-capitolo 20-

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La sveglia cominciò a suonare.

Aumentava gradualmente l'intensità del rumore.

“Maledizione Lily spegni quell'aggeggio infernale!” borbottò Piton con la testa infilata tra i cuscini.

“Si si tranquillo” e dopo aver toccato un bottone tutto cessò.

Lily si girò verso l'uomo e sorrise dolcemente.

-Sei proprio un bambino-

Piton, il professore più temuto da tutta Hogwarts era lì, con il pigiama, che abbracciava possessivo un cuscino, con i capelli spettinati e con gli occhi chiusi.

La donna si accasciò nuovamente sul materasso.

“Che ore sono?” le chiese.

“Sono le 8 e 30. Stai tranquillo, è tutto pronto” e si girò a guardarlo.

Poi gli si avvicinò e gli lasciò un tenero bacio.

Aveva ancora gli occhi chiusi.

“Io vado a lavarmi, fatti almeno trovare in piedi quando esco”

Quando la rossa si fu chiusa in bagno, Piton aprì un occhio e, con un ghigno soddisfatto, si sdraiò su tutto il materasso.

Era strano avere il letto di nuovo tutto per se.

Si coprì meglio con le coperte e sentì che profumavano di cioccolato e fiori.

Sorrise: profumavano di Lily.

Si rigirò nuovamente e guardò il cielo stellato sul soffitto.

Nel frattempo si sentiva canticchiare in bagno.

Alzò divertito gli occhi al cielo: sempre Lily.

Poi si mise a sedere e guardò la parete, dove si trovavano dipinti i due bambini.

Lo salutavano.

Alzò la mano.

Vide che il “lui bambino” gli sorrideva, abbracciando la piccola e bella bambina rossa.

Piton alzò l'anulare e gli mostrò il piccolo tatuaggio con la “L”.

Il bambino sgranò gli occhi, guardò l'amica difianco a lui.

L'uomo annuì e all'altro si illuminò il volto pallido e abbracciò ancora più forte l'amica.

Lei gli lasciò un bacio sulla guancia.

Piton si toccò il punto dove nel dipinto la bimba sfiorava la sua pelle.

Sorrise. 

***

I due si smaterializzarono in una via particolarmente buia quel giorno: tuonava, probabilmente di lì a poco avrebbe cominciato a piovere.

Il cuore di Lily cominciò a battere forte: le tornavano in mente troppi ricordi.

Teneva stretta la mano di Piton.

“Ehi Sev, stiamo andando a casa tua giusto?” chiese con un lampo negli occhi.

“Si...”

Gli tirò un braccio e prima che potesse ribattere cominciarono a correre per la via.

Poi, senza un minimo di grazia, si bloccò di colpo davanti ad una villetta.

“Lily il mal di schiena” si lamentò l'uomo, ma lei lo zittì.

“ECCOCI QUA! E' questa giusto?” chiese emozionata.

“Già, te la sei ricordata?” chiese stupito.

come un giglio fra i fiori , così la  mia amata  tra le fanciulle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora