-Easy on me, Adele"Ehi Noa, sveglia""mmm, spegni la luce daii" qualcuno mi tira un cuscino addosso. Mi stropicciato gli occhi assonnati. "In piedi Noa, sono le 9". Magari è stato solo un brutto sogno."Forza dormigliona, mamma e papà si sono preoccupati moltissimo quando ti hanno trovata addormentata con la testa nella valigia. Dove credevi di andare?" I ricordi riaffiorano di botto inondano la mia mente: Il bar, l'alcool, i tacchi, Fil, Gio...Gio. Devo calmarmi prima di svenire, un bel respiro profondo. Profondo come il baratro in cui sto scivolando lentamente. Molto profondo.
"Dopo ieri sera tutti ritorneranno a trattarmi come una malata di mente, non è vero Andre?" "Non dire così, sai che ti vogliamo solo aiutare" "Guardami in faccia, GUARDAMI IN FACCIA". Vedere i suoi occhi fissi al pavimento è peggio di un pugno nello stomaco. Ora sono ufficialmente una psicopatica, mi aspetto almeno un biglietto di congratulazioni. Dopo questa scenata sarà scappato anche Alaska…Perchè? Perchè a me? Non chiedo molto, non chiedo mai niente, solo una vita tranquilla, una famiglia. A quanto pare è chiedere troppo. Dovrei rassegnarmi all'ospedale o a un centro di cura. Dovrei mettermi il cuore in pace e ridere ai dottori pagliacci che verranno a rallegrarmi nella mia stanzetta. Non voglio rifare tutto da capo.
Corro in bagno. Il mio riflesso sta tremando. Non è successo nulla, continuo a ripetermi. Come dicevano i sapientoni plurilaureati, una cosa alla volta. Ora tutto quello a cui devo pensare è la scuola. Respiro profondamente. Guardo l'orologio. Sono in vistosissimo ritardo. Diamoci una ripulita e via, sperando di non sembrare appena uscita dal manicomio.Opto per la bicicletta. Ottima scelta dato che piove. Così, pedalata dopo pedalata, raggiungo fradicia la mia aula, giusto in tempo per sentire la prof di mate che annuncia un compito a sorpresa. Vittoria su tutti i fronti direi: non devo entrare interrompendo la lezione, evitando così di essere fissata da tutti, e in più balzo il test mentre mi bevo un the caldo alle macchinette. Devo dire che non sta andando poi così male, certo, rispetto a come è iniziata la giornata di oggi, peggio sarebbe stato difficile. Mi avvicino alle macchinette per prendere la tanto agognata bevanda divina quando mi ricordo che alla fine dell'ora, durante l'intervallo, dovrò accuratamente evitare Fil, e qualcosa mi dice che non sarà facile. Mi lascio scivolare sul pavimento. Una cosa alla volta.
"Chi non muore si rivede" Mi sveglio di colpo sbattendo la testa contro il muro "Ahia, GIULIA NON POTEVI FARE PIÙ PIANO?" "Scusami, ti vedo nervosetta, scherzo faccio per dire, sei sempre nervosetta". "Cosa fai con lo zaino in spalla?" "Vado a casa bella addormentata, c'è chi oggi ha ascoltato le lezioni, non come te" "Scusa un attimo, vuoi dirmi che oggi la scuola è finita?" "Certo, devi averla pestata molto forte quella testa, guarda che ore sono!" Ho saltato un intero giorno di scuola. I miei non saranno nemmeno arrabbiati, ma non mi va proprio di vedere la pietà nei loro occhi quando arriverò a casa. A meno che non ci torni proprio a casa. "Tranquilla Noa, non ti sei persa nulla di che. Posso passare da te a portarti gli appunti così mi potrai anche parlare del ragazzo misterioso del bar. Dimmi tu. Ci vediamo Noa".
Ragazzo misterioso del bar? Non starà mica parlando di Gio? Impossibile, lei non può saperlo. L'unico ad averlo visto e averlo preso a pugni è Fil. Il danno è più grave di quanto pensassi, ora pure Giulia sa che sono pazza. Faccio per alzarmi in piedi e calcio il mio bicchierino del the ormai vuoto, ne esce un piccolo biglietto.
Penso tu mi debba spiegazioni, ci vediamo al solito posto questa sera alle 21.00.
P.S sono stato talmente carino da non svegliarti, non farmelo rimpiangere.Per quanto mi dia sui nervi non posso negare che ha ragione. Apprezzo ciò ché ha fatto, ma questa storia deve rimanere tra noi due. Farò in modo che sta sera lo capisca.
"Fammi capire, cercavi di scappare, ti sei addormentata nella valigia, hai fatto tardi a scuola e ti sei crollata in corridoio?" "Non è così mamma e lo sai" "Oh mia cara è esattamente così, e tra l'altro hai saltato pure un compito in classe di matematica, non sono nata ieri e non credo nelle coincidenze."
Non ci credo, tra tutti i miei problemi non mi ci voleva proprio la ramanzina dei genitori. Speravo più in un tacito dissenso. "D'ora in poi scordati di uscire di casa dopo cena." "Ma come mamma, dai, non succederà più promesso" "Certo che non succederà più, tuo fratello Andrea ti accompagnerà a scuola e ti riporterà a casa tutti i giorni e io mi assicurerò che studi e non perdi tempo con cose banali" "cose banali tipo gli amici giusto? così direi che mi faciliti notevolmente le cose, non devo neanche far finta di socializzare. Favoloso. Non so però cosa possano pensare la psicologa e i servizi sociali di questo" Colpo basso. "Signorina, finchè starai sotto il mio tetto farai quello che dico io" "Eh no cara, io sono maggiorenne e me ne vado dove mi pare e piace". Faccio per uscire dalla porta quando mia mamma mi afferra un braccio.
"Prova anche solo ad uscire da quella porta e non entrerai mai più sotto il mio tetto". Vietarmi qualcosa è un biglietto di sola andata per un mare di guai. "Non chiedo altro". Senza pensarci due volte oltrepasso la soglia di casa e mi dirigo nel mezzo del nulla.
Grande mossa, ora sono a tanto così dal diventare una barbona, questa mattina ero pazza psicopatica, ma almeno avevo una casa. La gente deve smetterla di tentare di controllarmi, di impormi quello che credono sia il mio bene, non è così che funziona. Nessuno vuole ascoltarmi. Alzo gli occhi e guardo le nuvole. Forse qualcuno in realtà c'è.
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Twins~ Un mondo per una
General FictionPerchè si nasce da soli se poi, da soli, non si è in grado di affrontare la vita? I problemi e le difficoltà di un' adolescente che deve fare i conti con un mondo molto più grande di lei, uscire dal guscio e imparare a camminare con le proprie gamb...