SONO CADUTA

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Giulia

Mi sveglio sudata con le palpitazioni a mille, un altro incubo. Le sue mani su di me, strette in una morsa, sento le mie braccia dolere dal male ma non è niente rispetto alla paura che mi incombe quando mi guarda. Mi siedo sul letto di colpo e faccio respiri profondi

"Amore ancora con gli incubi?"
"Adesso mi passa."
"Si può sapere cosa sogni?"
"Non riesco a ricordarlo Ali."
Come faccio a dirgli che sogno lui. Potrebbe arrabbiarsi! È un'altra persona quando non beve, non so nemmeno se lo ricorda come mi tratta.

"Faccio una doccia e esco a fare una passeggiata al parco. Tu continua a dormire!"
"Sai cosa fare, vero?"
"Sì Ali, non parlo con nessuno. Voglio solo disegnare. Poi torno!"
"Prima dammi un bacio amore."

Giulia si china su di lui e lo bacia, un bacio freddo, dovuto, ma non più sentito. Lui le afferra i capelli e la tiene prepotentemente incollata alla sua bocca che la invade con forza. Poi si stacca e le molla i capelli.

Un anno e mezzo fa, ho accettato un lavoro nell'agenzia pubblicitaria  Reklam qui a Istanbul, ho lasciato tutto a Roma, famiglia, amici, era quello che volevo, un' esperienza da non perdere.

Qualche mese dopo l'ho conosciuto, bellissimo, alto, moro spalle larghe e vita stretta. Voleva sfondare nella moda, quando in agenzia cercavano un nuovo volto per pubblicizzare una famosa casa di abbigliamento, ho proposto il suo nome. È piaciuto molto e da allora ha ottenuto parecchi ingaggi.

Era così dolce, sembrava un amore travolgente, si prendeva cura di me, era tutto perfetto, ma è durato poco. Ali ha cominciato a ricoprirmi con attenzioni troppo insistenti e con troppi sbalzi di umore. Ha cominciato a non trattenere la sua inutile gelosia, era ossessionato.

Ha iniziato a bere più del dovuto durante le innumerevoli feste cui partecipa con altri modelli e modelle, e quando torna a casa distrutto, è un'altra persona. Grida, sbraita, mi afferra con forza e mi costringe a far sesso. Mi fa paura! Quando poi si risveglia il giorno dopo, torna l'Ali che avevo conosciuto, che amavo, sì, amavo, tempo passato perché ora non lo amo più, ma non trovo mai il modo giusto per lasciarlo. Ultimamente capita più spesso, sono pochi i momenti di lucidità, e ho paura di come potrebbe reagire.

Vado al Bebek Parki e dopo una passeggiata, mi fermo su una panchina a guardare il meraviglioso panorama del Bosforo. Amo questo posto. Prendo il carboncino dall'astuccio e apro il mio blocco da disegno, inizio facendo una bozza, qualche riga provvisoria si trasforma in poco tempo in un disegno realistico.

Si ferma un uomo, sulla trentina, short e T-shirt, cappellino e occhiali da sole. È tutto sudato, deve aver appena finito di correre, lo guardo da dietro gli occhiali scuri che indosso, evitando di alzare lo sguardo, non vorrei mai che Ali mi abbia seguito per controllarmi.

Anche quest'uomo fissa l'orizzonte, chissà se anche lui ha qualcosa da nascondere dietro quegli occhiali, o se li indossa solo per proteggere gli occhi dal sole.

"Mai visto niente di più bello, vero?"

Dice improvvisamente. Si rivolge a me sicuramente, non vedo nessuno, oltre a noi qui vicino.

"Ogni città ha qualcosa di magnifico che merita di essere immortalato!"

Non dovrei, ma mi vien spontaneo rispondere ad una domanda di quel tipo. Non alzo lo sguardo, fisso il mio disegno perfezionando le sfumature.

Cazzo, da una frase si è accorto che amo viaggiare e che non sono turca, altre sue battute e ... si volta e mi tende la mano presentandosi..

Non posso non rispondere, ma non posso nemmeno intrattenere un discorso... lo faccio ugualmente, una persona che fa caso alla bellezza delle città, non può essere cattiva, soprattutto se si chiama Can che in turco significa anima.

IL MIO ANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora