ANGELO NERO

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Giulia

Can sta sistemando la legna nel fuoco, non mi stanco mai di guardarlo, oggi è total black, jeans e dolcevita, è un incanto, impossibile non perdersi in tanto fascino, è la prima volta che non lo vedo scollato, ma fuori fa veramente freddo. I  vetri delle finestre sono appannati, ci passo una mano sopra e faccio un semiarco. Il paesaggio è bellissimo, quasi al pari del mio angelo, oggi un angelo nero.

Sono incantata, e con un dito disegno sul vetro il contorno di ciò che vedo, mi si avvicina Can, e mi allunga un blocco da disegno e del carboncino.

"E questo? Da dove viene?"
"Sapevo ti sarebbe servito, ed è stata la prima cosa che ho messo in valigia."
"L'hai comprato per me?"
"Non proprio, me li sono fatti dare da Ilker, anche lui è un artista."
"Grazie amore."

Mi siedo accanto alla finestra, con le gambe al petto e comincio a dare sfogo alla mia creatività, sono molto dubbiosa sull'oggetto da ritrarre, abbozzo il paesaggio, ma alla fine mi concentro su Can, seduto sul divano che controlla il suo profilo Instagram con aria compiaciuta, fa passare i vari commenti e risponde ad alcuni, cerca di essere sempre disponibile con le sue fan. È così dolce.

"Can, cosa facciamo oggi?"
"Non molto lontano da qua c'è il lago Golkuk, pensavo di andare a farci un giro e fermarci per pranzo, poi quando torniamo nel pomeriggio, un bel idromassaggio insieme."

"Vado a prepararmi, metto la tua felpa, dici che farò ridere?"
Mi alzo e corro in camera appoggiando il blocco sul bracciolo del divano.
"Sarai bellissima non ti preoccupare!"

Can sbircia il blocco, poi lo prende, convinto che avessi disegnato il paesaggio, invece trova un suo ritratto. Sorride, molto lusingato, è molto bello, naturale e spontaneo,  si riconosce perfettamente nella sua espressione concentrata sul telefono.

"Sono pronta! Sono piuttosto imbottita, non avrò freddo."
"Sembri un panino farcito!"
"L'ho pensato anch'io. Ti crea problemi farti vedere con un panino?"
"Assolutamente, tanto quel panino prima di sera lo mangio!"
"Can! Smettila.Tu sei pronto?"

Lui sorride, lo fa apposta. Sa benissimo che mi imbarazzo con certi discorsi.

"Si, metto il giaccone e andiamo... ma questo?"
Mi dice indicando il blocco

"Non ti piace?"
"È bellissimo, non perché sono io, ma perché è fatto bene."
"Merito del soggetto!"
"Non penso proprio! Merito della tua bravura, se provassi io non immagino cosa ne uscirebbe."
"Facciamo così... quando torniamo ci provi!"
"A fare?"
"A farmi un ritratto!"

Scoppia a ridere, una risata sonora troppo dolce, arriccia così tanto gli occhi che si riducono a due fessure e spiccano le adorabili fossette.

"Aspiri a qualcosa per cui prendermi in giro a vita?"
"Sei bravo a far tutto! Non dirmi che davvero non sei capace a disegnare!"
"Zero! Zero assoluto."
"Sono proprio curiosa."
"Andiamo che è meglio!"

La macchina è ghiacciata, e dobbiamo farla riscaldare parecchio prima di partire,  esce il fumo dalla bocca quando parliamo.

"Ma quanto freddo fa?"
Mi esce spontaneo.
"-9 segna la macchina!"
"Cavoli! Ricordo una volta da piccola, papà ci portò in vacanza sulle Alpi, ed il termometro toccò un -12 gradi. Ghiaccio ovunque."
"Non ti ho chiesto, sai sciare?"
"No! Ci ho provato, ma sono negata. Preferisco lo slittino."
"La prossima volta ci procuriamo le tute da neve e ti sfido."
"Affare fatto! Ma non piangere quando perderai!"

Mi allunga un braccio intorno alle spalle e mi tira a sé intrappolandomi la testa contro il suo petto.

"Sembri molto sicura."
"Lo sono! Papà mi ha insegnato tutti i trucchi, e con il tempo ho imparato a batterlo."
"Andavate spesso in montagna?"
"Tutti gli inverni! Mia mamma è di Roma, ma papà era del Trentino."

IL MIO ANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora