-capitolo 22-

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“Sono a casa” disse Severus, appoggiando la bottiglia di Wisky sul tavolo.

“Lily dove sei?” 

Sentì qualcuno ridacchiare in cucina.

“SULU! Non si bara! Hai nascosto la carta!”

“No signorina Evans, Sulu non bara!”

“Ehi Sulu, guarda che se bari chiamo Severus-”

“No no no signorina Evans, Sulu voleva solo vincere! Sulu non ha fatto nulla di male!” sbraitò l'elfo domestico.

“Sulu! Come ti permetti! Inutile testa di legno. Guai a te se bari ancora, altrimenti giuro su Salazar che non ti ritrovi più quelle gambe!” disse Lily, facendo una buffa imitazione di Piton.

“Ehm ehm” si fece sentire l'uomo.

I due si girarono di scatto.

“Molto divertente vero? Ma non mi sai copiare bene” le disse.

“Invece si Sev” e gli si avvicinò.

“Sulu deve andare, Sulu è stato contento di sua compagnia signorina. Quando vuole l'umile Sulu è disponibile durante le vacanze!” e dopo un 'PUFF' si smaterializzò.

Piton alzò il sopracciglio.

“Che c'è? Stavamo solo scherzando..” disse in tono innocente la donna.

“Pff, guai a voi se mi copiate ancora. Comunque ho comprato del cioccolato...ma se mi prendi ancora in giro lo mangio io! Pur di star male!”

Gli occhi della rossa si illuminarono.

“Mi hai comprato il cioccolato?”

“Già” e tirò fuori dal taschino una barretta.

“Dammelo” e allungò la mano.

“No” rispose lui, ghignando.

“Sev, dammi il cioccolato!”

Piton sapeva della passione della moglie per quel cibo. Da piccoli ne mangiava a quintali, ma l'unica cosa buona è che Lily non era mai ingrassata.

Si girò e si avviò veloce al piano di sopra.

“SEV!” lo chiamò la donna e cominciò a rincorrerlo.

“PIETRIFICUS TOTALUS!” urlò, tirando fuori la bacchetta.

L'uomo cadde a terra, immobile.

Lily si avvicinò, strappò dalle mani la barretta e si mise seduta difianco a lui.

Aprì con cura la carta e staccò un quadratino di cioccolato, che cominciò a mangiare lentamente.

Il corpo pietrificato borbottò.

“Ne vuoi un po' Sev?”.

Gli occhi ossidiana la fulminarono.

“No? Va bè come vuoi” e continuò a mangiare soddisfatta.

Rimasero così per mezz'ora.

“Ok, ora sono stufa” e dopo un rapido movimento della bacchetta Piton tornò a muoversi.

Si alzò scombussolato.

“Questa me la paghi”

“Oh Sev! Era uno scherzo!”

“Ripeto, questa me la paghi” e le si avvicinò.

I loro volti erano a pochi centimetri di distanza.

“Va bene” e fu Lily a rompere le distanze, baciandolo.

Piton sentì il gusto dolce del cioccolato riempirgli la bocca.

come un giglio fra i fiori , così la  mia amata  tra le fanciulle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora