Capitolo 32

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Dopo essermi finalmente tranquillizzata e dopo che il mio respiro avesse ripreso il suo normale andamento,Jake mi accompagnò facendomi sedere su un divano di pelle nera al centro della stanza che non avevo minimante notato....anzi ero entrata lì dentro soltanto per vedere lui.

Indossava un elegante camicia bianca che abbinata con dei jeans neri ed il ciuffo dorato lasciato ribelle,non gli faceva perdere il suo essere un tipo sportivo ma soprattutto,il suo spirito libero da qualunque convenzione.

Notai dando un'occhiata veloce in giro che l'appartamento era caratterizzato dall'eleganza donatagli dalla mobilia moderna,quasi un po' rispecchiasse lo stile del proprietario di casa...Cameron.Evitai il suo sguardo quando potevo ma la sua enorme perplessità era palpabile nell'atmosfera e tuttavia lecita.

Avevo fatto irruzione in casa sua totalmente in lacrime d'altronde.

"Me ne vuoi parlare per favore?"il tono del mio migliore amico era tranquillo,una tranquillità che controllava a stento la rabbia che si celava dietro di essa.

Sapevo bene quanto fosse sempre stato protettivo ma in quei momenti dovermi preoccupare anche del suo stato d'animo,ad un passo dall'andare a casa mia e scatenare l'inferno,non era affatto un tocca sana.

"Jake,cosa vuoi che ti dica...è sempre stato bravo a distruggermi e questa volta non è diversa dalle altre...sono io che lo dovrei affrontare diversamente..."cominciai a dire uccidendomi le mani come se mi potessero distrarre dallo squarcio che avevo dentro ma lui mi fermó.

"Cazzate Clary....cazzate!"urló cercando il mio sguardo sedendosi di fianco a me."A te sembra normale che tu ti debba proteggere da tuo padre?"

"No."risposi flebilmente."Ma dopo tutto questo tempo,dopo che ho capito che lui non cambierà mai è soltanto colpa mia se le sue parole mi toccano ancora."

"E ti sembra giusto diventare apatica soltanto perché tuo padre e ripeto tuo padre.."sussurró rabbioso."...non può cucirsi la bocca ogni tanto?"

Lo guardai negli occhi e feci spallucce sapendo che per me quella era una domanda retorica,una domanda alla quale sapevo rispondere perfettamente,era ovvia e nonostante ciò era come se non mi volessi rispondere perché mi ero lasciata trattare in quel modo un'altra volta.

Jake sospiró pesantemente buttandosi a testa indietro sul divano facendo scorrere la mano sulla mia schiena.

Sentendo poi lo sguardo insistente del ragazzo quasi sconosciuto davanti a me,alzai gli occhi cercando di tirare fuori un mezzo sorriso.

"Scusami,se mai ci saremmo dovuti incontrare di nuovo non doveva andare in questo modo."dissi guardandolo cercando di rimediare alla mia drammatica irruzione.

"Sta' tranquilla...sei come una sorella per Jake e questa è una sua seconda casa,lo diventerà anche per te se ci sarà lui...e anche quando non ci sarà se vorrai."l'ultima parte della frase mi lasció un po' stupita ma la gentilezza e l'imbarazzo innato con cui mi parló non poteva far trasparire alcuna malizia.

"Ti ringrazio davvero...di solito non irrompo nelle case delle persone in questo modo lo giuro."ridacchiai.

"Non preoccuparti,vuoi dell'acqua?"mi chiese indicando un corridoio che si trovava lì di fianco.

"Se non disturbo,magari."gli feci scuotere la testa sorridendo e sparì.

"Già vi conoscete quindi.."sentii pronunciare da Jake.

"Conoscere è un parolone...per puro caso oserei dire,ci siamo incontrati in un locale."mi girai di poco.Notai il suo sguardo perso davanti a sè

"Comunque Clary non devi pensarci,qualunque cosa che ti sia stata detta non è la verità e tu lo sai bene,non ti far condizionare."mi disse alzandosi in piedi prendendomi la mano che porsi verso di lui."Ora usciamo,ci divertiamo,cerchi di svagarti e se vuoi puoi rimanere a dormire qui stanotte,se non ti va di tornare a casa."

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora