Act X

156 18 13
                                    


Incontri notturni

Sento il ticchettio leggero della pioggia contro le finestre e il suono mi rilassa un po'. Avrei di certo preferito la neve ma va bene così, magari arriverà quando meno me lo aspetto. Una canzone dal ritmo pop aleggia in salotto mentre spengo i fornelli per servire a tavola quello che ho cucinato. I genitori di Jungkook sono andati a cena fuori poco fa altrimenti già immaginavo Yoora corrermi vicino per aiutarmi.

«Ripetilo un'altra volta» dice piano il più piccolo del trio con voce incredula. Faccio un respiro profondo posando la pentola calda in mezzo al tavolo prima di alzare lo sguardo sui miei due migliori amici.

«Sono stato in macchina con Park Jimin» rabbrividisco non appena finisco di pronunciare l'ultima lettera. Mi siedo a capotavola ed inizio a servire il minestrone fumante di verdure e pollo nei piatti.

«Park Jimin?» domanda Jungkook di nuovo sporgendosi leggermente in avanti.

«Park Jimin» confermo stringendo le labbra.

«Quel Park Jimin?».

«Quel Park Jimin».

Sento un verso di esclamazione da parte del mio migliore amico e alzo lo sguardo porgendogli il piatto per vederlo con gli occhi e bocca spalancati. Avrei reagito anche io così se lui mi avesse detto una cosa del genere. «Sei impazzito?! Poteva ucciderti!» esclama con voce acuta riempiendosi il bicchiere di acqua.

«Lo so!» dico a mia volta concordando con lui, aprendo le braccia in modo teatrale. «Gli ho detto forte e chiaro che se avesse provato a rapirmi avrei chiamato la polizia. Giuro, ho tenuto il numero sul cellulare per tutto il tragitto».

«Ma come ti è saltato in mente di finire in macchina col nemico? Ti ha minacciato? Ti ha corrotto?» continua imperterrito Jungkook con gli occhi trasformati in due piccole biglie.

«Una specie. Ha detto che con questo freddo mi sarei sicuramente ammalato e poi chi avrebbe diretto la recita? Aveva un buon punto a suo favore, accidenti» sbuffo iniziando a mangiare il mio minestrone.

«Scusate» parla finalmente Yoongi ingoiando il suo boccone. «Jimin non mi sta particolarmente simpatico, non mi piace come si atteggia, ma non mi sembra che questa volta abbia fatto qualcosa di tanto grave. È stato...gentile. Insomma, ti ha risparmiato una polmonite» dice nel suo caratteristico tono pacato.

Io e Jungkook sobbalziamo, lo guardo sbigottito e sbatto più volte le palpebre per capire se ha davvero detto ciò che ho sentito. «Niente di male? Yoongi! Non si fraternizza con il nemico! È come un predatore: aspetta il momento esatto per farti abbassare la guardia per poi attaccarti alle spalle. So che era quello il suo intento ma Kim Taehyung non si fa fregare!».

«Si sono odiati fin dall'asilo, è impossibile che decida adesso di fare il gentile di colpo» continua il minore a bocca piena.

Yoongi fa spallucce tornando con lo sguardo sul piatto. «Dico solo che le persone maturano. Non è un mostro, è solo un ragazzo di diciotto anni che ha voluto fare un gesto carino a mio parere».

«Ma ci detestiamo» preciso cercando di sottolineare più che posso il concetto.

«Anche io detesto il mio compagno di stanza all'orfanotrofio ma se lo vedessi da solo in mezzo alla strada, con un freddo che fa gelare le ossa, lo aiuterei e di certo non lo lascerei lì in ipotermia. Solo per dire» borbotta guardandomi di sottecchi. Stringo le labbra rafforzando di poco la presa sul cucchiaio.

«Da che parte stai?» domando in tono fermo e freddo, tanto che vedo con la coda dell'occhio Jungkook lanciarmi uno sguardo preoccupato.

«Da nessuna parte Tae. Senti, sei il mio migliore amico ma questo non mi ferma dall'esprimere la mia opinione» sospira Yoongi ma parla con un tono così deciso che capisco perfettamente che ha messo un punto alla discussione.

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora