capitolo 8

30 10 6
                                    

*presente*

《Mi spiace dirvelo così, ma se la bambina non migliora tra qualche giorno dovremo prendere provvedimenti drastici》 annunciò il medico, lasciando la famiglia della piccola Gloria di stucco.

Robin si aggrappò al colletto della camicia di Maurice, e scoppiò in lacrime. Sì, era vero, non andava sempre d'accordo con lei, ma era pur sempre sua figlia, non di sangue, certo, ma l'aveva cresciuta lei, l'aveva accudita, consolata... ed aveva sperato fino all'ultimo di salvarla. Non era detta l'ultima parola ancora, è vero, ma la donna non era certo nota per il suo ottimismo.

Pensava che esso fosse pessimismo pensato male, e preferiva essere realista per non restarci troppo male.

Maurice, strinse a sé la moglie tra le braccia, lo sguardo perso sulla figlia che giaceva inerme sul letto di ospedale, gli ritornavano alla mente tutti i ricordi assieme a lei dal primo all'ultimo, da quando l'aveva presa in braccio quando era ancora avvolta nella copertina, all'ultima volta che l'aveva salutato con un bacio sulla guancia, prima di andare ad equitazione.

Non poteva perderla, non ancora. Era troppo piccola, aveva la vita davanti e lui aveva ancora troppo da insegnarle e rimproverarle.

James dal canto suo, se ne stava in disparte, indeciso se dire che quel movimento che la sorella aveva fatto non lo aveva immaginato e passare per pazzo disperato, o se tacere e guardare i suoi soffrire in silenzio.

Il medico comprese che la situazione era intima ed uscì dalla stanza, lasciando la famiglia sola.

*nel frattempo, nell'altro presente*

Poche ore dopo a svegliarmi fu un rumore sospetto proveniente da fuori.

Mi alzai di scatto, mettendomi seduta, non riconoscendo il posto subito.

Ci misi qualche secondo a ricordare che ero nella casa di Cappuccetto Rosso, anche nota come Ruby, con Belle, James, e Biancaneve.

Mi guardai intorno, ispezionando il posto, e notai che all'appello mancava proprio la ragazza dagli occhi color vetro ed i capelli neri come la notte.

Un'altro colpo alla porta mi fece sussultare e alzare ritta in piedi all'istante. Il legno della casa avrebbe ceduto al terzo colpo di quella cosa. Presi un respiro profondo e, cercando di non svegliare nessuno, afferrai il bastone di Belle e mi misi il mantello addosso. Aprii la porta e me la rinchiusi alle spalle lentamente brandendo la mia arma in cerca del mostro che mi aveva svegliata; guardai prima a destra e poi a sinistra ma non c'era traccia di nessuno. Non feci in tempo a fare un passo in avanti che mi congelai sul posto: due occhi gialli erano puntati su di me come due fari. Davanti a me, distante mezzo metro, si trovava un'esemplare di lupo, sulla difensiva, che fissava il bastone come ad intimarmi di abbassarlo.

Mi guardai intorno in cerca di un'altra qualsiasi arma, e fu in quell'istante che lo notai. Il mantello rosso di Ruby, che splendeva come sangue sotto la luce bianca della luna piena.

Ruby era un lupo. Anzi, Cappuccetto Rosso era anche Il Lupo.

Cercai di ignorare l'ironia di questo fatto e concentrarmi su come agire.

Per fortuna, avendo letto sia Twilight che Harry Potter, avevo abbastanza confidenza con quelle creature. Tenendo il bastone basso e muovendomi a passi lenti mentre cercavo di mettere a cuccia la lupa, andai verso il mantello.

《Tranquilla, Ruby, sono io, Gloria》dissi, cercando di tenere la voce il più ferma possibile, mentre tiravo su da terra il mantello.

《Ora io mi avvicino, ok? E mi faccio annusare...》 affermai, avvicinandomi a passi lenti e porgendo la mano all'animale che, nel frattempo sembrava essersi calmato.

《Brava...così...》 continuai, accarezzandola e pregando nessun animale o persona facesse un suono che avrebbe scatenato la sua paura.

Una volta calmatasi, la lupa appoggiò le zampe, mettendosi distesa e chiuse gli occhi. Fu in quell'istante che pensai a come ritrasformarla. Considerando che fino a poche ore prima Ruby era in forma umana, ma la luna piena era già in cielo, doveva essere qualcosa ad impedirle di trasformarla.

Le appoggiai sopra il mantello, intuendo che era stata l'assenza di esso che l'aveva fatta trasformare, e pregando di non sbagliarmi.

Pochi istanti dopo la mora alzò il capo, la fronte corrugata, lo sguardo confuso. Si alzò in piedi e domandò

《È successo di nuovo?》 facendo un espressione mista tra dispiaciuta e rassegnata, talmente buffa da strapparmi un sorriso.

Cercando di tranquillizzarla, sorrisi annuendo e scherzando

《Presumo di sì》

La ragazza che crede nelle favole volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora