-Shangai, Carl Brave
Apro gli occhi e la sveglia non è ancora suonata.
Tutto sommato non posso dire di aver dormito male, almeno per quanto riguarda il comparto incubi.
Spero di non aver creato troppo scompiglio in casa, ma la porta della stanza chiusa sembrerebbe suggerire che non sono uscita dalla stanza. Meglio così, gli attacchi di sonnambulismo diventano una vera bestia nei periodi di stress.
Aspetto pazientemente il suono della sveglia mentre mi stiracchio nel letto.
Quando il tanto agognato suono metallico rimbomba troppo vicino alle mie orecchie con un solo movimento fluido scatto seduta e lo interrompo.
Mi butto addosso i primi vestiti che trovo, una felpona troppo pesante per l'inizio di settembre e un paio di jeans, mi dirigo in bagno e mi lavo la faccia.
Scendo le scale, puntando dritta alla porta mentre tento di scomparire sotto il cappuccio, così, per fare pratica.
Sento una voce provenire dalla cucina
"Ehi Noa la colazione, devi mangiare per avere le energie per affrontare la giornata" alzo gli occhi al cielo "Non ho fame Rita".
E non ho voglia di vomitare tutto nel cassonetto della spazzatura dietro casa.
Esco accostando la porta.
Inizio a correre, il vento sulla faccia e l'adrenalina mi calmano.
Respiro a pieni polmoni, finalmente.
Dopo una decina di minuti i muscoli iniziano a bruciare, sono dannatamente fuori allenamento. E pensare a quando correvo 90 minuti senza problemi. Non che importi molto ora.
Persa tra i miei pensieri non mi accorgo di aver imboccato la strada sbagliata, per almeno un paio di volte credo.
Non sono mai stata in questo quartiere.
Le case sono piccole, curate, attaccate l'una all'altra come per sostenersi.
Immagino i bambini giocare nel piccolo cortile di fronte ad ognuna di queste, urlare ogni volta che la palla supera la recinzione e fare a gara per evitare di rincorrere il pallone prima che finisca sotto qualche macchina.
Parlare con i vicini, scambiarsi oggetti, prestarsi un kilo di farina. Mi sarebbe piaciuto scoprire che sensazione si prova.
Crescere insieme ad altri bambini, in una grande famiglia.
Cercare di riparare ai propri errori senza che qualcun altro se ne occupi al tuo posto. Essere una bambina qualunque. Sarebbe stato tutto più semplice.
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Twins~ Un mondo per una
Aktuelle LiteraturPerchè si nasce da soli se poi, da soli, non si è in grado di affrontare la vita? I problemi e le difficoltà di un' adolescente che deve fare i conti con un mondo molto più grande di lei per uscire dal guscio e imparare a camminare con le proprie g...