Capitolo 29

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Ritornammo al tavolo ancora molto chiassoso con le parole di Aaron a lasciarmi scossa quanto colpita,ma mai ovviamente quanto ci erano riuscite le parole di Antoine che nonostante fosse uscito dalla mia vita,continuava imperterrito a volerla influenzare.

Chiasso che però si interruppe inevitabilmente non appena mi sedetti nuovamente al mio posto e mi ritrovai gli occhi di tutti sulla mia figura in quel momento un po' a disagio da quell'improvviso silenzio.

"Clary che hai?Cos'è successo?"chiese immediatamente Jessie,poggiando la sua tazza e voltandosi verso di me così come lo fecero le altre.Incrociai gli occhi di Edward che mi guardarono attentamente mai come quella volta,facendo cenno all'amico come a voler chiedere delle spiegazioni istantanee.

"Nulla,state tranquilli ha solo dovuto dare una lezione ha un coglione."rispose per me Aaron mettendo il dolcificante preso nel suo caffè.Lo guardai esprimendo tutta la mia gratitudine;non avrei mai raccontato in modo approfondito l'accaduto davanti a tutti.

"Ovvero chi?"domandò Audrey ancora allarmata.

"Antoine."pronunciai dopo pochi secondi in cui presi un respiro profondo.

"Cosa ti ha detto quello stronzo ancora?"si mise dritta Avril sulla poltrona.

"Cosa può dirmi secondo voi?"le guardai tutte con un sorriso amareggiato e lo sguardo basso,loro avrebbero capito perfettamente.

Si osservarono sbalordite e disgustate al tempo stesso.Non volevo essere compatita da nessuno ma sapevano meglio di chiunque altro cosa significasse ciò che era successo qualche minuto prima.

"O mio dio..non ci posso credere che l'abbia fatto ancora."mi guardò Audrey negli occhi esprimendo tutto ciò che avrebbe voluto dirmi con un solo sguardo,eravamo abituate a farlo,a capirci così di colpo.Mi incitò ad abbracciarla ed io la strinsi forte come richiesto.

"Sta' tranquilla...mi scivolerà addosso,fortuna che non era mio padre."ridacchiai sotto voce per sdrammatizzare poichè mettendo a paragone le due persone,le parole di Antoine se le sarebbe portate il vento,se quelle parole fossero state di mio padre invece...beh avrebbero creato una tempesta senza precedenti.

"Smettila...nessuno è giustificato."sussurrò seria in risposta al mio orecchio.

"Aaron non mi sembra che sia stato nulla di che se è in quelle condizioni."mi staccai subito dall'abbraccio sentendo il tono di Edward più alterato del dovuto nei confronti dell'amico.

"Non è davvero successo niente Ed stai tranquillo."volli intervenire facendomi guardare negli occhi.Per quanto in quel momento una parte di me sentisse che se lo meritasse,una reazione esagerata da parte di Edward nei confronti di Antoine sarebbe stato davvero troppo per me da gestire.

"Devo andare dentro?"il ragazzo dagli occhi verdi non volle sentire ragioni e si rivolse nuovamente serio all'amico.

"Amico sta' calmo,c'ero io con lei e posso assicurarti che è tutto sotto controllo,volevo intervenire ma Clarity si è fatta giustizia da sola."era serio ma anche divertito quando indicandomi mi ricordò il gesto impulsivo che ancora stentavo a credere di aver fatto.

"Non ci siamo capiti,cosa le ha detto?"continuò fermo e deciso assottigliando lo sguardo.Il problema fu in primo luogo che sperai non dicesse la frase detta da Antoine ed in secondo luogo sperai non avesse davvero capito di cosa si trattasse.

Aaron come se avesse ascoltato la mia paura non rispose alla domanda ma ciò fece alzare di scatto Edward che ci mise un attimo a dirigersi verso l'entrata del bar che fortunatamente era lontana da dove ci trovavamo.

Scattai in piedi anch'io seguendolo immediatamente.Non doveva succedere nulla tra loro due,lui non centrava nulla con quello che Antoine mi aveva detto.

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora