Capitolo 11.

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Mi fermai davanti casa di mio padre e una rabbia incontrollabile si impadronì di me... Suonai insistentemente, finché mi aprì.
"Salve principessa sfregiata, cosa ci fai qui? Non ti sei ancora stancata di prenderle?" Disse, era chiaramente ubriaco, come sempre ultimamente.
Entrai e chiusi la porta... Iniziai a colpirlo, più forte che potevo. Anche se, la mia forza era pari a quella di un moscerino.
"STRONZO, TU NON PUOI FARMI QUESTO, TU NON PUOI METTERMI LE MANI ADDOSSO, CHE RAZZA DI PADRE SEI?! MI FAI SCHIFO, TI ODIO DAL PROFONDO DEL CUORE!" Urlai colpendolo.
Ma lui... Lui era più forte e mi bloccò i polsi.
"Ah... Questo non dovevi proprio farlo!" Disse con fare minaccioso.
Strinse i poli tanto forte da farmi urlare. E mi sbattè amterra facendomi sbattere la testa. Dopo di che iniziò a picchiarmi, schiaffi, calci, pugni... Cintate.
"Vattene!" Disse dopo aver finito.
Non avevo nemmeno le forze per alzarmi, avevo male dappertutto.
Mi prese per i capelli facendomi alzare e sbattendomi fuori. Ero sanguinante, piena di graffi e lividi.
Tornai a casa, mia madre non c'era, era a lavoro. Ma il suo uomo era li.
"Hai combattuto con un leopardo?" Chiese.
"Ma tu non ce l'hai un lavoro? Una casa?" Dissi acida.
"Questa è casa mia." Disse a tono.
Salii di sopra senza rispondere. Presi una borsa e uscii di nuovo dopo essermi lavata la faccia togliendomi il sangue inutilmente dato che usciva a dirotto.
Presi un autobus che mi portò a casa di Bill e Tom. Fuori al loro piazzale era pieno di macchine. Stavano sicuramente dando un party. Cosa c'era da festeggiare?
Entrai dato che le chiavi erano fuori.
Erano tutti in cucina, ma la prima a vedermi fu Ria, dato che sicuramente era andata in bagno.
"Cassie! O mio dio stai bene?" Disse precipitandosi verso di me.
"Chi ha fatto questo?" Aggiunse.
"Papà!" Dissi piangendo. Ma poi mi asciugai le lacrime.
"Non c'è bisogno di chiamare Bill e Tom. Ero venuta solo a riprendere delle cose." Aggiunsi.
"Hai delle ferite profonde sul viso, bisogna medicarle Cassie!" Disse.
Poi mi prese per mano e mi trascinò in cucina, dove tutti mi guardarono a bocca aperta.
"Cassie!" Disse Bill stupito!
Non ero mai stata ridotta così male.
"Cassie chi è stato?" Chiese Tom avvicinandosi, stava per prendermi le spalle.
"NON TOCCARMI!" Urlai.
"Sono venuta a riprendere alcune cose. ma Ria ha insistito per medicarmi le ferite, ma non c'è bisogno. Ora se permettete vado a fare quello per cui sono venuta." Dissi dirigendomi verso la porta.
️Ma Georg mi bloccò.
"Per quanto tempo ancora pensi di sopportare le botte di tuo padre Cassie?" Disse.
Io abbasai lo sguardo.
"Papà? È stato lui? Ancora? Sei andata da lui ancora?" Chiese Bill infuriato.
"Lasciatemi stare! Ho sbagliato a venire." Dissi facendo per andarmene.
"NO CASSIE, TU ADESSO CI DICI TUTTO!" Urlò Tom.
"Che devo dirti?! Tanto tu sei come lui!" Dissi correndo fuori.
Sapevo di averlo colpito al cuore. Sapevo di avergli fatto male. Da quando ero diventata così cattiva? Fanculo, colpa loro se ero così.
Tornai a casa, e mamma mi chiamò.
"Cassie!" Disse.
"Dimmi." Risposi.
"Stasera c'è la festa di inaugurazione dell'album dei ragazzi, dobbiamo andarci, si terrà ad un ristorante, corri a prepararti e lavati quella faccia!" Disse.
Cazzo.
"Io non vengo!" Dissi
"No tu vieni invece, sei sotto la mia tutela e verrai!"
Non avevo scelta. Così andai a farmi una doccia, e optai per un vestito nero e le converse abbinate, trucco leggero, dato che bruciava sulle ferite.

Una volta arrivati salutammo tutti, e come spiegazione per la mia faccia dicemmo che era per colpa di una caduta!
Entrammo e li vidi subito, così eleganti, così... Innocenti... Vittime della mia rabbia!
Mamma e Gordon andarono a congratularsi con i ragazzi, abbracciando i suoi figli e ripetendo quanto fosse fiera di loro. Io rimasi sulla porta, a fissare quei visi che mi guardavano come se avessi la lebbra!
"Cassie! Vieni a congratularti con i ragazzi." Disse mamma.
Mi avvicinai.
"Congratulazioni a tutti!" Dissi con lo sguardo basso.
Mamma se ne andò con il suo uomo a vantarsi chissà dove. Io rimasi li, davanti ai miei invisibili angeli custodi.
Li giardai, mi guardarono.
Andai così a prendere posto, tra mamma e il uomo... Eravamo proprio al tavolo di fronte a quello dei ragazzi!
Improvvisamente sento mancarmi il respiro e corro fuori, dientro un angolo del bellissimo giardino... Dopo pochi minuti sento qualcuno raggiungermi.
"Cassie!" Disse Gustav.
si inginocchiò davanti a me, io ero seduta su un muretto a piangermi addosso.
"Ti ho sentita piangere... Va tutto bene?" Disse.
Scoppiai in lacrime e mi gettai tra le sue braccia.
"No, no Gus, non va bene, niente va bene, le uniche persone che amavo mi hanno tradita, la mia vita fa schifo, mia madre non mi capisce, mio padre mi riempie di botte ed io non riesco a perdonarmi perché per quanto ami Bill e Tom non riesco a perdonarli! Non riesco a perdonare Tom!" Dissi bagnando la sua spalla.
"Cassie, devi perdonarli, trova la forza, il bene vince sempre, si risolverà tutto. Credimi. Loro, Tom in particolare sta morendo per quello che ha fatto. si pente tutti i giorni." Disse Gustav accarezzandomi la schiena.
"Sono così stanca..." Dissi sospirando e sollevandomi.
In quel momento venne Tom che ci sentì parlare.
Gustav mi fece l'occhiolino se ne andò per lasciarci soli.
"Perché piangi?" Chiese Tom.
"Perché sono una stupida." Risposi.
"Perché mai lo saresti?" Tom era imbarazzato.
"Perché mi sto lasciando scappare le uniche persone che amo." Risposi.
"Loro non scapperanno mai da te, e anche se tu le allontani loro resteranno accanto a te invisibili." Disse.
"Nonostante ami queste persone non riesco a perdonarle." Dissi.
Tom non rispose.
"Mi pento tutti i minuti per quello che ho fatto Cassie. E so di essere come papà." Disse Tom, piangendo quasi.
"Ma tu non sei come lui. Un ragazzo che mi coccola quando ho gli incubi, che fa a botte per me, che mi tratta come l'essere più delicato al mondo nom può essere come papà." Dissi.
Lui tese una mano verso di me, aspettando che l'afferrassi.
L'afferrai, ed entrammo, mano nella mano. Tutti ci guardavano, sorridevano.
"Posso avere l'onore di questo ballo signorina Kaulitz?" Disse Tom
"Si, può averlo!" Dissi sorridendo e gettandomi tra le sue braccia.
Subito dopo aver ballato con Tom, mi diressi verso Bill.
"Posso avere l'onore di ballare con lei, signor Kaulitz?" Chiesi.
"Si, principessa!" Rispose.

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