Capitolo 12

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Quando ti fanno sentire sbagliata,quando ti fanno sentire come se ogni volta che agisci,non importa delle conseguenze perché tanto sarà sempre un errore,sarà sempre colpa tua,cominci inevitabilmente a camminare in punta di piedi sulla tua vita...su cose o persone che magari meritavano un passo deciso.
Cominci a sentire il peso di ogni singola parola che esce dalla bocca di chi ti circonda fino a sentire di non poterlo sopportare più,ma non fai nulla per cambiarlo...perché ti convincono sia tu la causa.
Cominci a chiederti se sia il caso di non dare più fastidio a nessuno,di fare in modo di non commettere più tutti quegli errori e ti rendi conto che forse far nevicare in agosto sarebbe più semplice.
Cammini in punta di piedi consapevole che da un momento all'altro poggerai le dita su un ordigno ed esploderà creando il caos più totale nella tua anima già spezzata.
Le prime volte saranno traumatiche,il dolore che proverai sarà insopportabile,le parole che la gente butta al vento senza pensare al loro effetto somiglieranno a delle lame mai come in quel momento.Per un attimo ti sentirai completamente perso e ti guarderai intorno furtivo in cerca di qualche sguardo che non sia un giudizio silenzioso,di qualche sguardo che non sia di disprezzo verso di te...perché in quel momento sei colto alla sprovvista,pensavi di star facendo del bene.
Tu che hai sempre voluto non essere un peso per nessuno.Tu che non hai mai chiesto nulla.Tu che hai ingoiato fiumi di lacrime e trattenuto singhiozzi nel tuo cuscino durante notti che vorresti dimenticare perché anche il sol ricordo ti strugge.
Ma poi arriva l'abitudine.Queste esplosioni,questo caos diventa quotidiano sino a somigliare quasi ad un silenzio un po' diverso.
Le convinzioni degli altri diventano irreversibilmente le tue.
E non ti fanno più sentire sbagliata.Ti senti sbagliata.
E la cosa più buffa è che solitamente i carnefici si stupiscono del tuo comportamento da strana,il tuo comportamento che diventa qualcosa su cui nessuno può ribattere perché semplicemente non esiste.
Metti fine a tutto.Non reagisci più,non tiri fuori più nulla...rabbia,dolore,ansia,dissenso,felicità,
allegria.
Diventi un automa e quegli stessi carnefici si arrampicheranno sugli specchi per far sì che tu possa ritornare quella di un tempo che perlomeno faceva capire cosa provava.
E invece no.Un muro di gomma sarà la tua nuova pelle,ti chiudi in te stessa e non lasci modo di entrare a nessuno.Sei tu,il tuo essere sbagliata e nient'altro.
Arrivi a chiederti anche del perché le persone che prima ti hanno distrutto ora cercano in tutti i modi di capirti.Ma sai che non ci riusciranno,sei decisa sul non volere più nessuno a provocarti sofferenza.
Per tutto quel tempo chiunque avevi fatto entrare aveva lasciato un segno permanente,ha contribuito al dolore che ora non è scomparso ma semplicemente giace dentro te con tutto quello che ne concerne.
Lo tieni ordinato nella tua anima caotica,catalogato ad un ricordo di una persona crudele,di un'aspettativa in frantumi,di un cuore spezzato,di una parola di troppo che tieni vivida nella tua testa.E soltanto in quel momento capisci che forse solo in quel modo avresti fregato tutti,perché in quel momento non necessiti di qualcuno che ti capisca,ti da fastidio che lo facciano,prima cercavi uno sguardo a cui aggrapparti dopo l'ennesima esplosione,ora speri che nessuno si sia accorto che stai saltando in aria per la millesima volta.
Perché non ti fidi più di nessuno.
E pensi fermamente che l'unica ad essere in grado di salvarti del tutto sei te.
Ma la vita non ha mai smesso di farmi esplodere ordigni sotto i piedi tumefatti tanto da farmi capire che nessuno può realmente salvarsi da solo.

Ma io ancora non lo sapevo.

Fu questa riflessione a caratterizzare l'ultima ora di italiano,la mano aveva cominciato a dolere a metà di quelle righe che ora erano piene dei miei pensieri,pensieri interrotti tra l'altro da due occhi color acqua marina che prontamente scacciai dalla mia testa ogni qualvolta.Ero rimasta da sola dato che la mia compagna di banco da sempre Cassie, era stata chiamata per essere interrogata.

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora