DISTRAZIONI

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Can

Giulia aveva ragione, nessuno la segue, nessuno può immaginare che in macchina con lei ci sia io, perciò arriviamo tranquillamente a casa sua senza intoppi.

Abita il una palazzina non distante dal Colosseo, l'appartamento è nuovo, molto carino anche se piuttosto piccolo. Quando ha cominciato a star meglio, e gli incubi hanno cominciato  a farsi meno frequenti, ha preferito avvicinarsi al posto di lavoro, anche perché a ventinove anni, abitare con mamma le stava un po' stretta.

"Carino qui!"
Le dico guardandomi  intorno mentre lei chiude la porta.
"Sì, è vero! Piccolo, ma ho tutto quello che mi serve, tanto sono al lavoro tutto il giorno."

La guardo, ha le guance rosee e sempre quella bocca stupenda, il rossetto è scomparso, ma non è cambiata, ha una forma perfetta.

"Te l'ho già detto che sei bellissima?"
Le sue guance diventano ancora più rosse
"Stai benissimo con i capelli lunghi e mossi."
"Grazie Can! Ho seguito il tuo consiglio di farli crescere."

Si ricorda, glielo dicevo sempre, io adoro i capelli lunghi in una donna.

"Bevi qualcosa?"
"Facciamo un te, ricordo ti piaceva molto, ne bevevi in grandi quantità per scaldarti in inverno."

Si dirige in cucina e la seguo, apre un'anta e ne estrae una confezione di te turco. Riconosco la marca, la guardo poi torno a lei con lo sguardo, alzo le sopracciglia indicando la confezione e prima che io dica qualcosa lei mi anticipa.

"Tua mamma me ne spedisce in grandi quantità ogni due, tre mesi!"
"Mamma? La senti ancora?"
"Mi vergogno a dirlo, ma molto meno di come dovrei! Però sì, l'ultima volta il mese scorso."
"Sapevo dei primi tempi, poi non mi ha più detto niente!"
"Gliel'ho chiesto io di non farlo!"
"E lei ti ha ascoltato? Non ha pensato a me che sono suo figlio? Che mi sarebbe piaciuto avere tue notizie."
"Non prendertela con lei, gliel'ho fatto promettere!"

Mi avvicino e le prendo le mani
"Non capirò mai perché tu l'abbia fatto!"
"Te l'ho già spiegato il perché!"
"Sì. Ma non lo capirò mai."

Alza le spalle e mi sorride
"Beh, siamo qui adesso, no?"

Mi lascia le mani e prepara due tazze con le bustine del tè, l'acqua del bollitore è pronta, la versa e intanto che resta in infusione ci appoggiamo con i gomiti al bancone della cucina, mani sotto il mento, uno di fronte all'altra e ci guardiamo.

"Simpatica tua mamma!"
"Si, molto solare!"
"Anche molto bella."
"Troppo vecchia per te!"
Dice sorridendo e continuando a guardarmi, mi bagno il labbro con la lingua, un mio vizio.

"Ma sembra più giovane della sua età, e poi gli piaccio molto!"
"Cosa stai facendo? Cerchi di farmi ingelosire?"
"Non saprei! Ci sto riuscendo?"
Cazzo, adesso è lei che si lecca il labbro, e lo morde pure.
Scuote la testa.
"Se non la conoscessi...forse!"

Sorrido poi guardo le tazze
"Zucchero?" Le chiedo

Beviamo il tè, un ottimo tè, poi ci spostiamo sul divano, decidiamo di guardare un film su Netflix.
"Come lo vuoi? In italiano, inglese o turco?"
Mi chiede togliendosi gli stivali e rannicchiando le gambe sul divano in parte a me.
Cazzo, non me le ricordavo così lunghe, deglutisco e cambio direzione con lo sguardo, potrei sembrare un maniaco.

"Facciamo campo neutro: inglese."
"Ok! Posso appoggiarmi a te?"
Mi chiede sorprendendomi

"Puoi fare tutto scricciolo."
Si appoggia con la testa alla mia spalla e io azzardo, alzo il braccio e glielo passo dietro le spalle facendo ricadere la sua testa sul mio petto, non sembra rincrescerle, si muove un pochino fino a trovare la posizione più comoda, e ci rimane. Vengo invaso dal suo profumo fruttato, e non sono mai stato meglio. Con la mano faccio piccoli cerchi sul suo braccio, e la sento rilassata. Scegliamo un film d'azione, parliamo, parliamo tanto. Le chiedo se vuole raccontarmi come ha fatto a superare tutto da sola, mi ha confessato che Daniel l'ha aiutata molto, ma che ha dovuto farsi aiutare da una psicologa. Non riusciva a rimanere in una stanza se c'era un uomo, perciò anche al lavoro era difficile gestire la cosa. Per un periodo ha fatto la guida turistica  a Roma, ma solo in luoghi aperti e con tanta gente. Le ci sono volute un anno di sedute, ma ora non ha cancellato quello che le è successo, ma riesce a conviverci.

IL MIO ANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora