UN PASSO ALLA VOLTA

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Can

Non posso aspettare, devo dirglielo, perciò prima ancora di andare a casa mia, passo da mamma.

"Mamma, ci sei?"
Grido entrando in casa

"Sono qui!"
Risponde lei uscendo dalla cucina con in mano un canovaccio.
La raggiungo, la sollevo e la faccio girare su me stesso.

"Ce l'ho fatta mamma, l'ho convinta! Giulia mi ama!"
"Cosa?"
"Sì mamma, hai capito bene, la tua cara amichetta, sai, quella che non hai mai smesso di sentire a mia insaputa, ha ceduto, al mio fascino."

Mi fermo e la appoggio a terra.
"Sapevo che prima o poi sarebbe successo, lei ti ha sempre amato, ne sono convinta! Era solo spaventata."

Mi faccio più serio
"Non era spaventata, era convinta che io mi meritassi di meglio, solo perché si sentiva dif... non riesco nemmeno a dirlo, difettosa, dice lei, ma io le ho fatto capire che per me lei è il meglio per me."
"Sono felicissima per voi, è una ragazza speciale, lo hai già detto a papà?"
"No, lo vedrò stasera... mamma! Lei mi ama!..."
Mi interrompe
"Ma torna qui a Istanbul?"

Adesso arriva il tasto dolente, spero la prenda bene.

"A questo proposito devo dirti una cosa...sono io che mi trasferisco a Roma!"
"Ma Can?"
"Mamma, la Lux Vide mi ha offerto un contratto di quattro anni..."
Le dico senza girarci tanto intorno

"Can! In Italia? Quattro anni? Ed io.... Non ti vedrò per tutto quel tempo?"
"Ci verrai a trovare!"
"Ci?"
"Sì, me e Giulia, e chissà fra qualche anno... magari un nipotino."
"Can fai proprio sul serio con lei? Non ti ho mai sentito parlare di figli!"

È vero, non ci ho mai pensato! Ma lei è quella giusta, e mi vedo con lei in un futuro, e nel mio futuro vedo una famiglia, una famiglia comprende dei figli...non so quando di preciso, ma arriveranno.

La guardo, sorrido come un ebete e annuisco facendo sì con la testa.

"È quasi pronto il pranzo, ti devi accontentare, non sapevo saresti arrivato."
"Va bene tutto mamma, conoscendoti ne avanzerà ancora. Vado in terrazza, devo chiamarla."
"Potevi portarla con te!"
"Credi non glielo abbia chiesto? Non poteva con il lavoro, però ti saluta."

Vado in terrazza, siamo in gennaio ma oggi qui a Istanbul c'è una bellissima giornata nemmeno molto fredda.

"Ciao scricciolo, disturbo?"
"Mai, sto lavorando ma per te trovo cinque minuti."
Risponde Giulia a bassa voce per non farsi sentire dalle colleghe.
"Tutto bene il viaggio?"
"Benissimo, sono da mamma adesso..."
"Me l'hai sal...."

La interrompo
"Certo che te l'ho salutata. Le ho detto anche di noi!"
"Scusa Can, aspetta un secondo che mi sposto, sono tutti qua con le orecchie tese!"
"Per questo bisbìgli?"

Giulia si alza dalla sua scrivania e esce dall'ufficio, entra in una stanza che nessuno utilizza, è una specie di magazzino, così è sicura di non rendere di dominio pubblico la sua chiamata. Passa in parte a Mia, che la guarda incuriosita, poi a Linda che le sorride.

"Eccomi! Ciao amore, davvero l'hai detto a Guldem?"
"Certo! Avevi dubbi? Te l'ho detto che tu sei la donna che stavo cercando!"

Giulia cambia tono, sembra ansiosa
"E...come l'ha presa?"
"Come l'ha presa? Giulia, l'unica a farsi problemi eri tu, è felicissima. Ha detto che sapeva che mi amavi e che non vede l'ora di abbracciare dei nipotini!"
"Sta correndo un po' troppo no?"
"Perché? Non vorresti dei figli? O non li vorresti con me?"
Sono io adesso a incupirmi, e se ancora non fosse convinta di noi?

"Non è questo! Siamo insieme da soli tre giorni!"
"Però li vorresti in futuro?"
"Certo che sì."
"Intendo con me!" Chiedo serio, con un mal di stomaco che mi assale in attesa della risposta.

IL MIO ANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora