Capitolo 15

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Finii di prepararmi del tutto dopo essermi osservata nel riflesso dello specchio della mia camera almeno cento volte, dato che sostenevo che l'abbigliamento da me scelto per quel sabato sera era davvero fuori dalla mia portata.

Una canottiera nera che rimaneva leggermente larga era infilata in una gonna di pelle anch'essa nera che scendeva fino poco sopra il ginocchio e delle vans ai piedi.

Non mi sentivo per niente a mio agio,le mie forme rimaste comunque molto prorompenti non facevano altro che complicare il rapporto con la mia insicurezza e l'unico motivo per il quale ero rimasta così era perché dopo aver mandato una foto al gruppo delle mie amiche avevano approvato tutte euforicamente e tutte con la stessa euforia mi avevano minacciato di morte certa se non fossi uscita vestita così.

Dunque non avevo altra scelta di lisciarmi con le mani i lunghi capelli biondi che ricadevano fino ai fianchi per poi raccattare la mia borsetta ed uscire dall'appartamento vuoto dato che i miei genitori erano anche loro usciti poco prima di me.

Ero felice di questa cosa poiché passare in contrassegna dei loro sguardi, soprattutto quello di mio padre, mi faceva sentire giudicata pur sapendo che era un mio modo di vedere le cose dopo quello che avevo passato.

Uscii dal portone dove l'aria tiepida mi pizzicó leggermente sulla pelle scoperta e dato che non volli trattenermi su quel marciapiede al buio più del dovuto,mi sbrigai ad infilare il casco della moto facendo attenzione a non rovinare il mio viso truccato in modo leggero ma in grado di mettere in risalto quelle poche cose che di me adoravo,ovvero labbra e occhi.

Misi in moto e sfrecciai via sorpassando le varie auto incolonnate che si trovavano non appena mi immisi nelle strade principali.Era tutto così magico di sera.Se la grande mela di giorno ti faceva perdere con lo sguardo,di notte era incantevole...le luci,i grattaceli illuminati di vari colori,i marciapiedi che brulicavano di persone così come i ristoranti e i locali.L'unica cosa che davvero mancava per completare un'opera così bella sarebbero state le stelle su quel manto blu scuro che sovrastava tutto quanto come un soffitto.Mancavano le stelle la quale luce era ostacolata dalle miriadi di illuminazioni della città.

Arrivai mettendoci più tempo del dovuto per colpa del traffico dinnanzi alle vetrine del "panic room" un locale poco vicino il centro che da sempre riusciva a salvare quelle serate andate a rotoli per qualche imprevisto.

Con le altre ci eravamo date appuntamento su una panchina poco di fianco l'entrata del posto che ci trovavamo bene a definire nostra dato che era diventata come un punto di riferimento.Difatti non ci misi molto a notare la folta chioma di ricci corvini di Audrey con indosso un vestito marrone scuro e degli stivali e quelli di Cassie che spiccavano per il loro colore rosso in contrasto con la maglia verde smeraldo che indossava insieme a dei jeans e che le stava particolarmente bene.

"Eccola qui!"mi venne incontro Audrey abbracciandomi."Sono servite quelle minacce allora."disse soddisfatta guardandomi,dando una gomitata a Cassie.

"In realtà già me ne sto pentendo.."dissi guardandomi un'altra volta.

"Oh ma smettila che sei bellissima."proferì Cassie salutandomi con un bacio sulla guancia.

"Le altre?"chiesi incominciando a camminare con loro verso la panchina di riferimento.L'esterno del posto era illuminato dalla scritta rossa a caratteri cubitali panic room e da delle piccole luci calde poste tutte intorno al perimetro dell'ingresso ed a farci compagnia c'era il vociare della gente che riempiva il posto sia all'entrata che all'interno.

"Arriveranno tra poco."mi avvisó Cassie prendendo il suo telefono in mano guardandolo concentrata.

"Digli che si sbrigassero o mangeremo in piedi stasera."Audrey ridacchió incitando Cassie a mandare un messaggio alle altre.

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora