Act XXXV

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Notti primaverili

Fisso la mia immagine nello specchio e mi rendo conto di quante cose siano effettivamente cambiate dall'inizio dell'anno

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Fisso la mia immagine nello specchio e mi rendo conto di quante cose siano effettivamente cambiate dall'inizio dell'anno. A partire dai miei capelli che credevo avrei lasciato con quel colore sbiadito aspettando man mano che crescessero per poi tagliarli e tornare al mio colore naturale. Ho stretto amicizia con diverse persone mentre prima non riuscivo a non guardare qualcuno con faccia schifata non trattenendo commenti sgradevoli. Ho scoperto di avere un problema e lo sto affrontando e insieme allo psicologo ho identificato l'origine di esso: la donna che mi ha messo al mondo e poi abbandonato. No, non è dovuto al trauma causato dall'abbandono piuttosto ho scoperto che il DOC può derivare da una storia famigliare: mia madre a quanto pare lo aveva e tramite vari comportamenti ha fatto in modo di passarlo a me. Per farla breve mi urlava contro se le cose non erano perfettamente in ordine e come diceva lei. Ecco un'altra prova che quella donna è stata solo il male per me.

Cos'altro è cambiato? Jimin. Io. Entrambi siamo cambiati insieme, abbiamo cambiato il nostro modo di vedere le cose, il nostro carattere e anche il nostro rapporto, ovviamente. La maggior parte dei cambiamenti effettivamente devo darli a lui, è solo grazie a quella testa blu se sono quel che sono ora e quel che spero sarò in futuro, anche meglio.

Quel che non cambierà mai? Il mio senso dello stile. Non importa se i vestiti non sono perfettamente abbinati e stirati, avere buon gusto nel vestire non è sinonimo di disturbo ossessivo compulsivo. Ecco perché ho scelto i miei capi migliori per questa sera. Ma c'è qualcosa che stona. La bandana rosso fiammeggiante che incornicia il mio visetto da angelo, parole di Jimin.

«Dai, perché vuoi toglierla? Stai così bene. Non ti toglierò gli occhi di dosso questa sera» sussurra il diavolo tentatore al mio orecchio lasciandomi dei delicati baci sotto esso. Sporgo il labbro inferiore guardando il riflesso del ragazzo allo specchio, mi giro e lui ne approfitta per avvolgere le mani intorno ai miei fianchi.

«Stona tantissimo! Sono vestito in modo decente e questa bandana mi dà un'aria rock che non è affatto nel mio stile» protesto toccandola con la punta delle dita. No, non mi piace affatto. Arriccio il naso cercando di snodarla subito.

«Be' potresti sempre prendere in considerazione di metterla questa sera dopo cena, sugli occhi, mentre ti lego al-».

Prima che possa finire la frase gli tappo la bocca guardandolo storto. Sento le guance scaldarsi e so che Jimin l'ha notato perché lo sento sorridere. «Sai che non mi piace quando dici queste cose troppo...da te» brontolo allontanando la mano dalla sua bocca.

«Sai che non devi mentirmi vero? So che in realtà ti piacciono e vorresti metterle anche in pratica» ammicca dandomi una pacca sul sedere facendomi sobbalzare. Mi sciolgo dalla sua presa togliendomi la bandana per sistemarmi i capelli.

«Non è vero, non l'ho mai detto!» protesto dandogli le spalle per non fronteggiare la sua espressione da maniaco sessuale, così mi piace definirla. Se lo vedeste la definireste anche voi così, credetemi.

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora