Act XI

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Attimi di debolezza


Avete presente la sensazione di pace ed armonia che si prova quando è tutto in equilibrio? Quando tutti eseguono i vostri ordini facilitandovi il lavoro e rendendo tutto molto più fluido? Be' beati voi se conoscete questa sensazione perché in questo momento non sta succedendo nulla di tutto questo.

Ormai è già da un po' di settimane che sono iniziate le prove per la recita, ci stiamo avvicinando all'inizio di Febbraio e non ancora capiscono che tutto quello che voglio da loro è ordine e tranquillità. In tutto questo tempo non sono mai riuscito ad iniziare una prova fin da subito: i primi venti minuti sono sempre un caos totale.

«Ed è in un momento come questo che ti penti di non essere un fan di Harry Potter per poter richiamare il silenzio con un semplice incantesimo» gongola Jungkook al mio canto guardandomi con espressione fin troppo rilassata.

Lo guardo malissimo arricciando le labbra in una smorfia. «Jungkook, quelle cazzate non esistono. Qui ci vogliono le maniere forti. E spiegami come diamine fai ad essere così rilassato!».

Il più piccolo mette su un piccolo broncio offeso per poi tornare all'espressione neanche un po' agitata di prima. «Sono sicuro che capirai quando scoprirai i benefici dei rapporti sessuali».

Fingo un conato di vomito lanciando uno sguardo a Yoongi il quale sta velocemente prendendo le misure di tutti i partecipanti. «Possibile che voi facciate solo sesso?» brontolo tra me e me disgustato. Prendo il megafono, che il mio non innocente assistente è riuscito a procurarmi, e parlo a pieni polmoni. «STATEMI A SENTIRE AMMASSI DI ATOMI: SE NON VI TROVO IN ORDINE ENTRO DIECI SECONDI VI LICENZIO TUTTI DAI VOSTRI RUOLI E CHIAMERÒ I VOSTRI SOSTITUTI».

Li vedo tutti sobbalzare e borbottare qualcosa che non riesco a sentire, poi lentamente ognuno prende il proprio posto. Sono stanco di vivere la stessa storia ogni volta che ci sono le prove: se non inizio a mettere dei paletti nulla andrà a buon fine.

«Kim dovresti bere una camomilla una volta tanto» e chi potrebbe essere se non quel mono-neurone di Park Jimin. Stringo di più la mano intorno al megafono parlando con voce piatta che nasconde tutto il nervoso che vorrei esternare ma che trattengo per non fare sceneggiate.

«Park Jimin, vorresti essere tu il primo a cedere definitivamente il posto al tuo sostituto come Romeo?», il ragazzo dai capelli blu stringe le labbra limitandosi a scuotere la testa senza aggiungere altro. Sospiro e l'ombra di un sorriso soddisfatto cresce sulle mie labbra. Con la coda dell'occhio noto un movimento rapido alla mia sinistra e senza voltarmi dico: «Jooyoung so che sei arrivata in ritardo anche oggi. Dalla prossima volta vorrei che foste tutti puntuali, grazie».

«Questa tua versione mi spaventa» sussurra Jungkook al mio fianco guardandomi con due paia di occhi enormi. Alzo gli occhi al cielo sbuffando una lieve risata. Mi lecco le labbra mettendomi comodo sulla sedia osservando tutti i ragazzi davanti a me.

«Posso essere severo anche io quando voglio» rispondo sistemandomi i capelli. «Bene, vi ringrazio» mi schiarisco la voce prendendo il copione. «Bene, nel primo atto ci siamo lasciati con Romeo che entra nel giardino dei Capuleti. Ora immagino che molti di voi conosceranno questa fatidica scena» alzo lo sguardo sui ragazzi e li vedo annuire con foga.

«Qualcuno vuole provare a riassumere la scena che andrete a praticare oggi?» tentò Jungkook sorridendo dolcemente. Devo ammettere che tutto questo lo sta aiutando molto ad uscire dal suo guscio di timidezza. Con la coda dell'occhio vedo una mano guizzare prontamente in aria ma la ignoro sapendo già a chi appartiene.

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora