Capitolo 9.

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Ero distrutta, non riuscivo a smettere di piangere, l'idea che sarebbero partiti mi trafiggeva come mille lame... Andai così a lavarmi la faccia. Avevo gli occhi rossi e gonfie, e le labbra più rosse del solito, fuori pioveva a dirotto, e questo mi faceva capire che il cielo urlava come me. Crollava come me.
Mi vestii per uscire, e mmi truccai, volevo uscire da quella casa che nascondeva un dolore immenso. Scesi giù e sentii Bill e Tom parlare, così mi affacciai senza farmi vedere e vidi Bill piangere, era la prima volta che lo vedevo piangere in 16 anni. Tom cercava di consolarlo e di dirgli che andava tutto bene. Entrai per prendere il cellulare.
"Esci?" Chiese Bill singhiozzando.
Non risposi. E andai dritta verso l'uscita, ma Tom mi bloccò per un braccio.
"Smettila di trattarci come se la colpa fosse nostra." Disse Tom.
"Non l'ho scelto il questo mestiere." Risposi a tono.
"Ma tu un cuore ce l'hai? Vedi tuo fratello in questo stato e te ne freghi." Disse indicando Bill che piangeva.
"E AL MIO DI STATO CHI CI PENSA?! SARÒ IO A RESTARE SOLA, NON VOI." Dissi correndo via, sotto la pioggia, fredda, che mi faceva compagnia, e mi faceva colare tutto il trucco. Feci un incontro inaspettato.
Un'auto suonò alle mie spalle... Era mio padre che mi fece cenno di salire. Senza pensarci due volte salì.
"Che ci fai sotto la tempesta?" Chiese.
"Non sono affari tuoi!" Risposi.
Lui mi prese un polso e lo strinse talmente forte da farmi sussultare.
"Portami rispetto, chiaro?!" Disse freddo, minaccioso.
"Fammi scendere!" Ordinai.
"No! Tu ora vieni con me e fai quello che ti dico io." Disse.
La paura si impadronì di me, perché diamine ero salita con lui?
Prese la strada di casa sua e una volta arrivati mi prese per il polso e mi trascinò dentro casa sua. Andavo in cerca di problemi per nascondere i miei.
Mi sbattè a terra con violenza e si mise a cavalcioni su di me iniziando a dare schiaffi, pugni... Poi si alzò di scatto.
"Fammi andare a casa, ti prego!" Dissi con la voce strozzata dal dolore.
"Per far che? Per raccontare tutto a quei due idioti? No mi dispiace, ho altre intenzioni." Disse.
Lo vidi venire verso di me e togliermi il vestito che avevo addosso.
"CHE CAZZO FAI??" Urlai.
Al che lui mi diede un pugno... Mio padre, che stava per violentarmi, ma riuscì a colpirlo, prendere il mio vestito e scappare. Scappare lontano, scappare dal dolore, dalla disperazione che sembravano essersi tatuate sulla mia pelle e non volersi più staccare. Ero stana, dovevo portare troppe cose sulle spalle.
Era sera ormai quando decisi di tornare a casa, avevo il sangue che colava dalla mia faccia ed ero in condizioni pietose. Erano le 22.00 e cercai di entrare sbattendo piano il portone. Ma Bill e Tom non tardarono ad arrivare.
"Cassie! Che cazzo è successo ancora?!" Chiede Tom, stavolta nessuno dei due mi venne accanto.
"Non sono cose che vi riguardano."
Non volevo che picchiassero di nuovo papà anche se era una merda e lo meritava...
Tom mi venne incontro minaccioso, aveva uno sguardo che faceva paura.
Mi prese per un polso, e lo strinse talmente forte da farmi urlare.
"DIMMI CHE CAZZO TI È SUCCESSO!" Urlò.
"LASCIAMI MI STAI FACENDO MALE COGLIONE!" Urlai.
Tom mi mollò uno schiaffo sul viso, proprio dove avevo più ferite, e mi fece male il doppio.
"Tom ma sei impazzito?" Lo rimproverò Bill.
vidi gli occhi di Tom diventare lucidi.
"Cassie mi dispiace" disse avvicinandosi.
"NON TI AZZARDARE A TOCCARMI STRONZO!" Urlai piangendo e correndo in camera mia chiudendomi a chiave.
Presi un grande borsone e inizia a metterci dentro tutte le mie cose. Volevo andarmene, sarei tornata da mia madre, anche se sarei stata male anche li. Ma non volevo più stare con loro, con questi due idioti.
Mi lavai la faccia per togliere il sangue ormai secco prima di scendere al piano di sotto.
Appena mi videro col borsone strabuzzarono gli occhi....

-Tom's Pov-
Appena vidi Cassie con il borsone mi venne un colpo nel petto, stava andando via a causa mia, le avevo tirato uno schiaffo quando qualcun'altro già lo aveva fatto prima di me, e la cosa mi faceva rabbia, e il fatto di non sapere chi fosse e non poterlo pestare mi innervosiva di più.
"Cassie non andare via ti prego! Mi dispiace, ero preso dalla rabbia!" Le dico
"Non mi importa. Lasciami stare e non toccarmi, mai più." Mi disse.
Quel "mai più" mi fece tremare il cuore, lei nom voleva essere più toccata, coccolata ed amata da me. Stavo crollando. Era tutta colpa mia.

-Cassie's Pov-
Vedevo Tom colpevole, sentirsi in colpa. Se lo meritava, aveva sbagliato. Uscii fuori senza neanche salutarli.
"Aspetta" sento bloccarmi un braccio.... Bill.
"Cosa vuoi?" Dico
"Resta. Cosa vai a fare da mamma?" Dice
"Credevo che sarei stata meglio qui, invece ho solo peggiorato le cose. Sto soffrendo peggio a causa vostra." Dissi, so che quelle parole lo avrebbero ferito. Improvvisamente mi lasciò il bracco come per dirmi "se vuoi, vai."
Senza pensarci due volte mi rigirai e me ne andai.
Tornai a casa. Mia madre non c'era, mi misi sotto le coperte e passai la notte a versare lacrime dolorose da sopportare.

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