Capitolo 34

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Mi svegliai quella domenica di buon umore e guarda caso,le serrande della finestra in camera mia filtravano quella luce mattutina ancora non molto forte che fu quasi piacevole averla sul viso.Tranne ovviamente quando aprii  del tutto gli occhi per alzarmi.

Come di routine mi organizzai con Audrey per vederci in biblioteca non solo per leggere quella volta ma anche per raccontarle nel dettaglio tutto ciò che era accaduto a casa di Edward.

Quella sera ci tornai a casa mia,senza rivolgere la parola a nessuno nemmeno a mio padre che ebbe il coraggio di colpevolizzarmi per il tardo orario,le ultime sue parole poiché lo ignorai bellamente per il resto dei due giorni successivi.

La mia testa aveva vagato e vagato senza fermarsi mai sul sentire le labbra di quel ragazzo sulle mie,dopo tutto quello che era successo,il formicolio nello stomaco sembrava essere permanente seppure non avessi ben chiaro cosa invece significasse per lui essersi fatto avanti in quel modo.Ma non ci pensai molto...ero troppo concentrata sul religioso silenzio della mia insicurezza durante quel piccolo momento.Le sue mani sui miei fianchi non la fecero urlare...sembró quasi l'avessero voluta zittire violentemente.

Sentivo soltanto il mio cuore battere alla velocità con la quale in moto eravamo arrivati sino a casa sua e la miriade di farfalle nello stomaco.

Dopo quel momento non ci fu imbarazzo,solo tranquillità,come quando dopo una tempesta rimane soltanto quella pace innata,non ci parlammo...ma i nostri sguardi per quanto poterono lo fecero al posto nostro.Mi riportó al locale dagli altri dicendo che sarebbe tornato a casa da sua madre e sua sorella e di inventarmi qualcosa con il resto del gruppo in caso avessero chiesto di lui.

Io invece poco prima di andar via scatenai il putiferio nel dire alle altre ragazze cos'era successo in quell'arco di tempo con Edward,difatti ci fermammo a parlarne più del dovuto una volta che il resto del gruppo dovette andarsene.Come al solito sembravano quasi più in fibrillazione di me.

Ovviamente non dissi nulla di ciò che era realmente successo a casa sua,sentivo che facendomi andare con lui mi avesse permesso di scavare in uno dei suoi tanti segreti che in qualche modo smascheravano quell'atteggiamento scostante e distaccato il più delle volte.Era un segreto e per come mi sentii quella sera nel vedere sua madre in quelle condizioni,non mi sembró il caso di spiattellare quella vicenda che racchiudeva un po' la sua vita e un po' del suo passato in quel modo.

Riguardo Jake invece ancora dovetti parlargliene ma ero sicura che l'avrei fatto in un momento solo nostro,per sentirmi dare qualche consiglio utile a come affrontare le conseguenze di quel bacio.

Perché per me non fu solo quello....Edward mi piaceva da impazzire,ero certa di questo e che se le emozioni che provavo con lui si avvicinassero all'amore...beh quello l'avrei soltanto che dovuto scoprire.

La sveglia che avevo programmato per quella mattina cominció a rimbombare nella stanza così da svegliarmi del tutto e soprattutto da quel flusso di pensieri ininterrotto.

Mi preparai velocemente indossando un legghins nero,una maxi maglia beige e delle scarpe da ginnastica bianche.

Mi lavai i denti e successivamente sistemai i lunghi capelli biondi,soltanto pettinandoli il giusto per non farli sembrare quelli di una matta.Misi giusto un po' di mascara e dopo aver preparato la borsa con tutto ciò che mi sarebbe servito uscii di casa.

Con mia madre ebbi modo di parlarci ma non come avrei voluto,poiché avrei voluto tanto sapere del perché non intervenisse in quei determinati momenti.A me non serviva un avvocato difensore ma qualcuno che facesse rendere conto a mio padre a quali parole fuori uscissero dalla sua bocca.Con quest'ultimo difatti scambiai solo qualche saluto prima di uscire,nient'altro.Fosse stato per me non gli avrei più rivolto parola ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato un momento di confronto.Meglio poi.Riflettei poiché dovevo innanzitutto confrontarmi con Ingrid.

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora