Act XXXI

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Quello sguardo

Avete presente quella sensazione di adrenalina ed eccitazione che si prova quando qualcuno vi invita ad uscire, o meglio, andare a casa sua? Bene, perché io no. Non è adrenalina o eccitazione, è panico puro.

Jimin qualche giorno fa mi ha detto che sabato sarei potuto andare a casa sua perché, ovviamente, ha la piscina e non ci saranno i suoi genitori, solo Lakisha. E sabato è oggi! Non so cosa fare, non sono mai andato in una piscina pubblica, a stento vado al mare a Busan con Jungkook quando torna nella sua città natale nel periodo estivo! Non che abbia particolari problemi col mio corpo, so che sto bene ma la gente giudica e non mi piace quando lo fa.

«Non so cosa fare. Potrei scrivergli ora ed inventarmi una scusa per non andare...ci sono! Potrei dirgli che devo portare Hulk ad una visita dal veterinario, sa quanto amo quel cane, non mi direbbe nulla».

«Perché sei così nervoso? È solo una giornata in piscina a casa sua,» Alex fa spallucce guardandomi curioso, seduto compostamente sul mio letto. Non potevo dire a Yoongi e Jungkook di questa uscita con Jimin, credo che quest'ultimo mi avrebbe squartato vivo. Devo andare a piccoli passi. Per questo ho chiamato a rapporto Alex. Sì, sembra che sia una ruota di scorta e sì, mi sento in colpa per questo ma in realtà credo che l'avrei chiamato comunque. È entrato a far parte della mia ristretta comitiva poco tempo fa e voglio iniziare a legare sul serio con lui per arrivare a definirlo un vero e proprio amico.

Mi fermo nel mezzo della stanza guardando il ragazzino come se fosse totalmente impazzito. «Esatto, a casa sua! Dove inizialmente ci sarete anche tu e Lakisha ma cosa succederà quando voi due ve ne andrete in giro? Potrebbe fare mosse strane».

Alex inarca un sopracciglio lasciandosi sfuggire una mezza risata. «Mosse strane?»

«Sì, dai hai capito cosa intendo,» dico in tono lamentoso ricominciando a camminare da una parte e l'altra. Mi fermo di nuovo quando mi rendo conto di non star contando i passi. In realtà credo di non farlo da un po' di giorni. Il mio psicologo, Jiah, mi ha dimostrato che non succede niente di male se non calcolo perfettamente ogni passo che faccio e sono felice di aver messo subito in pratica ciò che mi ha detto.

«No?» la voce di Alex è incerta per questo sbuffo sonoramente mettendomi le mani sui fianchi.

«Potrebbe cercare di molestarmi! Allungare le mani...Insomma non frena la lingua quando deve fare le sue battute di merda, potrebbe non frenare le mani e gli ormoni!».

Alex aggrotta la fronte scendendo dal letto, mi si posiziona davanti e mi viene quasi da sorridere nel vedere che mi arriva al mento. Adorabile. «Hey hyung, frena. Calmati un secondo. Jimin può essere anche il ragazzo più malizioso che tu conosca ma ha rispetto per gli altri. Non ti assalirà, non l'ha mai fatto neanche una volta quando rimanevate soli, perché questa volta dovrebbe essere diverso?».

Onestamente non lo so. Da quando quel giorno davanti al muretto ha detto quella cosa, credo di aver paura a rimanere da solo con lui. Non nel senso che potrebbe davvero allungare le mani, quelle sono solo scuse e lo riconosco. Ho paura che quelle parole nascondessero un significato più profondo e che alla prima occasione da soli potrebbe confessare di provare qualcosa per me ed io non saprei cosa fare. Potrei sbagliarmi ed essere semplicemente solo paranoico, ma se avessi ragione?

«Mi dici davvero cosa non va?» mi chiede il minore, preoccupato. Il mio cuore salta un battito. Ora cosa dovrei fare? Raccontargli ciò che mi frulla in testa? Si sta davvero preoccupando per me? Non dovrebbe essere Jungkook il primo a sorbirsi i miei problemi di cuore? Aspetta- sono problemi di cuore?

«Sono solo un po' nervoso, tutto qui. Sai che ho manie di controllo e non sapere cosa succederà mi destabilizza un po',» il che non è una bugia, ma non è tutta la verità. Alex annuisce senza fiatare ma qualcosa nel suo sguardo mi dice che non se l'è bevuta del tutto. Entrambi sobbalziamo quando la porta di camera mia si apre di scatto mostrando mio padre dall'altra parte. «Tae, porte spalancate! Sai la regola».

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora