Cap. 21

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-Attenzione smut e stupro-

Toga aveva chiamato Dabi.

<Dabi-kun, finalmente sei arrivato!> urlò Toga posando il sale sul tavolo <Guarda che bello che è Izuku-kun! Non trovi sia belliss-> venne interrotta da Dabi. <Sta zitta Toga, non mi va di sentirti. E' stata una giornata di merda> disse <Come mai Dabi-kun?> chiese la bionda. <Quel depresso con le mani mi ha mandato a fare un botto di commissioni, ho portato dei carichi pesanti e ucciso una trentina di persone che si sono opposte per pagare i debiti. Sono stanco e voglio solo rilassarmi> disse. <Ok Dabi-kun. Allora ti lascio Izuku. Bye~> disse, uscendo dalla cella e chiudendo la porta nuovamente.

Dopo qualche secondo Dabi si voltò verso di me avvicinandosi. <Beh Toga ci è andata pesante> disse con la sua solita voce bassa. Accarezzò un taglio sul petto accanto alla spalla, per poi toccare il mio capezzolo, bel visibile e strizzarlo. Provai un brivido per qualche secondo, finchè non posò tutta la mano su quella parte di pelle. Spalancai gli occhi, stavo per parlare, quando mi ustionò quella parte di pelle e urlai di dolore. <Hmm...Continua a urlare così~> disse togliendo l'altra mano dalla tasca e togliendomi la catena che mi legava al muro, lasciandomi quella alle mani. Quella catena era l'unica cosa a tenermi in piedi, infatti caddi in avanti dritto nelle braccia di Dabi, che mi portò un braccio alla vita per non farmi cadere. Tremai quando mi posò a terra, facendomi poggiare al muro. Era scomodo stare seduto con le mani dietro la schiena, ma non ebbi il tempo di pensarci perchè il moro mi stava togliendo le catene dai piedi. Una volta tolte sollevai la gamba per provare a tirargli un calcio, ma riuscì a bloccarmi la caviglia facilmente e mi lanciò un'occhiataccia di avvertimento. Ancora con la mano sulla caviglia, mi ustionò nuovamente facendomi urlare. Mi aveva bruciato sulla parte di caviglia su cui c'erano i segni violacei delle catene, se ne era accorto e lo aveva fatto apposta. Piansi singhiozzando per il dolore e per la paura, finchè non sentì una mano sulla guancia che mi asciugava le lacrime. Aprì gli occhi implorandolo silenziosamente di lasciarmi in pace, ma non colse il messaggio o, se lo colse lo ignorò completamente. Mi allargò le gambe posizionandosi nel mezzo di esse e mi baciò accarezzandomi una guancia e spingendo la mia schiena da dietro a inarcarsi verso di lui leggermente. Provai a serrare le labbra per non dargliela vinta, ma mi morse il labbro e feci per urlare, venendo bloccato da lui che approfittò del momento per piazzarmi la lingua in bocca. Provai a dimenarmi, ma non funzionò, la sua lingua esplorò tutta la mia bocca, giocando con la mia lingua e mordendomi il labbro. Era disgustoso. Voltai la testa di lato per bloccarlo e finalmente si staccò da me, lasciandomi a respirare affannosamente. Si leccò le labbra iniziando a leccare e lasciare succhiotti su tutto il mio collo, provavo brividi di paura e disgusto, ma non mi mossi di un millimetro per paura delle conseguenze. Dopo qualche minuto si spostò sul mio petto, evitando i graffi lasciati da Toga e ricomincio a succhiare e leccare mentre con spostava una mano sul mio capezzolo sinistro. Lo strizzò e leccò, mentre massaggiava e strizzava il destro, provocandomi nuovamente dei brividi. Dopo qualche minuto si staccò e ripresi a respirare regolarmente, leggermente sollevato. Il tutto durò poco però, perché lo vidi iniziare a posare la sua giacca sul tavolo, rimanendo con una canottiera, appena si riavvicinò posò una mano sulla mia intimità iniziando a compiere giri circolari. Non riuscì a trattenere dei mugolii e mi odiai per questo, ricominciando a piangere, finché Dabi non strizzò la mia intimità facendomi urlare di piacere. Arrossí e serrai le labbra per non uscire altri suoni, <Vedo che ti piace quando ti tocco, eh puttanella?> disse Dabi sorridendo macabro. Non mi sono mai vergognato tanto, mi ammutolí completamente e Dabi decise di continuare la sua opera. Con una mano prese l'elastico dell'ultimo indumento che mi era rimasto e lo abbassò completamente fino a sfilarmelo da entrambe le gambe. Provai a chiudere le gambe facendo toccare le ginocchia, ma il moro non me lo permise, costringendomi a tenerle aperte e facendomi imbarazzante ancora di più. Si abbassò i pantaloni fino al ginocchio, lasciando scoperta anche la sua intimità, molto più grande di quanto dovesse essere. Il ragazzo aveva circa 20/23 anni e io ero molto più piccolo. Senza preparazione o avvisi entrò dentro di me facendomi urlare dal dolore e dallo spavento. <Rilassati, sei troppo stretto> disse, ma non mi aiutò affatto a rilassarmi. Dopo qualche secondo iniziò a muoversi e spingere facendomi malissimo, nonostante i miei urli non si fermò andando sempre più in profondità. In seguito toccò un punto preciso della prostata. <Aaaah~!>Urlai. Dabi sorrise, continuando a spingere in quel punto sempre più forte, ben presto al dolore si mischiarono o gemiti, che non riuscí più a contenere. Dopo qualche minuto di estenuanti spinte, mi sentí bagnato; Pensai che il moro fosse venuto, ma constatando che non si fermò presi il coraggio di controllare e vidi del sangue fuoriuscire dalla mia intimità. Andai in panico e provai nuovamente a chiudere le gambe per farlo allontanare da me <D-Dabi ti prego! Mi fai male, mi esce il sangue!> Urlai disperato, ma il moro non mi ascoltò <Sei sono una bambola per il sesso, un giocattolino da usare e buttare via una volta che ti sei rovinato. Non hai diritto di parlare senza permesso o prendere decisioni. Quindi sta zitto e fa qualcosa di utile!> Disse. Mi arresi al pensiero di non contare effettivamente nulla, forse quando ero un principe era diverso, sono stato uno stupido. È solo colpa mia se sono diventato un oggetto, non sono stato forte abbastanza da prendere delle decisioni autonome. È tutta colpa mia, sono una delusione, è colpa mia.


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