capitolo 25

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Il giorno dopo mi svegliò un rumore proveniente dalla porta: era qualcuno che bussava insistentemente. Ci misi un po' a realizzare. Doveva essere la signorina Swan che veniva ad arrestarmi come promesso.

Mi vestii e lavai in fretta e furia ed andai ad aprire. Appena la porta fu aperta, in casa cadde il gelo, tutto sembrò farsi più scuro ed un brivido mi attraversò la schiena. Era Gold, o meglio, Tremotino e non sembrava per niente contento.

Anzi, sembrava decisamente arrabbiato e quasi...deluso?

Non ebbi il tempo di dire nulla perché entrò a grandi passi a casa mia. Ruby era già andata a lavoro, quindi ero sola in casa.

《Che diavolo ti viene in mente?》 urlò Gold, facendomi sussultare

《I-io non ho idea di cosa tu stia parlando...》 balbettai, terrorizzata

《Certo che lo sai! Mandare tua madre in coma a quel modo! E tutto per cosa? Vendetta?!?》

《Aspetta, chi ti ha detto che sono s-》 provai a giustificarmi io.

Io so sempre tutto, quante altre volte devo dirtelo?》mi interruppe lui, avvicinandosi e facendomi indietreggiare verso il piano cottura.

《Beh, se sai sempre tutto come dici dovresti sapere anche che non sono stata io》 ribattei io, cercando di mantenere la calma

《La polizia la pensa diversamente, mia cara》 rispose lui, con tono saccente.

Smisi di respirare. Aveva parlato con Emma? O forse era stata Regina a dirglielo. Mi era impossibile credere che la bionda mi avesse fatto un simile torto. No, non dopo ciò che avevamo passato. Per quanto riguarda Regina, beh, era più facile da credere.

《No, non è stata Regina, né Emma》 affermò lui, quasi come se mi avesse letto la mente 《È stato Graham. Mi ha chiamato subito dopo aver indagato, mentre ero da Belle in ospedale e te eri chissà dove con chissà chi. Ha pensato che, essendo la persona più vicina a lei dovessi saperlo...avrebbe chiamato anche te ma eri irraggiungibile...ed io penso di sapere perché...》 continuò, facendomi capire che aveva capito tutto.

Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere perché in quel momento sentii un rumore di motore che si spegneva. Era la macchina gialla della bionda. Qualche minuto dopo infatti Emma entrò dalla porta e dichiarò di dovermi portare nel suo ufficio per farmi delle domande

《Faccia pure, Signorina Swan. Io non ho più nulla da dire a questa persona》 affermò Gold, lanciandomi uno sguardo gelido

《Non la riconosco nemmeno più...》 sussurrò, in modo che potessi sentirlo solo io, mentre andavo verso Emma.

Quelle parole mi ferirono all'interno. Mi immaginavo che non sarebbe stata facile, Emma mi aveva avvertita ma...insomma, sentire mio padre parlarmi così e non credermi mi aveva fatta sentire malissimo. Se nemmeno la mia stessa famiglia mi credeva chi lo avrebbe fatto?

《Gloria tutto bene, lì dietro?》 domandò la Salvatrice, osservandomi dal finestrino. Il mio viso non negava le mie emozioni. Anzi, le evidenziava. Mi affrettai a ricompormi e le risposi

《Sì, Emma tutto bene, tranquilla》

《Qualsiasi cosa Gold ti abbia detto non è vera. Quell'uomo è un maestro di giochi di parole e lavaggi del cervello.

È strano. A dire il vero non ho mai capito se è buono o cattivo...》

《Lo so Emma. Ma ha ragione in un certo senso. Tutte le prove sono contro di me e tutti crederanno a lui. Penseranno che sia stata effettivamente io e nessuno mi riconoscerà più...》

《Ma te sarai sempre te stessa, ed è questo che conta. O no?》

《...immagino di sì...》 risposi.

Nel frattempo, eravamo arrivate. Emma mi fece scendere dalla macchina e, come la prima volta, seguì la stessa procedura che all'epoca fece Graham, con l'unica eccezione che lei sapeva che non ero colpevole. Mi fece le foto segnaletiche, mi mise in cella e la chiuse chiave, dopodiché, prendendomi le mani e stringendole, mi guardò negli occhi e parlò
《Gloria, non devi preoccuparti, ti tirerò fuori di qui. Ci sono già passata con Mary Margaret, posso farlo ancora. David mi ha aiutato all'epoca. Lo faranno ancora. Vado a cercarli ed assieme troveremo un piano. Torno subito. 》

Detto ciò prese la sua giacca rossa ed uscì lasciandomi sola coi miei pensieri.

《Quindi è vero...sei stata tu?》 domandò una voce fin troppo familiare.

《Bae...no, non anche te...mi è già bastata l'infuriata di nostro padre》lo implorai io, da dietro le sbarre.

《Sai una cosa? Prima di trovarti, ero solo. Ero stato costretto ad abbandonare la donna che amavo, Emma e mio padre mi aveva abbandonato per codardia. E, pur avendoli entrambi qui, a Storybrooke, non osai avvicinarmi a loro per molto, molto tempo. Con Emma è stato più facile e, per fortuna, mi ha perdonato, ma con papà...beh, per anni ho cercato il coraggio di perdonarlo. E non ne sono mai stato capace...》

《Bae...》sussurrai, con la voce rotta

《Non fino a quando Henri ti ha portata qui. Da quando ci siamo ritrovati io ho ritrovato la fede. E la speranza...fino a poche ore fa.

Belle non è la mia madre naturale è vero, ma mi è stata più vicina lei della mia vera madre. Ed io le voglio bene. Anche perché è anche grazie a lei che c'è ancora dell'umano in nostro padre...》

《Bae, non puoi dirmi che credi davvero che sarei capace di fare una cosa del genere alla piamadre naturale...il sangue del mio sangue...》 dissi, la voce rotta dal pianto

《...Perché non saresti in grado? In fondo ti ha abbandonato, come papà fece con me. Ed anche io all'epoca volevo ferirlo come lui fece con me...quindi ti capirei, in un certo senso...ma non risolverai nulla così》concluse il suo discorso Neal.

Vedendo che non rispondevo si avvicinò alle sbarre e mi sussurrò
《Pensaci. Non vale la pena...》
per poi andarsene proprio un secondo prima che Emma tornasse con Mary e David.

La ragazza che crede nelle favole volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora