Act XXVI

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Terapia

Ho un déjà-vu. L'ambiente non è lo stesso ma simile e manca una persona ma la sensazione è così forte che mi fa girare la testa. Sono steso nel mio letto a fissare il soffitto mentre la mia camera, solitamente immersa nelle tenebre più totali, è illuminata dalla fioca luce di una lampada da notte. Jungkook ha paura di dormire al buio per questo ogni volta devo tenere una lucetta notturna nei miei cassetti.

Ricordo quando tempo fa ero andato a dormire a casa sua con Yoongi e avevo desiderato ardentemente di passare una serata come questa dopo tanto tempo. Era stata la prima volta in cui i miei sentimenti mi avevano soffocato così fortemente. Non era stata una bella sensazione. Ricordo anche come il giorno successivo ero scoppiato a piangere davanti a Jungkook e ancor prima Jimin era venuto da me.

Jimin. Non riesco a capacitarmi di come possa essere una persona totalmente differente da come credevo di conoscerlo. È divertente, solare, altruista e razionale. Ero convinto fosse la persona più orribile su questo pianeta. La verità è che non ho mai conosciuto Park Jimin. Ho sempre conosciuto quel Park Jimin verso cui covavo un odio profondo ricambiato ed ero certo fosse solo quella persona pronta a dirmi male per ogni cosa e invece è ... okay. Che rimanga tra noi, la sua personalità, quella vera, mi piace. Vuole migliorare mostrandomi la sua parte migliore e credo che questa cosa mi vada bene. Forse mi fa sentire speciale? Non lo so onestamente, ci sono ancora tante cose che non capisco riguardo questo rapporto tra noi due. Sempre se tale può essere definito.

«A cosa stai pensando?», la voce roca ed impastata dal sonno del mio migliore amico mi desta dai miei pensieri. Mi volto sorpreso verso di lui e lo vedo aprire lentamente gli occhi.

«Credevo stessi dormendo. Perché non stai dormendo? È tardi» mi giro completamente verso di lui, su un fianco.

«Stavo dormendo ma hai iniziato a fare rumore con le unghie. Fai sempre così quando sei pensieroso di notte, quindi che succede?» sospira mettendosi seduto con un occhio ancora chiuso. Abbasso lo sguardo sulle mie mani e mi accorgo che mi stavo tirando qualche pellicina con le unghie.

Mi schiarisco la voce rimanendo steso mentre tengo lo sguardo sulle lenzuola lievemente illuminate. «Pensavo a Jimin» ammetto in un mormorio leggero, quasi mi vergogno a dirlo ad alta voce.

Alzo lo sguardo su Jungkook ritrovandolo a guardarmi stranito ma anche irritato credo. Sembra irritato. «Davvero Taehyung? A Jimin?».

«Non farti strane idee, stavo pensando al fatto che è una persona totalmente diversa da quel che credevo io. Inoltre prima che venissi tu mi ha dato una cosa» mi allungo verso il comodino accanto al letto e porgo al più piccolo il biglietto da visita della sorella di Jimin.

Lui accende l'abat-jour e assottiglia gli occhi per leggere bene a causa della luce improvvisa. Lo vedo stringere le labbra per poi guardarmi. È l'unica cosa su cui andrebbero d'accordo sia lui che Jimin e anche Yoongi. Tutti e tre sanno che ho un problema, recentemente l'ho riconosciuto anche io.

«Cosa pensi di fare?» chiede rigirandosi il biglietto tra le mani, leggendo più volte le scritte.

Stringo gli occhi premendomi le dita sulle tempie per riflettere bene sul da farsi. «Onestamente non lo so. Dovrei spendere soldi per qualcosa che non so se potrebbe funzionare. Insomma, internet ha mille risorse».

Quando riapro gli occhi Jungkook mi sta guardando con un sopracciglio inarcato. «Non hai fatto nessun progresso. Tae, ascoltami, detesto concordare con Jimin ma potrebbe essere l'unica soluzione questa. Non è qualcosa come imparare a creare un regalo fai da te o un tutorial su come prendersi cura di un animale. Si tratta di un problema serio e hai bisogno di appoggio psicologico che solo un esperto può darti. Secondo me dovresti andarci, si rivelerebbe molto utile».

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora