Capitolo 19

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-A sky full of stars, Coldplay

"Non ci posso credere, un esserino minuscolo come te non può riuscire a sopportare così tanti problemi"  "Ehi Fil guarda che non sono fatta di vetro". Provo a tirargli un pugno ma le costole protestano.

Non mi stupirei sei si fosse formata una crepa. Magari mi potessi rifondere come il vetro. Non sarebbe male, plasmarsi da capo secondo il proprio gusto. Probabilmente non saprei nemmeno che forma mi darei. Mi rattristo e abbasso gli occhi. Sento un risolino e alzo la testa di scatto. Bell'amico, gli racconto la mia vita, che è più simile a un horror che altro, e inizia a ridere.
"Esattamente che cosa ti fa così ridere di tutta questa storia?" "Nulla, penso solo al problema in cui mi sono cacciato versando della cioccolata sulla tua felpa. Mi immagino tu, in cucina, a prendere a padellate il pazzo psicopatico." Mi ritrovo a sorridere, alleggerire la situazione non è sempre una cattiva idea.
"Hahah, sappi che questo pazzo psicopatico non si è fatto problemi quando è morta mia sorella e ha dichiarato che io sarò la prossima, credi che una padella lo fermerà?".
Capisco subito che non avrei dovuto dirlo. La sua faccia diventa una maschera di terrore e rabbia. Ringrazio il cielo che non sia Dan, il suo carattere più focoso avrebbe sicuramente innescato indesiderate conseguenze. Lo ringrazio per lo sforzo che sta facendo per rimanere calmo. Cerca di ricomporsi velocemente. "Aspe che?"  Potrei sdrammatizzare, ma direi che il danno in ogni caso è fatto. "Nulla, solo per farti capire con chi abbiamo a che fare. Vorrei andare a casa ora." Sospira "già, credo che gli altri uomini di casa non mi abbiano preso molto in simpatia, sarà che li ho chiusi dentro in camera di Tom." "Perchè l'hai fatto?" Sbraito "non sapevo se potermi fidare di loro…" lo guardo serio "Fil, loro sono la mia famiglia e ora corri a liberarli e voglio sentire le tue sentite scuse".

Ho deciso di coprire Gio un'ultima volta, ricordo che ha menzionato un patto, o forse una promessa, non sono tranquilla. Qualcosa non va. Ma non posso certo essere io a fare il primo passo.

Fil's pov

Quei tre sono rinchiusi lì a litigare da mezz'ora su come avvicinarsi a Marco. Io me ne infischio. Non mi importa se posso o non posso fidarmi di lui, io voglio solo vederla. Faccio scattare la serratura, non so cosa potrebbero fare, non mi fido ancora del tutto di loro. Trovo il cellulare di Noa e chiamo questo Marco. Nel giro di un quarto d'ora sono in piedi di fianco al letto dove è sdraiata Noa.
Si è svegliata da poco e ha già capito cosa è successo. Mi racconta tutta la storia, dall'infanzia felice, all'incidente, passando per il divorzio. Tutto questo sulle spalle di una sola ragazza, spaventoso. Già avevo letto la storia su internet, ma raccontata da chi l'ha vissuta è un'altra cosa, non c'è alcun tono freddo che limiti la trasmissione di sentimenti. Ripenso a tutti i momenti passati con lei e sorrido, è speciale, fragile, ma unica. Si lascia sfuggire che è stata minacciata di morte, così, come se nulla fosse. Faccio del mio meglio per non esplodere. In questo momento vorrei portarla su un'isola deserta e sorveglianza 24h su 24. Ma so che lei sarebbe triste senza tutto questo. Senza la sua nuova vita. Senza i tre spilungoni rinchiusi in camera e senza Ila. Prima di accompagnarla a casa mi lascio sfuggire cosa ho combinato e lei diventa bordeaux. Va su tutte le furie. Mi fa quasi paura. La porto a casa, letteralmente, la trasporto. Si lamenta tutto il tempo per il contatto fisico. Sorrido, tutto questo non l'ha cambiata.
….

3,2,1 Buon anno! Dan urla stappando lo champagne. Per fortuna quest anno abbiamo optato per un capodanno, per così dire, in famiglia, quelle cose da pochi amici intimi, come dicono nei film. Sospetto che non sia stata una scelta causale, nessuno vuole rischiare di perdermi d'occhio. Non hanno smesso di controllarmi, nemmeno ora che sono definitivamente guarita.
Anno nuovo, gambe, quasi nuove. Che bello tornare a camminare. Nonostante abbia i miei arti superiori e inferiori funzionanti non ho ancora il permesso di uscire da sola, o di uscire in generale al di fuori della scuola. Mi stiracchino sulla mia panchina preferita.

"Belli i fuochi" Mi giro di colpo "Fil, mi volete far morire d"infarto voi". "Capisco che magari non sei il tipo da 'chi bacia a Capodanno bacia tutto l'anno', ma starsene qui pensando alla clausura è troppo esagerato, pure per te." Arrossisco. "Scemo" gli tiro un pugno e lui lo intercetta.
"A cosa stai pensando?" "Normalmente risponderei niente, perchè mi sembra essere la verità. " mi guarda curioso "e questa volta cosa cambia?" Rido "Effettivamente nulla".  Mi sdraio e lui si sposta in modo che possa appoggiare la testa sulle sue gambe. "Potrei stare settimane a guardare le stelle, se solo non rischiassi di farmi il segno degli occhiali durante il giorno" "Allora è a questo che pensi. Profondo" Ridiamo. Si muove leggermente "Io non riesco a dormire pensando che qui fuori c'è un cielo incastonato di gemme"sussurra. Mi metto a sedere sorpresa, è lo stesso per me. "È la più bella manifestazione dell'universo, immagine della sua grandezza e maestosa forza.

Cosa sono i nostri problemi in relazione a questa bellezza? Cosa siamo noi in confronto a questo?". Non mi aspetto una risposta e appoggio la testa sulla sua spalla. Sento il suo respiro caldo sull'orecchio "Per quanto assurdo possa sembrare noi siamo polvere di stelle, è scientificamente provato, e ciò vuol dire che siamo chiamati a fare grandi cose. A brillare, soprattutto quando attorno a noi è più buio". Sorrido, per la prima volta in quest anno mi sento al sicuro. "Ciao Marta, sei bellissima vista da quaggiù. Sai, lei ci ha lasciati a quattro anni, per una rara malattia al cervello." Sono scioccata, non lo sapevo. " la mia sorellina ora mi guarda da lassù. Come hai detto siamo polvere di stelle. Sai che l'universo in continua espansione vero? Mi piace credere che chi ci lascia semplicemente prenda il suo posto nel cielo stellato." Chiudo gli occhi. "Non sei un coglione" Sbuffa "Tretti, non dirlo ad alta voce o farai saltare la mia copertura". La mia risata è spenta da un pensiero amaro.  Il prof De Biagi è ancora in ospedale. E se si trattasse della stessa malattia di Marta? Scrollo le spalle, no, Fil non se lo merita. Mi stringo a lui.
Poco dopo ci raggiungono tutti. "We piccioncini, stringetevi un pochino che ci stiamo anche noi". Sbuffo sonoramente, chissà se la smetteranno mai con la storia della coppietta. Anche se devo dire che hanno indubbiamente interrotto un momento speciale. Ma comunque Dan e Tom non trovano posto. Si mettono in piedi alle nostre spalle e, visti da davanti, sembriamo posizionati per una foto di famiglia. Ila, Tom, Dan, Theo, io e Fil. Più che una famiglia un circo.

Anno nuovo, vita vecchia. Anzi, sono passata alla corruzione anche solo per fare due passi.
Mi è andata bene ci fosse Daniel a badare a me, riuscire a corrompere Tom sarebbe stato impossibile. Sbuffo sonoramente. Vorrà dire che in cambio di una boccata d'aria Daniel potrà fumare in giardino e io passerò i pomeriggi a raccogliere mozziconi. "Eddai piccola, è un giusto compromesso" urla Dan dall'altro lato della piscina. Fil gli lancia un'occhiata omicida. Non credo andranno d'accordo fintanto che Dan continua a chiamarmi così.
Per quanto la situazione sia critica, ho bisogno di tranquillità e di normalità. Dan si allontana per fumare e io ne approfitto per andare all"Ice, ricominciamo a vivere,  partiamo dalle basi con un buon gelato. D'altronde chi ben comincia è già a metà dell'opera.
Non ho ancora finito di mangiare il cono che mi trovo di fronte al campo sportivo. "Ehi Noa. Che bello vederti qui! " "Ehi Ila,come stai?" Subito dopo si incupisce "Aspetta, tu non dovresti essere qui, dopo quello che è successo alla festa non sei al sicuro fuori casa" Alzo gli occhi al cielo "Lo so, ma devo pur vivere giusto? E la vita di clausura non fa proprio per me". Sospira, ormai mi conosce e sa che sono testarda. "Comunque io sto abbastanza bene, ma la vera domanda è come stai tu".Che domanda stupida. "Sono stata meglio e sinceramente voglio solo dimenticare l"ultimo periodo" 
"Senti, solo io ho un bisogno disperato di normalità?" Lei sorride "Qualsiasi cosa tu abbia in mente io ci sto".

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Con il senno di poi forse sarei stata fuori qualche ora in meno. Al mio arrivo Tom è furente, mi chiedo se Dan sia illeso.
"...per non parlare di Brianna. Cosa ti è saltato in mente?" Non ho voglia di litigare con lui, ma deve lasciarmi spazio.
"Senti Tom, capisco la preoccupazione e tutto, ma sto bene. Ho solo bisogno di vivere la mia vita, non posso starmene seduta qua in casa come un arredo".  "Ok, ma ti ho mandato un milione di messaggi potevi almeno rispondermi"
Mi tocco le tasche, il cellulare non c'è. Dove l"ho lasciato? "Ok ero fuori con Ila e non ho guardato il cell"
"Con Ila? Ottimo e non mi ha manco avvertito. Ora mi sente" Esagerato. "Avresti potuto chiedere a Dan. Mi ha visto uscire" "Non l'ho visto in giro. Sarà al parchetto." Strano, avrebbe potuto fumare in giardino.

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