Capitolo 4

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Non svaniscono mai, quei ricordi che ti lasciano le amcerie dentro, macerie che pesano, macerie che bruciano.

Tornai a casa e vidi mia madre in cucina con due uomini, che chiacchierava e flirtavano tra di loro. "Quella donna fa veramente schifo" pensai.
Salii in camera, come un fantasma, ero come um famtasma in quella casa, ma era la cosa migliore. Quella sera pensai un sacco al bacio di Lucas, e sentivo il bisogno do parlarne con qualcuno. Chiamai Melody.
Uno.. Due.. Tre squilli poi finalmente la sua voce rassenerante.
"Pronto? Cassie?" Disse
"Lucas mi ha baciata oggi!" Dissi senza perdere tempo.
"COSA?!" Urlò sorpresa.
"Beh c'era da aspettarselo da uno come lui." Dissi schifata.
"E tu? Cosa hai fatto?" Chiese
"Gli ho mollato uno schiaffo e me ne sono andata! Cosa avrei dovuto fare scusa?!" Risposi.
"No, nulla, ma ogni tanto sfogarsi non fa male."
"Non mi afogo pomiciando con le persone Mel!" Dissi
"Si, comprendo. Ora devo lasciarti, a dopo Cassie!"
"A dopo!"
Sentirla mi aveva fatto stare meglio. Mi accorsi peró che mentre ero al telefono con Melody qualcuno mi aveva chiamata. Andai a vedere.
*Papà
Strabuzzai gli occhi, e lo richiamai, anche se non lo meritava!
"Cassie, possiamo vederci?" Disse
"Si, dove?" Risposi fredda
"A casa mia!"
"Arrivo".

Suonai svariate volte, e poi mi apri.
"Ciao! Vieni, accomodati" disse
Mio padre non era così dolce, era di una freddezza glaciale!
"Cos'è, la puttanella di ha riempito di dolcezza?" Dissi schifata.
"Volevo scusarmi per il mio comportamento!" Disse
"Da quando vai a puttane?" Dissi
Lui abbassò lo sguardo senza rispondere.
"Come stai?" Chiese.
"Bene, grazie!" Risposi, mentivo, ovviamente.
"Mi fa piacere." Disse.
Non era mio padre, era strano, era come se mi nascondesse qualcosa.
Improvvisamente si avvicinò a me, puzzava d'alcool, era chiaramente ubriaco. ️Mi mollò uno schiafo forte sul viso.
"MA SEI IMPAZZITO??" Urlai
Lui senza rispondere si avvicinò di nuovo, mi prese per un braccio e mi gettò a terra come fossi un pupazzo. Continuò a darmi calci, e pugni, ed io, incapace di reagire rimasi vittima del suo delirio e della sua violenza.
Improvvisamente lo vidi sedersi sul divano, non avevo le forze per alzarmi, rimasi a terra, io con il mio dolore, fisico e psicologico.
"Sei bellissima così, piena di lividi e sanguinante!"mdisse ridendo e bevendo.
"Perché lo hai fatto?" Dissi piangendo.
Lui non rispose e continuò a bere. Dovevo andare via da li. Così mi alzai di scatto e corsi fuori. Corsi, il più lontano possibile da li, mentre cercavo un motivo, per cui mio padre avesse fatto questo. Ero piema di lividi e sanguinavo dal viso... Ero a pezzi. Non provavo nulla, ero vuota, e correndo cercavo di rincorrere anche le mie emozioni fuggite.

Mi ritrovai a casa di Bill e Tom. Suonai. Erano le 2.00 di notte. Bill mi aprì, era vestito elegante, stavano dando una festa, appena mi vide strabuzzò gli occhi.
"Cassie! Che cazzl ti è successo?!" Disse
Mi catapultai tra le sue braccia, macchiandogli i vestiti di sangue.
Lui mi aiutò ad entrare in casa e mi portò in cucina, dove c'erano amici e colleghi di lavoro
Vidi Tom catapultarsi verso di me, mi prese per le spalle.
"Chi è stato a ridurti così?! Che cosa è successo Cassie!!" Urlo Tom.
Bill prese un panno umido e me lo passò dul viso, lavandomi dal sangue, dalle lacrime... Dalle mie poche emozioni positive.
Tutti mi guardavano stupidi chiedendosi tra loro cosa fosse accaduto.
"Cassie. Parla ti prego." Disse Bill implorandomi quasi
"Papà mi ha chiamata ed invitata a casa sua. Io ho accettato, credevo volesse chiedermi scusa, inizialmente lo ha fatto. Ma poi ho intuito che era ubriaco da come si comportava, ed ha iniziato a mettermi le mano addosso" dissi con la voce interrotta dal pianto.
Vidi gli occhi di Bill diventare neri dalla rabbia, e vodi Tom irrigidirsi, e correre verso fuori, per poi sfrecciare via con la sua auto, Bill lo stava seguendo ma lo bloccai per un braccio.
"Resta con me, ho bisogno di qualcuno che mi accompagni a casa. Non ce la faccio da sola, ho male dappertutto." Dissi implorandolo.
"Puoi restare qui se non vuoi restare a casa con mamma." Disse
"Davvero?" Chiesi
"Si, dormi con me" disse, era ancora furioso dato che contraeva la mascella.
"Ho bisogno si una doccia." Dissi.
"Vengo ad aiutarti" disse.
Tutti i suoi amici e colleghi se ne andarono.
"Preferisco fare da sola" dissi divenendo rossa.
"Ma dai Cassie. Ti ho cambiato il pannolino!" Sorrise.
"Okay!" Dissi

Mi preparò una vasca con la schiuma e l'acqua calda, mi aiutò ad entrarci dentro e poi mi passò la spugna lungo la schiena. Mentre io piangevo, soffrivo, tanto.
Tom rientrò dopo un'ora. Io ero in pigiama in cucina mentre Bill mi preparava una camomilla.
"Dove sei stato?" chiesi. Anche sapendo la risposta.
"A dare una lezione a quel bastardo!" Disse
"Lo hai picchiato?!" Dissi.
"Cosa credevi? Che fossi andato a congratularmi?!" Disse arrabbiato, aggredendomi quasi.
"Tom! Adesso gliele hai date, ora calmati." Mi protesse Bill.
Bevvi la mia camomilla, poi Bil mi prese a principessa e mi portò al letto, dove mi si affiancò.
"Bill..." Lo chiamai senza un senso.
"Dimmi tesoro"
"Grazie..." Dissi
"Non ringraziarmi, sei mia sorella, hai una vita da schifo. È il minimo che possa fare per te." Disse. Poi mi abbracciò, mi accoccolai a lui e sprofondammo nel sonno.

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