Fortis est ut mors dilectio, dura sicut infernus aemulatio è una locuzione latina che significa letteralmente:
"L'amore è forte come la morte, la gelosia dura come l'inferno."
▲▲▲«Hey, hey, hey, Y/N-chan!»
Bokuto era raggiante, la stella più luminosa in mezzo a quel cielo di pallavolisti già sudaticci ed esaltati, ancora in fase di riscaldamento: teneva una palla tra le mani grandi e callose, pronto ad esercitarsi nella battuta e, mentre la guardava chiudersi la porta di metallo della palestra alle spalle, il suo sorriso arrivava da un orecchio all'altro.
Quando una persona è felice lo si vede chiaramente, sprizza allegria da tutti i pori coinvolgendo anche le persone attorno a sé; poi se la ragione di quella felicità è colui che lo sta osservando, diventa impossibile non sentirsi contenti, appagati e benvoluti.
Era esattamente come si sentiva Y/N in quel momento, guardava il gufo e avvertiva di essere lei stessa la ragione di quell'espressione radiosa, di quegli occhi grandi e gialli come il sole estivo.
La consapevolezza di star facendo del bene a qualcuno, a Bokuto Kōtarō in particolare, che aveva fatto tanto, troppo, per lei, le scaldò il cuore come nient'altro avrebbe potuto fare: l'angoscia precedente dell'intera giornata, scomparve.Si strinse il fedele taccuino al petto con entrambe le braccia, salutò velocemente il capitano della Fukurodani con una mano e sciolse i capelli h/c con la speranza che andassero a nascondere quel mezzo sorriso che era comparso sulle sue labbra senza il suo consenso, assieme al rossore delle sue guance.
Poteva cercare di nasconderlo quanto le pareva, ma era evidente che fosse arrossita appena un attimo dopo che lui l'aveva salutata.
Ce n'era voluto di tempo, di messaggi, di pazienza, ma alla fine Bokuto era riuscito ad ottenere l'effetto che aspettava fin dall'inizio: era abituato a veder arrossire le ragazze quando passava, quando sorrideva loro o le salutava, la cosa gli piaceva dato che non faceva altro che alimentare il suo ego smisurato, ma quando a farlo era la ragazza di cui si stava innamorando era tutt'altra storia.Tanto era gongolante che non si rese conto della forza che applicò quando colpì la palla della battuta: il povero Konoha, che si stava riscaldando con l'asso dall'altra parte della rete, per poco non venne colpito da quel missile disumano, lasciandolo terrorizzato ed esterrefatto.
«B-Bokuto-san, più piano ti prego!»
Una gocciolina di sudore, e probabilmente di ansia, gli scendeva giù dalla fronte dritta e bassa, mentre ancora tremante si apprestava a ripassare la palla al suo capitano.
Quello, da parte sua, non si era minimamente reso conto del potenziale omicidio che stava per commettere e saltellava spensierato sul posto in attesa del servizio di Konoha.
Forse, pensò il compagno, era meglio così: lo preferiva sicuramente allegro a quando si abbatteva durante gli allenamenti o le partite.Proseguendo lungo il grande perimetro della palestra, Y/N tentò di attenuare lo sfarfallio in atto nel suo stomaco salutando il resto delle due squadre.
Individuò le due manager della Fukurodani nell'angolo a sinistra: Suzumeda stava rimproverando Yukie per aver mangiato anche la porzione di pranzo di Komi, il quale gliela aveva offerta quando, per l'ennesima volta, lei gli aveva fatto gli occhi dolci.
Forse per sfuggire all'ira dell'altra o magari perché si era semplicemente accorta di quando era arrivata, Yukie si sbracciò per salutare Y/N, mentre con l'altra mano nascondeva il resto di un panino dietro la schiena.
Y/N nascose una risata divertita con il taccuino, ammiccando un saluto in direzione delle due ragazze: anche Suzumeda, con aria affranta, le lanciò un mezzo sorriso stanco.
Anche lei doveva avere il suo gran da fare, tra Bokuto e Yukie.Un po' più in là Taketora aveva appena schiacciato evitando il muro di Washio e si era voltato verso di lei mimando la forma di un cuore con le mani: lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo scuotendo la testa, ma senza impedirsi di sogghignare per un attimo.
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Omnia vincit amor [BokutoxReader]
FanfictionLui era come il sole: splendente, raggiante, sincero. Lei era l'oscurità: ingannevole, incerta, inafferrabile. Un passato fatto di parole non dette, l'abitudine di chiudersi in sé stessa l'aveva portata ad essere diffidente e schiva. Solo lui può ri...