Lentamente

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La mattina dopo ci ritroviamo allo stesso tavolo per fare colazione. Io sono piú tranquillo, lui pure, anche se qualche volta arrossisce. Beve tranquillamente il suo latte, mangia i soliti cornetti alla crema. Non mi pare ci sia un gran tormento. Chissà perchè, l'unico problema era proprio la maglia. Mi fa ridere. Saprò mai cosa è successo? Chi lo sa.

"Buongiorno." Minho stamattina è in ritardo. Strano. Anche lui si sarà preso il giorno libero. Entra dalla porta, si tocca il collo facendo una smorfia.

"Buongiorno. Problemi da vecchi?" Sa che scherzo. Con la mano mi fa segno di lasciar perdere e io lo ascolto.

"Si faccia fare un massaggio." Sono sorpreso che il consiglio provenga da Jimin.

"Ha ragione." Mi volto per parlare con Minho.

"Ahh...vedrò, vedrò." Impreca, si tocca ancora il collo. È nervosetto. Si viene a sedere accanto a me. Strano. Solitamente non lo fa mai. Ha saltato la colazione.

"Oppure pensare alla pensione." Gli ho proposto molte volte di andare in pensione, ma è piú duro di una pigna. Vuole continuare a starmi dietro finche non consumerà le ossa.

"Mai. Se me ne vado io, quà succede il fini mondo." Strizza il naso. Gli passo l'acqua per il tè, versandola nella tazza che gli lascia il cameriere. Lo so che scherza, ma voglio punzecchiarlo.

"Grazie per la fiducia." Gli passo lo zucchero.

"Prego." Rifiuta lo zucchero. Oggi è cosí. A volte anche a lui girano. Meglio lasciarlo stare. Il suo carattere bofonchiante non fa nulla, se viene lasciato stare. Jimin mi guarda confuso. Io sospiro e faccio spallucce.

"Capita." Mimo con la bocca. Jimin se la ridacchia, nascondendo la faccia nella tazza.

"Oggi non ho niente da fare giusto?" Il non avere niente da fare non aiuta. Forse revocherò questa settimana di riposo. Penso di essermi ripreso dalla serata "whiskey". Ho sempre il bisogno di fare qualcosa, sempre e comunque.

"No." Taglia corto Minho. Un pò mi fa ridere quando fa cosí. È un tipo molto calmo, spesso burlone, vederlo cosí nervoso è divertente.

"D'accordo. Allora tornerò a dormire." Veramente. Non so che fare, non ho intenzione di uscire, la giornata non è delle migliori. Forse potrei prendere un aereo per andare da qualche parte. Poi guardo Jimin. Lui mangia tranquillo, fra poco avrà finito. Chissà cosa pensa il piccoletto?

"Ah, aspetta. Invece che dormire, perchè non porti il signorino alla fattoria? Mi ha chiesto di accompagnarlo, ma oggi non è giornata." Fa sobbalzare tutti e due. A Jimin va di traverso il latte.

"Non è un problema. Posso aspettare." Si riprende Jimin. Io non so che dire. Non è un problema nemmeno per me. Faccio spallucce.

"Non penso sia un problema nemmeno per noi, se ti lasci accompagnare." Dice Minho, bevendo la sua prima sorsata di The. Stiamo mettendo in difficoltà il poveretto.

"Oppure ti lascio le chiavi del carter e vai da te." Non voglio essere di impiccio a nessuno.

"Carter? È cosí lontana?" Gli si allargano gli occhi, tondi come due nocciole. Cosí belli, mi stordiscono di nuovo.

"Abbastanza." Non si trova all'interno della villa, ma fuori. L'ho acquistata dieci anni fa, mantenendo gli stessi proprietari. La maggior parte delle verdure e carni che mangiamo, provengono da lì. Ovviamente non riusciamo ad autoprodurre ogni cosa, ma sarebbe un bell'obbiettivo. Dovrei tenerlo di conto. Il terreno non ci manca.

"Abbastanza tipo?"

"Due chilometri fuori dalla villa." Comunico.

"Quindi piú di due chilometri. Per me va bene." Accetta. Io rimango stupito. Sa guidare, che io ricordi, perchè no?

Less Than Anybody [Omegaverse][Wattys2022]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora