Capitolo 17

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-Come mai, Max Pezzali

E karaoke sia" Theo esulta e mi spinge verso le casse. È la prima volta che canto in pubblico dopo  l'incendio, spero di riuscirci...
Guardo la sala piena di gente. Dan, Tom, Theo, Ila, Brianna…
Loro ora sono la mia nuova famiglia. Prendo il microfono.
"...le notti non finiscono..." La musica scorre nel mio corpo. Mi lascio andare alle note. "E poi mi trovo a scrivere, km di lettere pregando di vederti ancora qui..."

Fil. Dovrei dargli una spiegazione, in fondo alla luce delle dichiarazioni di Gio mi ha salvato la vita. Una lacrima scorre sulla mia guancia, Gio.  "...poi all'improvviso sei arrivata tu..."
Lacrime, non ce la faccio. Passo il microfono a Theo che continua. "..non so chi l'ho deciso, m'hai preso sempre più..."
Mi fissa e io non so che fare, sento addosso gli sguardi di Dan e Marco. Sto per esplodere. Tutti mi fissano, uno sguardo che conosco bene, di pietà e preoccupazione per questa povera pazza in sedia a rotelle. Faccio la cosa che mi riesce meglio, scappo via.

Spingo le ruote per uscire in giardino e incontro Ila e Tom abbracciati. Che carini, ho sempre pensato che stessero bene insieme. Non si accorgono nemmeno di me...troppo amore nell'aria. Sento una fitta allo stomaco, non è gelosia, Tom è mio cugino, è più tristezza, la consapevolezza che non potrò mai avere ciò che hanno loro, così facile, naturale, senza complicazioni.

È proprio vero che accettiamo l'amore che crediamo di meritare e in questo momento non possa accettare una singola cosa in più di quanto non stia già capitando.
Mi metto vicino alla piscina. L'aria fredda mi sferza il viso e inizio a rabbrividire, ma per quanto possa fare freddo nulla è paragonabile alla bufera che ho dentro.
Sento dei rumori in lontananza, mi giro verso il bosco, quanto vorrei alzarmi e iniziare a correre tra gli alberi, senza una metà. Quanto vorrei lasciare tutto e andarmene.
Un rumore di un ramo spezzato mi distoglie dai miei sogni di libertà. "C'è qualcuno?" Più per istinto che altro, non che mi aspetti una risposta in realtà, sarebbe stupido da parte dell'ipotetica minaccia. Faccio per tornare dentro quando una figura con un salto mi sbarra la strada. "Sono Gio". Grazie a Dio ero già seduta oppure sarei caduta a terra per lo spavento.
"Cosa ci fai qui Gio?" "Ti pedino. Come sai mantengo le mie promesse e io voglio la Tretti Company" "Quali promesse?" Nei suoi occhi brilla una luce strana, quasi triste. "Niente che ti riguardi"
"Quindi che si fa, mi uccidi? Perchè guarda che se non vuoi sporcarti le mani puoi benissimo aspettare e tra un paio di giorni andando avanti così mi scaverò una fossa tutta da sola". "Coraggiosa la ragazza, ma guarda, uccidere una marmocchia mentre è su una sedia a rotelle è un colpo basso pure per me, mi limiterò a lasciarti un altro ricordino oppure potrei lasciarlo a uno dei tuoi amici, Tom per esempio".

Tasto sbagliato, nessuno tocca i miei amici nè tantomeno la mia famiglia. Mi fiondo su di lui con tanto di sedia a rotelle. Tiro calci e pugni alla cieca. Mordo anche qualche braccio. Lui sorpreso, lancia un urlo e si ritrae di scatto. Un secondo dopo è già passato al contrattacco. Rotoliamo verso il campo da calcio. Non sento più alcuna parte del corpo e le vecchie ferite urlano chiedendo pietà, non sono però le uniche a urlare. Sento voci in lontananza. Sento passi veloci che tornano da dove sono venuti, Gio.
Tom urla, Theo corre. Sento Dan. E Fil.
Cosa ci fa qui?
Inizio a urlare anche io

Twins~ Un mondo per unaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora