LAYNE

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Giulia

"Sei pronto?"
"Quanta fretta scricciolo, non ci corre dietro nessuno!"
Mi dice uscendo dalla camera, bello come il sole, lasciando la scia con il suo profumo.

"Non ne sarei molto sicura, sei favoloso, anche se tu non fossi conosciuto,  si girerebbero tutte a guardarti, persino se cieche."
"Io invece guardo solo te, la più bella, la più sexy, la più intelligente donna che io conosca."

Si alza il cappuccio e si infila gli occhiali da sole e afferra  il suo giaccone e il mio cappotto.

"Andiamo."

Oggi è una bellissima giornata, sembra quasi primavera, alzo il viso al cielo e lascio che il timido sole mi riscaldi.
Sono così felice. Mi aggrappo al bicipite di Can come una scimmietta.

"Amore, facciamo un giro in barca un giorno?"

Dico guardando il Bosforo, il mare è calmo ed è sempre lo splendido panorama che stavo immortalando la prima volta che vidi Can. Per la verità era la seconda, ma quella eravamo solo io e lui.

"... Non una di quelle a cui sei abituato tu, però, una piccola, una...normale!"
Continuo a proporgli.

"Normale? Scusa perché io non lo sono?"

Alza il braccio e con lui me, poi si  gira su se stesso ed io rimango a penzoloni.

"Scimmietta, ok,  ti ci porto, ora però dobbiamo andare, ci aspetta mamma."

Mi appoggia su il  muretto di un'aiuola poi si gira di schiena.
"Salta su scimmietta."

Mi prende in spalle, mi stringo intorno al suo collo e lui mi tiene per le gambe, e comincia a correre. È incredibile come il suo respiro sia così regolare anche dopo una corsa fino a casa di Guldem. Io avrei il fiatone solo dopo dieci metri e... senza nessuno in spalle!

"Scimmietta, siamo arrivarti, salta giù!"
"Grazie del passaggio."
"È stato un piacere."

Suoniamo il campanello e quando la porta si apre, Can mi tiene nascosta dietro di lui

"Ciao mamma."
"Ciao Can, non mi avevi detto che avevamo ospiti?"
Io spunto con la testa da dietro la possente schiena di Can, e sorridendo le grido

"Sorpresa!"

È molto felice di rivedermi, non se lo aspettava minimamente, allarga le braccia ed io le vado incontro abbracciandola.

"Mi sei mancata Guldem."
"Tesoro, sei bellissima, fatti vedere?"

Mi prende una mano, la alza e mi fa girare su me stessa.

"Sei sempre stata bella, ma adesso sei favolosa."

Mi riabbraccia, poi mi guarda con un sorriso stampato in viso.

"Sono contenta che voi due stiate insieme finalmente. Can non era più il mio Can quando non c'eri."

Le farfalle nello stomaco sentendo quanto detto iniziano a svolazzare all'impazzata, guardo Can e lui mi strizza l'occhio.

Trascorriamo il pranzo raccontandoci un sacco di cose, vuole sapere il più possibile, del lavoro, di Daniel che ormai è cresciuto e che mi è stato molto vicino, di mamma che ho voluto tenere all'oscuro di tutto, per non farla soffrire, della mia lunga e faticosa ripresa con incontri dal psicoterapeuta.

"Ti trovo bene adesso!"
"Si, molto meglio. Riesco anche a dormire senza farmaci..."

Mi incupisco un po', pensando a come mi sono sentita ieri sera.

"... ieri sera però, ho avuto un attimo di panico trovandomi sola, al buio qui a Istanbul. Per fortuna è tornato Can a casa!"
"Scricciolo, non ho voluto affrontare il discorso ieri sera, eri già turbata, ma ho buone notizie..."
"Quali notizie?"
Gli chiedo curiosa e un po' ansiosa.

IL MIO ANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora