Capitolo 12: Fortis cadere, cedere non potest.

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Fortis cadere, cedere non potest è una locuzione latina che significa letteralmente
"i forti possono cadere, ma non possono cedere."
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La prima parte della settimana era stata scandita dalla solita routine.
O meglio, la routine che andava avanti, ormai, da più di due settimane.

La sveglia consisteva in una serie di vibrazioni provenienti dal suo telefono cellulare che, con il passare dei minuti, diventavano sempre più frequenti.
Non era un risveglio particolarmente piacevole, ma c'era da dire che non era più arrivata in ritardo a scuola da quando il capitano della Fukurodani si premurava di tartassarla con i suoi messaggi mattutini.

Le scriveva fino al momento in cui lei, carica di odio e rancore verso l'intera umanità, verso il freddo e verso l'invenzione dei cellulari, faceva il suo ingresso all'interno del vagone numero quattro della metropolitana di Tokyo.
La gatta non sapeva con precisione quando era stato pattuito che dovessero incontrarsi lì, tra la calca di gente, ma era diventata una piacevole abitudine, anche se non lo avrebbe mai ammesso e, anzi, non mancava mai di lamentarsene.

Bokuto la mattina, come il resto della giornata, era energico e pimpante, in netta contrapposizione con il suo vice e la stessa Y/N, che tuttavia riuscivano, non si sa bene come, a seguire tutti i suoi sproloqui, qualunque fosse l'argomento.
Un mattino aveva parlato loro di tutti i regali che avrebbe voluto ricevere per Natale, che andavano da una penna, passando per un orologio ipertecnologico come quello di Akaashi, ad uno yacht di lusso.
Era stato quantomeno utile, dato che Y/N aveva approfittato per chiedere all'alzatore della Fukurodani che cosa avrebbe potuto regalare a quell'impossibile della sua ragazza, nonché migliore amica della gatta stessa.

A proposito di Akaashi Keiji, Y/N aveva notato come, negli ultimi giorni, il corvino avesse assunto un atteggiamento diverso nei suoi confronti: non che avesse abbandonato del tutto quello sguardo diffidente, ma a volte era evidente come si sforzasse di rivolgerle la parola.
Aveva, tanto per cominciare, iniziato a salutarla: prima con un cenno del capo, poi addirittura con un secco buongiorno.
Il mercoledì di quella settimana le aveva persino chiesto che programmi avesse per le vacanze di Natale: era stata una domanda talmente strana che persino Bokuto aveva strabuzzato gli occhi, mentre lei si era quasi strozzata con la saliva.

Lui e Kaori stavano tramando qualcosa a sua insaputa, ne era certa.
Oppure era un tentativo, da parte del corvino, di studiare la vittima prima di farla a pezzi, come facevano i predatori in natura o i serial killer: non l'avrebbe per nulla sorpresa scoprire che Akaashi Keiji avesse una propensione omicida.
Insomma, alla fine la sua ragazza era pazza almeno quanto il suo capitano e migliore amico: come fa una persona a rimanere sana di mente quando ha quei due accanto?

Proseguendo nel passare delle ore della sua giornata tipo, la manager della Nekoma appariva più rilassata, ultimamente, sia in classe che agli allenamenti.
Era un particolare che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a molti, i suoi compagni di squadra, di classe e il coach Nekomata, per esempio, ma non a Kenma.

L'alzatore della Nekoma era sempre più convinto che la sua migliore amica nascondesse qualcosa di strano, stranissimo: erano quattordici giorni, quasi precisi, che il suo telefono non smetteva di vibrare né durante le lezioni, né durante il pomeriggio con la squadra.
L'ultima volta che aveva cercato di ottenere informazioni riguardo il mittente lei lo aveva fatto avvampare talmente tanto, con quella battuta sconcia, che per giorni gli era risultato difficile anche solo pensarci, perciò aveva rinunciato a scoprire qualcosa chiedendoglielo direttamente.

Aveva tentato di leggere il nome del misterioso individuo quando Y/N lasciava incustodito il suo cellulare sul banco, sulla panchina degli allenamenti o sul tavolo durante il pranzo, ma la gatta era stata più scaltra di lui, stavolta, e aveva impostato il telefono in modo tale che si potessero leggere le notifiche solo sbloccandolo.
Gli era passata per la mente l'idea di hackerarlo, ma gli pareva un tantino esagerata come cosa.

Omnia vincit amor [BokutoxReader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora