Capitolo 40

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La suoneria del cellulare di Edward cominciò a riecheggiare nella rientranza in cui ebbi per la prima volta la consapevolezza che forse davvero Edward aveva paura di perdermi. Da ciò che mi aveva detto, dalla sincera preoccupazione che lessi sul suo volto in quei momenti di pura follia, da tutto quello che era successo fino a quel momento...un puzzle più preciso cominciò a prendere la forma di qualcosa che mi faceva battere forte il cuore e mancare il respiro. Un puzzle, il quale prossimo pezzo da far incastrare erano proprio determinati sentimenti di quel bellissimo ragazzo nei miei confronti.Ma ancora mi veniva molto difficile credergli.

"Ehi Adam."rispose prontamente alla chiamata non interrompendo il nostro contatto fisico, lasciando una mano poggiata sul mio fianco,come per farmi sentire più vicina a lui. L'unica cosa che non sapeva è che proprio non mi sarebbe mai passato per la testa di allontanarmi.

"Si,si stiamo bene,voi dove siete?" continuò riagganciando i suoi occhi ai miei. Quell'affermazione mi fece ricordare che quegli attimi erano stati vissuti anche dalle mie amiche più strette e che al momento non sapevo minimamente dove fossero essendoci tutti sparpagliati."Dateci 2 minuti, vi raggiungiamo."

Rimise il telefono in tasca silenziosamente.

"Che succede? Stanno bene anche loro?" domandai immediatamente preoccupata da quel silenzio.

"Sì,stanno bene.. te tutto okay? Li raggiungiamo." fece un cenno con la testa verso destra, guardandomi negli occhi intensamente come se si volesse assicurare da sè che fossi integra.

"Si,si..mi sono ripresa tranquillo...sono solo scossa tutto qui." feci spallucce. Ci incamminammo a passo spedito ma senza fretta verso non so dove, l'unica cosa di cui ero sicura era che stavamo andando dalla parte opposta alla direzione da cui venivamo e questo bastava. Come mi bastava il fatto che la mano di Edward stringeva delicatamente la mia.

"Preparati ci sarà un'aria un po' tesa." proferì mentre continuavamo a camminare ;Edward nonostante tutto non aveva mai smesso di guardarsi intorno ed accertarsi che fosse tutto tranquillo.

Voleva mascherare quel gesto con un'innocua espressione di qualcuno che voleva soltanto orientarsi , ma purtroppo per lui avevo imparato a notare anche le micro espressioni del suo viso, per quante volte mi era capitato di scrutarlo silenziosamente.

"Intendi per Aaron ed Avril non è così?" tentai quasi certa di quell'intuizione.

"Esattamente, purtroppo per lei, l'ha fatta grossa la cazzata." mi guardò velocemente con sguardo austero nei confronti della mia amica. " Ho sempre odiato questo aspetto, non è mai stata in grado di stare al suo posto."

"Mi trovi d'accordo con te Ed, in primis noi dovevamo essere convincenti e non assecondarla...ma le sue motivazioni erano ben più profonde di quello che sembra e purtroppo per me ho fatto passare in secondo piano la gravità della situazione." espressi la mia opinione sinceramente perchè se non fossi stata mossa a pietà nei confronti della mia amica, non sarei mai scesa da quella macchina.

"Lo so...ma voi essenzialmente non sapevate a cosa andavate incontro, lei invece sapeva, non tutto, ma sapeva e vi ci ha trascinate comunque,mettendo anche noi in difficoltà." mi sentii ribattere con un tono leggermente alterato.

Non risposi poichè mi sarebbe venuto spontaneo chiedere che cosa sarebbe successo a loro ragazzi, dopo quell'interruzione così brusca. E per quanto fossi inesperta delle dinamiche di quel mondo ero più che certa che avevamo messo i ragazzi in un bel guaio. Ma per non sentirmelo dire, per codardia, non chiesi più nulla.

Prima o poi avrei affrontato anche quel lato della sua vita a me così lontano e sconosciuto, ma non era quello il momento giusto.

La strada dinnanzi a noi si aprì in un grosso spiazzo circondato da edifici non troppo alti.
I lampioni illuminavano un piccolo spazio verde che faceva da piccola piazza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15 ⏰

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