Capitolo 9

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-Falling, Trevor Daniel                                                          

Mi sistemo meglio sul divano. Tranquillità.
"Allora, la casa è grande e i due fratelli possono restare a dormire qui...anche se avrebbero potuto evitare di mentirmi così...""Grazie grazie, Signorina" "Non inchinarti Amanda, non sono mica la regina Elisabetta...""Può andare Amanda".

Eppure, sistemata questa questione, sempre qualcosa non tornava. Che ci faceva Tom in ospedale?
"Allora Tom" "Sì?" "Come mai sembra che tu mi conosca meglio di me stessa?" "Non è vero..."Lo guardo storto "Ok,ok è solo che sono appassionato di psicologia e mi sono legato a un caso come il tuo, insomma studio i sintomi e..."Mi alzo di scatto rossa in viso."Come ti permetti?! Non sono mica una cavia". Lui mi fissa tranquillo. "Esci da casa mia subito!"  Si alza e in tutta calma esce.

Sulle scale incontro i gemelli. "Ciao Noa ". Manco fossi sua sorella.
"Salve estranei" "Quante formalità...volevamo ringraziarti dato che ci  lasci vivere qui..." "Vorrei dirvi che è un piacere ma mi date molto fastidio" "Per ringraziarti volevamo invitarti alla finale di calcio di domani". Come fanno a sapere che adoro il calcio? Sembra che qui tutti mi conoscano meglio di me stessa. Stalkerare va di moda direi. L'irritazione lascia pian piano spazio all'eccitazione.

Devo dire che è da troppo che non vedo un campo da calcio e per quanto doloroso il ricordo, il calcio è sempre una forte emozione. E poi in fondo vorrei provare a andare d'accordo con loro, a maggior ragione dato che vivremo sotto lo stesso tetto. "Vengo giusto per non sembrare scortese" cerco di sembrare indifferente, per quanto sia possibile nascondere l'entusiasmo. "Perfetto. Allora ci vediamo domani e alle 15:00 partiamo da qui" "È inquietante quando parlano insieme. Uno dei due aggiunge "Ah e mettiti qualcosa di carino" facendomi l"occhiolino. Poi è svelto a schivare lo schiaffo e sparisce di sopra.

Fil's pov                                                                                     

È più di una settima che non ho notizie di Noa, non ha risposto nè ai messaggi nè alle chiamate. E dal giorno del bigliettino, la mattina dopo l'inaugurazione non si è più vista a scuola. Non riesco a non pensarci, quel tipo cercava di rapirla per farle chissà cosa; la faccia di Noa terrirozzata mi appare tutte le notti. E se la avesse trovata di nuovo dopo quella sera? Non riesco a darmi pace. Sono pure finito a chiedere a quelle della sua classe, ma tra Giada e il suo fan club non sono riuscito a capirci nulla. Anzi una cosa l'ho capita, erano più interessate a limonarmi che alla sicurezza di Noa. E pensare che per anni mi sono circondato di ragazze come loro.
Non ci sto più con la testa ormai: nemmeno gli allenamenti mi distraggono da questo pensiero fisso. Se solo sapessi che dove si trova starei meglio. E forse andrei da lei. Giusto per parlare. È la prima volta che mi manca qualcuno in questo modo, e la conoscevo da soli due giorni. Ricordo la triste luce nei suoi occhi lucidi, nessuno dovrebbe passare quello che sta passando lei, qualsiasi cosa sia. Per lo meno non da solo. Ricordo la sua voce, faccio fatica a capire che tipo di accento abbia, ma sicuro non è di qui. Magari ha solo bisogno di tempo ed è solamente a casa con i suoi. Speriamo.  
I professori fanno finta che non sia successo nulla, ho provato a chiedere, ma appena sentono il suo nome hanno un impegno urgente a cui non possono assolutamente mancare e se ne vanno. Mi chiedo come mai. Cazzo,ho mancato di nuovo la pallina. "Sveglia Fil, se giochi così domani ti asfaltano". Sbuffo. Devo trovare una soluzione.

Twins~ Un mondo per unaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora