole, avrebbe convinto qualsiasi bambino; Henry, infatti, annuì ed uscì, lasciandomi sola con la donna.
《Che sbadata, mi scusi ancora. Mi chiamo Mary Margaret e sono l'insegnante di Henry, come penso avrà capito dai libri》 disse, una volta sole, la donna, mostrando questi ultimi.
Io sorrisi e mi misi a sedere 《Sì, avevo intuito...Beh, Piacere Mary Margaret, io mi chiamo Gloria, sono nuova qui...》 la donna annuì, incitandomi a continuare
《Sa, io sono italiana, ma vivo a Londra e, proprio ieri, Henry è venuto a casa mia per portarmi qui. Io ho acconsentito a patto di tornare subito dopo averlo riportato da sua madre, Regina.
Io, in compenso, ho ascoltato la sua storia, secondo la quale io sarei sua zia...》
La donna abbassò lo sguardo in senso di colpa e sorrise.
《Sa, quel ragazzo è pieno d'immaginazione. Ma è anche molto solo...Regina è una donna dura sì, ma non è solo quello...è stato abbandonato dalla madre naturale e come tutti si chiede perché...perciò gli ho dato quel libro di favole...》la donna si fermò, rialzando lo sguardo e posandolo su Henry
《Credere anche solo nella possibilità di un lieto fine è una grande cosa e può fare la differenza...》
Mentre ascoltavo la mora, la osservai e, pian piano, una alla volta, mi passavano in mente i luoghi in qui avevo potuto vederla in precedenza...
Infatti, sin dall'inizio, avevo avuto la stessa sensazione di deja-vu che avevo avuto con il ritratto.
Tuttavia, nonostante mi sforzassi, non riuscivo a ricordare a chi assomigliasse.
《Mi scusi se m'intrometto ma Henry a lei ha detto che è sua zia... ovvero, la sorella di chi? Che io sappia la signorina Swan è figlia unica...》 disse la mora, distogliendomi dai miei pensieri.
《No, no io sarei la sorella di suo padre...》 risposi, con la mente sempre persa nei miei pensieri
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La ragazza che crede nelle favole volume 1
FantasyCosa succederebbe se tutto il mondo circostante non fosse quello che hai sempre creduto che fosse? Se scoprissi che le fiabe non sono solo racconti ma mondi reali a sé...scopriamolo con Gloria ed i suoi amici.