Prologo

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CLAUDIA

Appena aprii la porta del ristorante per andarmene, il finto sorriso che avevo sul volto scomparve.
Lacrime salate cominciarono a scendere sulle mie guance, senza che io potessi fermarle. Ero impotente davanti a un amore che mi aveva colta impreparata, di sorpresa e non ero riuscita controllarlo. Anzi, era stato lui stesso, l'Amore, a controllare me.
Uscivo dal locale con il cuore infranto, in mille pezzi tra le mie mani. Non sapevo se sarei riuscita a ricomporlo, questa cosa mi spaventava da morire. La tentazione di rientrare lì e cancellare tutto ciò che avevo detto pochi minuti prima era molto alta, ma nonostante ciò non lo feci.
Continuai a camminare con le lacrime che ormai scendevano sempre più veloci, e sempre più numerose, fino a quando arrivai a un parcheggio poco distante dal ristorante, dove una macchina rossa mi aspettava.
Entrai in macchina, esausta e devastata, mentre mi asciugavo le guance con le mani.
«L'hai fatto allora?» mi chiese la ragazza di fianco a me.
Annuii mentre cominciavo a singhiozzare ancora di più, senza riuscire a fermarmi.
«Sono fiera di te Cla. Non tutti ce l'avrebbero fatta. Ora torniamo a casa dai.» disse.
Annuii nuovamente, in silenzio, mentre dentro di me pensavo che la mia casa l'avevo lasciata dentro il ristorante.

Anche le stelle parlano di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora