Capitolo 17

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La domenica mattina successiva passó velocemente.Mi incontrai come al solito con Audrey nella nostra biblioteca per immergerci come sempre in qualcosa che non fosse così confuso come le nostre idee in quel momento.I libri,gli unici vocabolari di emozioni.

Nel pomeriggio promisi a mia madre di andare al centro commerciale per un pomeriggio tutto nostro,poiché era da tempo che non ne avevamo più.

Successivamente esserci prese qualcosa da bere in un bar all'interno dell'enorme struttura a più piani,ci recammo al supermercato per comprare alcune cose.

"Ti sono piaciuti questi biscotti senza zuccheri aggiunti?"mi chiese osservando le confezioni sullo scaffale di fianco a noi.

"Mangiabili."risposi con fare annoiato poggiando i gomiti sul manubrio del carrello già colmo per metà.

"Nel senso che posso comprarli di nuovo?Perchè sono finiti."mi guardò di sfuggita.

"Si,puoi prenderli."gli dissi guardando da tutt'altra parte.

"Si può sapere che ti prende ogni volta che mi accompagni a fare la spesa?"mi chiese riponendo la confezione di biscotti all'interno del carrello per poi incitarmi a percorrere l'altra corsia.

"Ci sono troppi cibi che mi suscitano brutti ricordi e sai di cosa parlo."sibilai tanto da aver paura non mi avesse sentita.Ed era vero.Mi guardai intorno e ad ogni angolo c'era qualche pietanza che era stata il mezzo delle mie passate abbuffate e quelle immagini così nitide nella mia testa di cui mi vergognavo nonostante sapessi che non fosse colpa mia,erano lì sempre a ricordarmi di cosa era capace di fare il dolore.

"Tesoro...lascia andare il passato e pensa a come sei ora."si fermò e puntó i suoi occhi verdi su di me poggiando delicatamente una mano rovinata dai prodotti per capelli che utilizzava per il suo lavoro,sul mio braccio.

"Si,mamma...ma tra il passato ed ora ci sono di mezzo le dodici fatiche di Ercole."gli dissi ironicamente per spiegarle quanto fosse difficile dimenticarsi di qualcosa che ci ha fatto soffrire così tanto da non poter escludere la fatica immane messa nell'uscirne.

"Hai ragione Clary...però guarda il lato positivo,tuo padre ce la sta mettendo tutta per poter cambiare."fece un sorriso dolce come a volermi convincere.

"Un po' tardi...ma sai che lo apprezzo,a modo mio ma lo apprezzo."gli risposi riprendendo a camminare tra le persone che si erano soffermate di fianco il reparto frigo,zona il quale clima mi fece chiudere la zip dell'enorme felpa grigia che indossavo.

Il discorso non proseguì oltre e parlammo soltanto perché non ricordó tutte le cose scritte sulla lista della spesa sbadatamente lasciata a casa.Una volta terminato di riempire il carrello con ciò che ci serviva,ci dirigemmo alle casse dove una lunga fila di persone occupava l'unica cassa aperta del supermercato.

Sbuffai rumorosamente riflettendo già su quanti decenni saremmo dovute rimanere lì e mentre notai mia madre scambiare qualche parola di circostanza con la signora che ci era davanti,io raccattai il cellulare dalla tasca della felpa.

Notai non appena sbloccai lo schermo un messaggio da un numero sconosciuto.

*FOTO*
Non sei uscita poi così male.

Rimasi inizialmente interdetta poiché non capii da chi mai potesse provenire quel messaggio ma non appena aprii la foto inviata per intero tutto mi fu più chiaro...tanto da mandarmi in fibrillazione.

La foto ritraeva me in condizioni per nulla decenti.Indossavo una felpa con il cappuccio,le  mani davanti al viso risultate leggermente sfocate,forse perché scattata in movimento ed uno sfondo costituito da un muro di fitta pioggia.Sembrava proprio uno scatto rubato.

Amati così come ami meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora