Capitolo 15

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Feci un respiro profondo prima di entrare, dopodiché spinsi la porta.

Una volta dentro non credevo ai miei occhi.

Fu come quella volta in coma: il respiro mi si bloccò in gola, la bocca aperta, gli occhi illuminati da lacrime di gioia.

Ok, Gloria, riprenditi, non sei più in un sogno, sei nella realtà.

E basta pensare al coma.

Feci un passo verso uno degli scaffali di libri ed esplorai i vari titoli, sfiorando le copertine col dito, cosa che faccio sempre.

Quest'ultimo si soffermò su un titolo in particolare, uno dei miei libri classici preferiti: Piccole Donne di Louisa May Alcott.

Afferrai il libro con la mano per prenderlo e portarlo alla bibliotecaria per prenderlo in prestito, ma qualcosa mi bloccò dal farlo.

Dall'altra parte scorsi la rossa che stava prendendo un altro libro e mi bloccai col libro a mezz'aria.

Ci fu un lungo scambio di sguardi tra me e la ragazza durante il quale potei riconoscerla del tutto.

Era chiaramente Belle, la stessa del coma.

Non era cambiata per nulla, non sembrava nemmeno invecchiata.

In questa città nessuno sembrava invecchiare, era come se il tempo fosse fermo.

Ed in effetti l'orologio della torre era fermo la sera in cui ero arrivata e lo era sempre stato a detta di tutti. Era rotto, dicevano...

《Ei, mi sta ascoltando?! 》 disse la rossa, divertita, togliendomi ai miei pensieri ed appoggiando il libro sul bancone.

Io scossi la testa per ritornare sul Pianeta Terra e, raggiungendola, il libro tra le braccia, risposi di no, scusandomi.

《Fa nulla. Ti avevo chiesto come ti chiamassi e se ti serve aiuto》 ripeté Belle.

Io appoggiai il libro sul bancone

《Mi chiamo Gloria, sono nuova qui. E sì, vorrei prendere questo in prestito》 dissi, indicando il libro.

《Anche te amante dei classici, vedo》 affermò lei, passando il libro 《bene, hai un mese per leggerlo e restituirlo》 concluse, per poi aggiungere, incerta 《Non ti spiace se ti do del tu, vero?》

Io annuii distratta e presi il libro. La mia attenzione era stata catturata dal libro che la rossa aveva appoggiato sul bancone:

"La Bella e la Bestia" , il mio preferito.

La cosa assurda era che era identico alla mia edizione, che era rara da trovare e che era l'unica cosa che i miei genitori naturali avevano lasciato sulla culla.

Ma non era possibile. Io non assomigliavo per niente a quella Belle fisicamente.

E poi chi sarebbe il padre?

Meglio non rifletterci troppo su, pensai.

La rossa notò la mia particolare attenzione per il libro e, prendendolo in mano, disse

《Oh, questo è il mio libro preferito. Me l'ha regalato mio padre, prima che me ne andassi da casa, per ricordarmi di essere forte sempre, e ricordarmi di mia mamma. Me lo leggeva sempre, prima di morire...》

In quel momento mi sentii in colpa per tutte le strane congetture fatte. Era un ricordo di famiglia, ma certo!

《Oh, mi spiace》 mi affrettai a dire.

《Sai, anche io, come la protagonista, ho potuto passare poco tempo coi miei genitori...a dire il vero non li ho mai conosciuti...sì ne ho di adottivi ed anche fantastici ma quelli naturali non ho idea di chi siano. Henry dice che sono sua zia, sorella di un certo Baelfire e che i miei genitori sarebbero Belle e Tremotino, ovvero nelle favole, la Bella e la Bestia, ma è...beh, assurdo...》

La ragazza che crede nelle favole volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora