Capitolo 18.

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Mi svegliai, e mi stirai, con mia grande sorpresa notai di non avere più la flebo. Accanto a me c'era Bill che dormiva, e che mi abbracciava. Non volevo svegliarlo, ma non potevo muovermi. Così scostai piano la sua mano e mi alzai per andare a lavarmi la faccia. Mi guardai allo specchio e facevo impressione. Ero dimagrita molto. Mi passai una mano sulla bocca sorpresa.
Il mio "stupore" venne interrotto quando sentii abbracciarmi.
"Buongiorno!" Disse Bill.
"Buongiorno a te, scusami se ti ho svegliato." dissi
"Perché hai gli occhi lucidi tesoro?" chiese
"Guarda come sono ridotta Bill." dissi
"Avrai tutto il tempo per rimetterti." disse
"Si ma, c'é sempre qualcosa che non va." dissi
"Hai subito un dolore grande, sarebbe normale vederti bella e sorridente." disse con un velo di rabbia misto a tristezza. Tornò in camera e vidi che iniziò a raggruppare le sue e le mie cose.
"Che fai?" chiesi
"Ti dimettono." disse.
Bill era molto strano, era freddo, arrabbiato, gelido.
"Che hai?" Chiesi.
"Nulla." disse
"Non ci credo." dissi.
"Ho detto nulla!" disse alterato e andando in bagno, lo bloccai per un braccio.
"Bill...." mi bloccò.
"HO DETTO CHE NON HO NULLA, NON INSISTERE." Urlò.
Lasciai la presa, non capivo, perché si comportava così?!

Una volta raggruppato tutto Bill mi fece cenno di uscire e andammo via.
Il viaggio in macchina fu silenzioso.
"Quando partite?" chiesi interropendo quell'assordante silenzio.
"Dopodomani!" disse.
"Cosa?! Così presto?!" Dissi agitata.
"Si!" Rispose.
Rimasi di stucco, non me l'aspettavo. Arrivammo davanti casa di mamma.
Non capivo. Io nom abitavo più li.
"Bill, perché siamo qui?" Chiesi.
"Perché ci abiti."
"Ma io non abito più qui." Dissi
"Dato che dobbiamo partire dovrai stare qui, Tom ha pensato a portare le tue cose."
"Bill ti prego dimmi che hai!" Dissi implorando.
"Perché non mi hai detto di Erik?" Disse
"Erik?!" Risposi non capendo.
"Vi siete baciati... Shay vi ga visti."
"Cosa c'è di sbagliato?"
"Nulla."
"Io non ti capisco perché fai così."
"PERCHÉ SE TU NON FOSSI TORNATA DA PAPÀ TUTTO QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO!"
Mi aveva colpita in pieno. Mi aveva fatto male.
Scesi dalla macchina e corsi verso casa e piangermi addosso. Bill pensava che fosse tutta colpa mia! Ed aveva ragione!

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