Capitolo 5: In vino veritas.

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In vino veritas è una locuzione latina che significa letteralmente
"nel vino sta la verità."
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Chiunque lo conoscesse, anche solo lo stretto necessario, affermava con sicurezza che Akaashi Keiji fosse il ritratto della compostezza.

Lo era sempre stato fin da bambino, così serio e responsabile, tanto che le altre madri, quando si riunivano con i figli al parco per giocare, si congratulavano sempre con la sua: era preso come modello da chiunque.

A pensarci meglio, non poteva essere altrimenti: il brillante alzatore della Fukurodani sembrava essere una calamita per i tipi euforici, esaltati ed esuberanti, perciò era lui ad assumere la controparte ponderata e riflessiva.

Solitamente non perdeva mai la pazienza, tutt'altro: era colui che calmava gli animi e trovava sempre la parola giusta da dire per cercare una soluzione; eppure, quel sabato sera di novembre inoltrato, la sua solita calma stava lentamente andando a farsi benedire.
Chi avrebbe mai potuto dargli torto, in effetti?

Tutto quello che avrebbe voluto fare sarebbe stato trascorrere una serata romantica, solo con la sua ragazza: era già difficile vedersi, quando andava bene, una volta a settimana, se poi ci si metteva di mezzo anche il suo energico capitano, la cosa diventava insostenibile.

Non gli era chiaro come fosse finito a fare da tassista, fatto sta che in quel momento si trovava alla guida della sua auto, nel bel mezzo della periferia di Tokyo, con la sua ragazza sul sedile del passeggero e il capitano della Fukurodani nei sedili posteriori.

«Avresti dovuto esserci, Kaori!»
Bokuto gli stava urlando nell'orecchio, Akaashi era assolutamente sicuro che quella sera avrebbe perso l'udito dopo la foratura del suo timpano destro.

«Andiamo Bokuto, starai come al solito esagerando!»
Non che la sua ragazza fosse da meno: se era già un'impresa titanica stare dietro a quei due singolarmente, sopportarli insieme era impossibile.

Non c'è niente di peggio che avere a che fare con due persone del genere: sono come dannatissime sanguisughe che risucchiano via l'energia vitale e, assieme ad essa, anche uno dei cinque sensi.
Quasi quasi ci sperava, di perdere l'udito, almeno non li avrebbe dovuti sentire urlare tutta la sera.

«Piuttosto, come mai non siamo passati a prendere Y/N?»
Oh, giusto.
Qualcosa di peggio c'era: la presenza della manager della Nekoma.

Quella ragazza, ad Akaashi Keiji non piaceva: niente di particolarmente personale, più semplicemente non c'era nulla di lei che gli ispirasse un briciolo di fiducia o ammirazione.
Non che ci avesse parlato un granché, in realtà, e tanto gli bastava: l'aveva conosciuta durante il primo ritiro estivo, quando era entrata in scena sbraitando contro il suo stesso capitano per essere in ritardo per la cena.

Le sceneggiate non erano finite lì, anzi, il peggio era arrivato durante una cena del secondo ritiro, quando i due avevano dato spettacolo di fronte a tutte le squadre presenti: la discussione era finita con la tragica uscita della ragazza, che si era sbattuta sonoramente la porta alle spalle, facendo sobbalzare i presenti.
Per quanto aveva potuto apprendere da quello scambio di battute, il suo appoggio andava completamente dalla parte del capitano della Nekoma, anche se rimaneva dell'idea che certe piazzate fossero inutili, oltre che fastidiose: i problemi tra coppie si risolvono tra coppie, senza spettatori o terzi incomodi.

Il fatto che lei e Kuroo fossero, in qualche strano modo, una coppia, doveva essere una cosa che entrambi avrebbero voluto tenere nascosta, ma quel segreto non era certo sfuggito a lui: una tale tensione tra due individui era possibile solo se sotto c'era qualcosa di più che un semplice rapporto capitano-manager.

Omnia vincit amor [BokutoxReader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora