BOLU

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Can

Layne sembra imbarazzata della mia presenza, preferisco uscire e aspettare Giulia in macchina.

Sembra una zona tranquilla, non c'è traffico, anzi, si può dire che non passa un'anima viva. Guardo fuori dal finestrino e penso a cosa posso organizzare di romantico per lei, devo pur ricambiare, lei è venuta da me sfidando i suoi brutti ricordi.

"Cazzo Engin! Come ho fatto a non pensarci?"

Engin è un amico conosciuto durante il servizio militare, è di Bolu, una località in montagna. Mi deve un favore, penso di chiamarlo.

"Ciao Engin, ti ricordi di me?"
"Can! Amico mio. A cosa devo questa telefonata?"
"Ti ricordi che mi devi un favore?"
"Come potrei dimenticare, mi hai salvato il culo!"
"Puoi dirlo proprio! Mi sono sorbito la tua punizione per farti uscire con la tua ragazza."
"Oh cazzo, ancora mi chiedo come non se ne siano accorti."
"Bando alle chiacchiere... mi serve un favore."
"Dimmi!"
"Ce l'hai ancora quello chalet di cui mi hai parlato tanto?"
"Oh sì, il mio rifugio per mega scop..."
"Engin! Me lo presteresti! Ti pago se vuoi ."
"Uhuuu sento profumo di una ragazza!"
"Allora?"
"Ok, nessuno problema, per quando?"
"Se possibile da stasera per due notti!"
"Ti faccio trovare tutto pronto, frigorifero pieno, legna per il fuoco, candele profumate e... una scatola di preservativi"
"Engin sei sempre il solito! Grazie comunque."
"Non dirmi che hai trovato la famosa donna della tua vita ?"
"Proprio così. Arriveremo tardi."
"Ti lascio le chiavi sotto la prima pietra vicino al portico. Ah ti accendo il fuoco, fa un freddo tremendo e c'è un metro di neve."
"Grazie Engin!"
"Grazie a te. Ehi, voglio conoscerla ok?"
"Sarà fatto!"

Ok, apposto, passeremo due giorni fantastici. Guardo l'orologio, sono le 17:30, se tra un'ora siamo a casa, metto due cose in valigia e partiamo, Giulia non ha ancora disfatto la sua. Arriva una grossa macchina nera, scende un uomo di mezza età dall'aria austera, mi scruta fino a quando non entra in casa, dev'essere il magistrato.

Passano ancora dieci minuti e finalmente Giulia esce, si ferma ancora sulla porta a salutare Layne che non osa metter fuori un piede.

Chissà come è andata.

Guardo fuori dal finestrino pensando a stasera, quando apre la portiera e sale in macchina.

"Tutto ok?" Le chiedo curioso
"Sì amore, ti ho fatto aspettare scusami!"
"Non fa niente. Ho avuto modo di pensare cosa fare."
"E?"
"Ti porto in montagna, due notti io e te un uno chalet. Quando torniamo in Italia non so quali impegni mi aspettino."

Sembra felice, ed entusiasta della proposta

"Ma non ho portato abbigliamento da montagna!"
"Non ti servirà askim, ci sarà il fuoco del caminetto che ti riscalderà, e ci sarò anch'io!"

Si allunga verso di me e mi sfiora le labbra con le sue, morbide, vellutate, belle come dico sempre da infarto.

"Quando partiamo?" Mi sussurra.

"Ho chiamato un amico che mi doveva un favore, per stasera sarà tutto pronto."

La afferro per la nuca e le inclino la testa, non posso non baciarla, e anche lei lo vuole, ma poi si stacca da me.

"Amore, siamo in una strada pubblica! Ci possono vedere!"

È proprio l'ultimo dei miei pensieri.

"Non mi importa! Sto baciando la mia donna, non una qualsiasi!"

È bellissima, soprattutto adesso che la vedo sognante, si siede abbandonandosi con la schiena sul sedile. Sorride come una bambina fissando il vuoto, perciò mi allungo per allacciarle la cintura di sicurezza, dobbiamo partire.

IL MIO ANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora