capitolo 14

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Mi trovavo in un bosco, era buio, non c'era anima viva intorno.

Il mio primo istinto sarebbe stato quello di urlare, ma un rumore mi bloccò. Era il suono di un ramo spezzato; temendo fosse un animale, presi un bastone da terra e lo alzai di fronte a me per difendermi. Dai rami spuntò timidamente una figura: era un ragazzino di dieci, forse undici anni, capelli mori, occhi scuri, vestiti modesti. Lo riconobbi subito: Baelfire.

Stavo per parlare ma mi fermai appena mi resi conto che lui non sapeva chi fossi e non mi aveva mai visto, nemmeno in un ritratto

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Stavo per parlare ma mi fermai appena mi resi conto che lui non sapeva chi fossi e non mi aveva mai visto, nemmeno in un ritratto.

《aiuto, ti prego》mi implorò, in un sussurro, avvicinandosi lentamente
《non trovo mio padre...》

Era sul punto di piangere ed il mio istinto mi disse di abbracciarlo per non farlo sentire solo.

Ma nel momento esatto in cui strinsi le mie braccia attorno al suo esile corpo, lui scomparve, lasciandomi ad abbracciare l'aria.

Non ebbi nemmeno il tempo di chiedermi come era possibile perché mi svegliai di colpo col fiatone.

Ci misi un po' a capire dove fossi. Non mi ci volle molto grazie anche al campanile, alle persone che passeggiavano per strada e ad Henri che, ora, saliva sullo scuolabus.

Mi misi a sedere e feci mente locale di ciò che sapevo fino a quel momento. Regina, ovvero la Regina Cattiva, Biancaneve, Tremotino, Granny e Cappuccetto Rosso erano tutti lì a Storybrooke. Ed io li avevo "conosciuti", se così si può dire, durante il coma. Doveva per forza esserci un legame tra i due posti. Ma per ora, l'unica spiegazione plausibile, era che l'ipotesi di Henri fosse vera e reale, cosa che mi rifiutavo di credere.

La magia esiste solo in film, libri e serie.

Però...soltanto Regina e Gold mi avevano dato l'impressione di ricordarsi di me o sapere chi ero...gli altri era come se non avessero il minimo ricordo...

Eppure...sembrava così assurdo.

Decisi di distrarmi da tutti quei dubbi per un giorno ed esplorare la città.

La mia idea iniziale era stata quella di andarmene appena possibile, ma tutto quel mistero e quelle persone che io avevo conosciuto...e poi Henri.. erano tutti lì ed io dovevo andare a fondo.

Ma non oggi, pensai.

Decisi di fare colazione al bar da Granny e mentre bevevo la mia cioccolata calda con panna Ruby mi elencava le persone che passavano per andare a lavoro: lo psicologo Archie ed il suo cane Pongo, che andavano verso lo studio, Regina che andava verso il Municipio, seguita a ruota dal giornalista, Sydney, Leroy ed i suoi amici che andavano a lavorare come minatori, Marco che aggiustava la sua insegna come ogni mattina, Gold che andava all'emporio, Mary Margaret alla scuola, e molti altri.

Nel via-vai di gente notai in modo particolare una donna che andava verso la porta alla base del campanile per aprirla.

Era rossa di capelli, mossi, con un vestito blu e le scarpe col tacco abbinate.

Era di spalle perciò non riuscivo a vederla in viso.

《Chi è lei?》 chiesi alla mora, mentre lei tornava al bancone, indicando la donna che, nel mentre, stava entrando nell'edificio.

Ruby seguì il mio dito con lo sguardo e si illuminò

《Oh, lei è la bibliotecaria...è tornata in città da poco...tutti la chiamano Belle...è mia amica sai?》

La ragazza non fece nemmeno tempo a rispondere che io ero già fuori dalla porta, i soldi sul bancone, la borsa caduta sull'avambraccio, la cioccolata in mano.

Ero fuori dalla porta quando andai a sbattere contro qualcuno.

La cioccolata si spanse sulla mia maglia e sulla sua giacchetta, la tazza cadde a terra. Potevo sentire Ruby che brontolava alle mie spalle.
《Oddio scusa! 》esclamai, cercando di pulire la macchia dalla camicetta, notando dalla propensione sul petto che era una donna.

《Tranquilla, non è niente...》 mi rispose la donna, quasi divertita.

《Ho un cambio se vuoi Emma, oppure di là c'è la lavatrice...》 disse Ruby che, nel mentre, era uscita, un top corto alla mano.

Smisi di pulire la camicetta e, finalmente, alzai lo sguardo.

Davanti a me, una donna, bionda, i capelli mossi, gli occhi verdi, le lentiggini appena visibili. Emma...la madre di Henri...indossava dei pantaloni marrone chiaro, una camicetta bianca ed un giubbotto rosso di pelle ed aveva l'aria divertita.

indossava dei pantaloni marrone chiaro, una camicetta bianca ed un giubbotto rosso di pelle ed aveva l'aria divertita

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Va bene Ruby, grazie》rispose educatamente la donna, che sarà stata anche lei sulla trentina.

La mora sorrise e tornò ai suoi clienti. Emma mi guardò, sorrise e parlò

《Vuoi te il top? Dovrebbe andare bene con i jeans che hai e penso sia la tua taglia...》

Io, ancora rossa in viso, piena di vergogna, annuii e presi il top.

Stavo per andarmene e scappare più lontano possibile, quando lei mi afferrò per il polso e mi disse

《Aspetta, tu sai il mio nome, ma io non so il tuo》

《ehm...sì, io mi chiamo, Gloria...ora scusa ma sono in ritardo, ciao》 balbettai, schiarendomi la gola ed andando verso la porta in cerca della rossa.

Anche mentre mi allontanavo sentivo il suo sguardo fisso su di me e ci misi tutta la mia forza di volontà per non voltarmi a guardarla.

Una volta arrivata notai che la porta era l'ingresso della biblioteca che era aperta.

Prima di entrare, mi voltai verso il bar: la bionda non c'era più.

POV'S AUTRICE
ADORO FARE GLI INCONTRI-SCONTRI MUHAHAHA. CHI SARÀ MAI LA ROSSA? VI LASCIO COL DUBBIO.
BUONA LETTURA !

La ragazza che crede nelle favole volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora