Capitolo 4

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-Walls, Louis Tomlinson                                                                                                                                                             Fil prova ad affermarmi il polso, ma io sono più veloce. Mi chiudo in bagno. Dopo pochi secondi sento i suoi passi avvicinarsi, bussa alla porta. "Vattene".  Ovviamente non mi ascolta. "Senti mi dispiace, non so cosa ho fatto di male, ma non volevo". Sbuffo, pensa pure che il modo intero giri attorno a lui. "A parte essere un"arrogante pallone gonfiato, non hai fatto nulla. Ora che sai che non è colpa tua puoi stare tranquillo e andartene." Silenzio.

Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo. Sbuffo. "So che sei ancora lì" "se non sono stato io, chi è stato?" Alzo gli occhi al cielo, aggiungerei  ficcanaso alla lista; "nessuno di importante, e poi non sono affari tuoi".

Un altro con il complesso dell"eroe, anche se ammetto che non mi dispiacerebbe vederlo perdere la testa per cercare di aggiustarmi. "Nessuno dovrebbe avere il potere di farti del male" testardo, almeno abbiamo qualcosa in comune. "Dovrebbe, condizionale. Ora vattene". Sento la porta sbattere, ora sono davvero sola.  

Fil's pov

Allora è vero che qualcosa non va, devo assolutamente scoprire chi è lo stronzo che fa soffrire questa ragazza e fargliela pagare. Se poi è il suo ragazzo potrei non trattenermi più. Non posso sopportare il pensierio che qualcuno possa farle del male e nemmeno la conosco. Non promette bene. Per niente. Fil, sveglia, tu non corri dietro a nessuna ragazza, sono loro che fanno la fila per te. Non mi interessa in quel senso, non mi sono mai piaciute le rosse. "Sono bionda con i riflessi rossi, idiota" direbbe lei. Per non parlare della statura, è troppo bassa per me. Non devo mica fare il babysitter. Senza dubbio sono solo curioso di scoprire cosa la fa stare così, nessuna altra implicazione personale. Pura curiosità. Non sono fatto per le relazioni complicate. Speriamo che questa giornata finisca presto. Mi correggo, speriamo che arrivi subito il momento dell'appuntamento. Ovviamente il fatto che io abbia già guardato le ore 4 volte negli ultimi 2 minuti non ha nulla a che fare con questo. Anche se in realtà non mi dispiacerebbe vederla ancora indossare la mia felpa.

Noa's pov

Respira, calmati e torna in classe. Facile, come bere un bicchiere d'acqua. Basta rivangare il passato, è ora di iniziare a vivere il presente. Scrollo le spalle. Che fastidio le frasi fatte, hanno la pretesa di essere universali, ma l'unico risultato che ottengono è di essere insipide per le storie particolari. Tipo la mia.  Ricordo l'annuncio del giornale come fosse ieri: "Casa discografica Tretti coinvolta in un incendio e l'unica figlia sopravvissuta non supera lo shock". Da allora sono stata data in affido a diverse famiglie. Non sono più tornata a Firenze né ho accettato l'eredità di famiglia. Ho rinunciato al mio vecchio mondo. E alla vecchia Noa. Sento le lacrime calde che mi scorrono sulle guance, tentativo di calmarmi fallito. In un modo o nell'altro devo tornare in classe, non posso continuare a saltare lezioni, non questa volta. 

Se sono fortunata nessuno noterà gli occhi rossi. Potrei dire che ho l'allergia, mezza verità, dato che a quanto pare sono allergica ai ricordi. Oppure potrei semplicemente dire droga, più credibile. 

È il momento della verità, apro la porta, ma la classe è vuota. La campanella deve essere suonata mentre ero in bagno. Cerco di ricordare che lezione ho dopo latino. Educazione fisica. Finalmente una cosa bella. Non vedo l'ora di correre fino a non sentirmi le gambe e di calciare un pallone contro al muro finchè non mi fa male il piede. 

Complessivamente, scappatella in bagno a parte, oggi non è stato malissimo. Cerco di autoconvicermi di star facendo un ottimo lavoro, ma sono perfettamente consapevole che la mia vita qui è appesa a un filo che si assottiglia di giorno in giorno. Sono distrutta e non vedo l'ora di farmi una doccia e riposare.

"Dai Noa, anche io devo usare il bagno prima di andare" rimetto la crema nel mio beauty e urlo "Ho quasi finito, andare dove?" "Non ti sarai dimenticata dell"inaugurazione vero?" Quasi lascio cadere la spazzola. Cavolo, eccome se me ne ero dimenticata. Cerco di riordinare le mie cose, afferro i miei vestiti ed esco dal bagno. "Ovviamente no" urlo mentre esco dalla porta. "Magari non uscire in accappatoio, anche se saresti comunque favolosa a servire i drink" "Non mettere il dito nella piaga, ti aiuto solo perchè poi potrai portarmi in giro con la moto, non dimenticarlo fratellone".

Entro in camera. "Cos'è quella cosa minuscola sul mio letto?" Urlo. "La tua divisa, muoviti, 10 min e usciamo". Partiamo bene.

Di male in peggio. Non posso deludere Andre, ma cavolo non lo poteva prendere di un paio di taglie in più questo completino odioso? Ripenso al mio comodo accappatoio. Sbuffo, cosa mi tocca fare… 

Ok, divisa presente, tacchi eccoli, scarpe di ricambio prese, trucco purtroppo c'è. Mi guardo allo specchio. Sembro un'altra persona, una ragazza amante delle feste, dalla musica e dell'alcol. Una ragazza che non vedevo da anni e che credevo di essermi lasciata alle spalle. 

Il rumore di una notifica mi distoglie da questi pensieri. È Giulia per avvisarmi che dovrebbe riuscire a passare al locale più tardi. Bene, speriamo non troppo tardi, non mi dispiacerebbe un volto amico stasera. Ripensandoci avrei potuto chiedere anche a Isa, sempre che mi voglia parlare dopo la sfuriata dell'altro giorno. O sempre che io voglia parlare a lei. 

Metto il cellulare in borsa. Cosa manca? Non penso di avere bisogno di una felpa, farà abbastanza caldo. Cavolo, la felpa di Fil, non posso dargli buca, di nuovo, per quanto mi piacerebbe. Guardo l"orologio: 17:50. Ho 10 min, non ce la posso fare. Pensa Noa, pensa. Esco da camera mia cercando di correre con i tacchi, possibilmente senza uccidermi, in direzione di quella di Andre. "Andre non è che mi puoi fare un favore? Direi che me lo devi" Urlo in corridoio.

"Mi hai salvato grazie" dico mentre chiudo la portiera. "Poi mi spiegherai tutta la storia" non ci conterei se fossi in te, ma annuisco da brava ragazza. "Certo rimani qui, arrivo subito"

Fil mi sta aspettando seduto su una panchina. Ha un'aria contrariata per un secondo poi ritorna lo strafottente di sempre. "Tretti che eleganza" "Sisi grazie, ho leggermente fretta. Andre mi sta aspettando in macchina e non possiamo fare tardi la sera dell'apertura del bar" "Andre? Il tuo ragazzo?" "E dacci un taglio Fil. Grazie davvero per la tua felpa, eccola qua. Ora scusami ma devo proprio andare. Ci vediamo" "Sicuro, ciao".

Sembrava preoccupato, chissà per cosa. Ma direi che ho abbastanza problemi per oggi e, come se non bastasse, ora mi aspetta una favolosa serata in cui avrò l'occasione di rendermi ridicola cercando di portare da bere a persone già ubriache. Il tutto mentre tento di non spezzarmi l'osso del collo su questi fantastici tacchi. Guardiamo il lato positivo, almeno ricorderanno poco della mia favolosa performance.

Twins~ Un mondo per unaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora